venerdì 31 ottobre 2008

Rocambolesca vittoria della Lazio al Bentegodi


La Lazio vince in trasferta contro il Chievo e interrompe il trend negativo che l’ha vista conquistare un solo punto nelle ultime tre partite. Al Bentegodi i padroni di casa tengono alto il ritmo fin dall’inizio, nonostante il campo appesantito dal mal tempo, la Lazio invece non risponde. Rossi – con una decisione piuttosto curiosa – schiera un 4-4-2 con 4 esterni bassi: De Silvestri e Radu in difesa, Lichtsteiner (che prova la sua!) e Kolarov a centrocampo, con Zárate e Pandev in attacco. A completare il reparto difensivo Siviglia e Rozehnal, Dabo accanto a Ledesma davanti alla difesa. Formazione bizzarra, tra l’altro la Lazio ha dimostrato in più di un’occasione di non fare bene con il 4-4-2, come nell’esordio a Cagliari subito corretto nella ripresa. Così accade anche a Verona, e onestamente non si comprendono i motivi di tali scelte tattiche. Piuttosto autolesioniste, perché si vede immediatamente che la Lazio è spaesata. Tant’è che a fine partita lo stesso tecnico biancoceleste dichiara: “Nel primo tempo noi facevamo forse un po’ di fatica, accorciavamo male e abbiamo anche rischiato ma poi abbiamo sbagliato anche gol abbastanza facili”. C’è da chiedersi, a questo punto, quale oscuro motivo lo abbia obbligato a stravolgere la squadra. Il Chievo è padrone del campo e al 7’ Pellissier, lasciato colpevolmente solo dalla difesa della Lazio (è grottesco, ma sembra uno schema ormai ben acquisito), manda di testa alla destra della porta di Carrizo (immobile). Ma il centravanti gialloblu ci mette soltanto 4 minuti a imboccare la rete con un potente sinistro da fuori area su assist di Bentivoglio. De Silvestri colpevole nell’occasione. La Lazio reagisce. O meglio, Zárate inventa il gol per Pandev al 14’: con una delle sue incredibili e velocissime serpentine lascia sul posto Malagò, si porta sul fondo a sinistra e offre su un piatto d’argento la palla per il piattone di Pandev, che non si fa pregare due volte. L’argentino è un vero fuoriclasse, uno di quei calciatori che infiammano le tifoserie, già beniamino incontrastato dei supporter biancocelesti. È lui a creare le uniche apprensioni per la difesa del Chievo: dopo la mezz’ora il ritmo cala e Kolarov manda a lato dal limite dell’area dopo un’invitante sponda di Pandev. Nella ripresa Rossi si avvede dei propri errori e schiera Rocchi al posto di Kolarov: è tridente, la vera forza esplosiva di questa Lazio. Rocchi è in forma e già al 10’ potrebbe siglare il gol del vantaggio: su una verticalizzazione perfetta di Ledesma tenta il pallonetto da sinistra cercando di beffare Sorrentino, ma la palla sfiora il palo e finisce fuori. Risponde Bogdani in contropiede, ma la sua conclusione – propiziata dalla sponda di Pellissier – è deviata in corner con una gran parata da Carrizo. La Lazio sale in cattedra, ma non riesce a finalizzare. Al 19’ Rocchi di testa manda a lato di pochissimo l’angolo battuto da Zárate. Sette minuti dopo Pandev si libera davanti al portiere, ma il suo sinistro sbatte su Sorrentino – uno specialista sulle uscite basse – che blocca con bravura. A un quarto d’ora dalla fine altra decisione grottesca dell’allenatore biancoceleste: fuori Zárate per Makinwa, che in campo combina poco o nulla. Un’altra scelta autolesionista: la Lazio ha disperato bisogno dei tre punti, perché togliere l’unico calciatore capace di creare pericolo e – soprattutto – di inventare gol d’autore? “Zárate arrabbiato per la sostituzione? Aveva fatto benissimo, ma l’ho visto stanco ed ho preferito mettere un giocatore più fresco”, così spiegherà poi Rossi. Ma l’argentino non sembrava affatto stanco... La legge del contrappasso però aiuta i biancocelesti: l’autogol subito ingiustamente all’Olimpico contro il Napoli viene restituito da Mantovani che, solo in area, devia nella propria porta in scivolata un cross di Radu dalla sinistra a soli 8 minuti dal termine. La Lazio torna a casa con 3 punti meritati per quanto mostrato in campo nel secondo tempo. E con i favori della dea bendata.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO
CHIEVO-LAZIO 1-2 (pt 1-1)
CHIEVO: Sorrentino, Malagò, Mandelli, Yepes, Mantovani, Luciano (42' s.t. Esposito), Patrascu, Bentivoglio, Marcolini (19' s.t. D'anna), Pellissier, Bogdani (28' s.t. Kerlon). In panchina: Squizzi, Cesar, Frey, Iunco. Allenatore: Iachini.
LAZIO: Carrizo, De Silvestri, Siviglia, Rozehnal, Radu, Lichtsteiner, Dabo (36' s.t. Brocchi), Ledesma, Kolarov (1' s.t. Rocchi), Zárate (29' s.t. Makinwa), Pandev. In panchina: Muslera, Diakité, Inzaghi, Mendicino. Allenatore: Rossi.
ARBITRO: Bergonzi di Genova.
MARCATORI: 11' p.t. Pellissier, 15' p.t. Pandev; 37' s.t. aut. Mantovani.
NOTE: serata piovosa, non fredda; terreno scivoloso.
ANGOLI: 6-4 per la Lazio.
AMMONITI: Bogdani, Luciano, Patrascu, Radu, De Silvestri.
RECUPERO: 2'; 4'.

lunedì 27 ottobre 2008

Una Lazio sfortunata (e imprecisa) cede l’Olimpico al Napoli


Seconda sconfitta consecutiva per i biancocelesti di Delio Rossi, la prima in casa. Dopo la brutta prova di Bologna, la Lazio scende in campo agguerrita e per una buona mezz’ora è padrona assoluta del campo. Il primo tempo è avvincente, con Zárate e Pandev protagonisti, purtroppo sfortunati: il primo manda alto sulla traversa sfruttando un rimpallo su una discesa veloce di Pandev, poi si fa anticipare da Iezzo su una perfetta pennellata di Ledesma. Risponde il Napoli, che pressato dalla Lazio, non riesce a spingersi agilmente in avanti: al 22’ Lavezzi conclude di poco alla sinistra della porta di Carrizo. Una decina di minuti dopo Zárate supera sulla desta Iezzo, ma perde il contrasto con Blasi. Al 36’ è Mauri a divorarsi il gol, su un eccellente servizio di Pandev che fa sgusciare la palla tra due avversare: il suo tiro ravvicinato viene respinto con i piedi dall’estremo difensore napoletano. Sulla fine del primo tempo però è il Napoli a rendersi pericoloso in due occasioni: al 44’ una punizione di Gargano si stampa sull’incrocio dei pali, e poco dopo Lavezzi conclude sul filo del palo destro di Carrizo. Al ritorno in campo la Lazio è ancora convincente: buona una percussione di Manfredini che Iezzo disinnesca abilmente, poi al 5’ Zárate si trova palla al piede davanti al portiere napoletano, ma Santacroce, disinteressandosi del pallone, va sul bomber argentino e lo colpisce con una spallata. Rigore netto, non per l’arbitro Banti, già protagonista in negativo non solo in altre partite con i biancocelesti, ma anche nel primo tempo, quando concede un solo minuto di recupero dopo innumerevoli perdite di tempo del Napoli e una direzione molto favorevole nei confronti degli ospiti. Al 12’ Carrizo fa il miracolo su Denis, lanciato a rete da Lavezzi, con un’uscita provvidenziale. La Lazio si lascia un po’ andare e al 16’ viene punita anche dalla malasorte. Lavezzi, che con le sue incursioni è sempre micidiale, dalla linea di fondo sulla sinistra crossa al centro, il tiro viene intercettato sfortunatamente da Siviglia che provoca l’autorete. Delio Rossi le tenta tutte: entra Foggia per Manfredini, ma ormai la Lazio è giù di morale. Al 25′ ci prova Zarate su punizione, primo tiro sulla barriera (con un mani involontario di Denis), al secondo tentativo si oppone Navarro, che nel frattempo ha sostituito Iezzo dolorante alla schiena. A un quarto d’ora dalla fine è la volta di Simone Inzaghi, che stranamente rileva Brocchi: Rossi prova la carta del salvataggio in extremis. Al 41’ la Lazio sfiora il pareggio con Pandev, che si vede deviare un bel tiro sulla traversa da Navarro: sulla ribattuta ci prova proprio Inzaghi, ma il suo tiro va oltre la traversa. Nei cinque i minuti di recupero però e proprio Lavezzi a sfiorare il raddoppio con un bel tiro destinato in rete, che Siviglia devia con grande tempestività. Lazio sfortunata e imprecisa, condizionata purtroppo anche dalla conduzione arbitrale. E tra soli tre giorni è la volta del Chievo a Verona: Rossi non potrà contare su Mauri e Foggia, squalificati per 2 turni "per avere, al termine della gara, uscendo dal terreno di giuoco, rivolto all'Arbitro e ad un Assistente espressioni ingiuriose". Banti colpisce ancora.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-NAPOLI 0-1 (Primo tempo 0-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner (dal 42' st De Silvestri), Siviglia, Rozehnal, Radu, Brocchi (dal 35' st S. Inzaghi), Ledesma, Manfredini (dal 17' st Foggia), Mauri; Pandev, Zarate. (A disp.: Muslera, Diakite, Kolarov, Dabo).
All.: D. Rossi.
NAPOLI: Iezzo (dal 21' st Navarro); Santacroce, Rinaudo, Aronica, Maggio, Blasi, Gargano, Hamsik, Mannini (dal 20' st Contini), Denis (dal 35' st Zalayeta), Lavezzi. (Grava, Montervino, Pazienza, Pià).
All.: Reja.
ARBITRO: Banti di Livorno.
MARCATORE: aut. Siviglia (L) al 16' st
AMMONITI:
Blasi (N), Mauri (L), Lichtsteiner (L), Rozehnal (L), Foggia (L), Ledesma (L)
NOTE:
Angoli: 4-3 per il Napoli.
Recupero: 1' e 5'

Anche la Lazio per aiutare la So.Spe di Suor Paola


Ci saranno anche Delio Rossi e una nutrita rappresentativa della Lazio alla manifestazione “Pioggia di stelle sulla So.Spe.” che si terrà il 27 Ottobre 2008 alle ore 21.00, al Gran Teatro di Roma in viale Tor di Quinto. Tema centrale dello spettacolo - organizzato per raccogliere fondi a favore dell'Associazione So.Spe. Solidarietà e Speranza di Suor Paola - sarà ricordare il grande cantante Lucio Battisti, tifoso biancoceleste, in occasione del decimo anniversario della sua morte. Alla manifestazione, presentata da Paolo Bonolis, parteciperanno i cantanti Povia, Luca Barbarossa, Paolo Vallesi, La Differenza, Emma Rei, Luisa Corna e i Velvet Boulevard, che canteranno una loro canzone ed una canzone di Lucio Battisti, e il comico Maurizio Battista. Ospite d’onore il grande poeta Mogol con cui Battisti ha condiviso tanti momenti. Interverranno inoltre moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. "Ci saranno le canzoni di Battisti – ha spiegato Suor Paola ai microfoni di RadioSeiad allietare la serata a cui parteciperanno i giocatori della Lazio, che saranno lì anche per raccogliere personalmente le prenotazioni per la maglia speciale del derby, quella che ogni tifoso potrà personalizzare con il proprio nome. Partecipiamo in tanti perché in questo periodo sono sempre di più a chiederci una mano".

Biglietti: si possono acquistare Venerdi 24, Sabato 25 e Lunedì 27 presso il botteghino del Granteatro dalle ore 12.00 alle ore 19.00.

Info: chiamare la So.Spe. al numero 06.66.16.10.44.

domenica 19 ottobre 2008

Brutto stop della Lazio a Bologna


La Lazio esce sconfitta dal Dall’Ara. Brutta battuta di arresto di fronte ai 5mila tifosi biancocelesti giunti a Bolgna per sostenere la squadra di Delio Rossi.

Brutto stop della Lazio al Dall’Ara di Bologna. I biancocelesti scendono in campo molli e senza verve (o forse non scendono proprio in campo), e al 5’ si ritrovano già sotto di un gol. Volpi su punizione beffa la barriera e supera Carrizo. Ingenuo il fallo di mano di Siviglia che causa la punizione, ma non si può tacere il precedente fuori gioco di Di Vaio che non viene sanzionato dall’assistente dell’arbitro. Curioso destino: anche nella gara tra Bologna e Lazio - che nella stagione 2004-05 portò la società biancoceleste ad essere implicata ingiustamente in Calciopoli - Tagliavento “regalò” al Bologna il calcio di punizione del vantaggio siglato da Giunti. Ma la reazione biancoceleste, in quella partita, fu veemente, portando Oddo e Rocchi a ribaltare il risultato. Questa volta va diversamente. Nonostante l’avvertimento, la Lazio non entra in partita. Così dopo appena 6 minuti arriva il raddoppio dei rossoblu: sul corner battuto da Volpi, Siviglia e Cribari si guardano inermi e Di Vaio ne approfitta con un preciso colpo di testa che piega le mani a Carrizo. La direzione di gara di Tagliavento non è impeccabile, più disponibile nei confronti dei padroni di casa e troppo da protagonista. Ma non è questo il motivo del risultato: il Bologna è determinato e aggressivo, con un mucchio di centrocampisti a supporto del solo Di Vaio in attacco. Chiude bene gli spazi ai biancocelesti. I rossoblù arrivano sempre primi sulla palla. L’inserimento di Dabo si rivela un errore, il calciatore è lento e nervoso e non aiuta Brocchi, fuori posizione alla sinistra di Ledesma. Curiosamente il continuo cambiamento di posizione dei tre attaccanti – che tanti problemi aveva creato alle difese avversarie - questa domenica non va in onda: Zárate largo a sinistra non è incisivo come da centrale. Foggia, che si è sempre espresso meglio a sinistra, gioca a destra. Rossi, insomma, ci mette del suo. Al 26’ l’ennesimo errore difensivo porta alla doppietta Di Vaio, che realizza un gol di gran classe: l’ex laziale raccoglie un preciso lancio di Marchini, si fa beffe di Siviglia e Cribari, controlla di destro e con il sinistro infila per la terza volta Carrizo con un tiro imprendibile. La Lazio cerca la riscossa con Kolarov: il suo destro impegna Antonioli che respinge di pugno, poi Foggia sfiora il primo palo, ma la Lazio è in difficoltà. Al 33’ Rossi cerca di porre rimedio inserendo Mauri al posto di Dabo, che nel frattempo si è anche fatto ammonire. Un bel colpo di testa di Cribari, parato in angolo da Antonioli, chiude il primo tempo. Nella ripresa Zárate lascia il campo a Rocchi che dopo 6 minuti raccoglie una bella verticalizzazione di Ledesma e si trova da solo davanti al portiere. Il tiro è centrale, Antonioli respinge, ma Rocchi rimedia raccogliendo il rimpallo e spedendo in rete. La Lazio accenna a riprendersi e per una decina di minuti spinge il Bologna nella propria metà campo, ma non riesce mai ad essere veramente incisiva. Pandev probabilmente risente della sfortunata trasferta con la propria nazionale, e non è mai davvero pericoloso. Al 34’ viene sostituito da Simone Inzaghi, ma ormai è troppo tardi. Anche una punizione di Ledesma viene vanificata da Mauri che, di testa, spedisce alto sulla traversa. La Lazio fallisce un importante appuntamento per mantenere il primato in classifica, il Bologna rialza la testa e con una gara di grande carattere, determinazione e corretto assetto tattico salva la panchina di Arrigoni, fortemente discussa in settimana. Bella prova anche per Mudingayi, che dà tutto in campo contro la sua ex squadra, disputando una partita di livello.
Nel dopo partita solo Delio Rossi risponde ai microfoni:
- Cosa non ha funzionato oggi?
Dopo dieci minuti eravamo sotto di due gol. Poi ci siamo ripresi ma ormai la frittata era fatta. Oggi non abbiamo interpretato bene la gara dall’inizio e quindi dobbiamo solo recitare il mea culpa. Faremo bene se daremo sempre il massimo, non ci possiamo permettere di giocare sotto ritmo e di attaccare la spina così tardi. La sosta non ci ha fatto bene. Dobbiamo resettare e ripartire. Siamo una squadra che deve dare il massimo per ottenere forse il minimo. Non eravamo fenomeni prima, non siamo brocchi adesso. Analizzare i primi 20 minuti di oggi significa parlare di un’altra squadra rispetto a quella che abbiamo visto a inizio campionato. Non mi aspettavo una partita così. Sono a capo di questo gruppo, se questa è stata la prestazione vuol dire che non ho tenuto alta l’attenzione”.
- Zárate non segna più? Cos’è successo?
Non è successo niente. Zárate è esploso in maniera esponenziale. È un giocatore importante e tornerà ad essere quello che è. Ho sostituito lui come avrei potuto sostituire un altro”.
- Il ritorno di Rocchi, una nota positiva di questa brutta giornata?
Tommaso è un giocatore importante, uno che va in doppia cifra, ad ogni campionato. Rocchi per noi è molto importante, ha bisogno di giocare perché è stato fuori tanto tempo per l’infortunio. Ma ripeto, oggi quando abbiamo cominciato a giocare era troppo tardi”.
- C’è qualcosa da registrare in difesa?
Sulla punizione che porta al primo gol c’è la bravura di Volpi. Ma sul calcio d’angolo del secondo gol la responsabilità è della difesa”.
- Carrizo è in difficoltà, come è possibile dargli una mano?
Non la sensazione che Carrizo sia in difficoltà. La vita dei portieri è fatta di alti e bassi. Ma io non vedo il ragazzo in difficoltà”.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
BOLOGNA-LAZIO 3-1 (pt 3-0)
BOLOGNA: Antonioli, Zenoni, Terzi, Moras, Bombardini, Mudingayi, Volpi, Lavecchia (17′ st Mingazzini), Marchini (28′ st Lanna), Valiani (45′ st Castellini), Di Vaio. In panchina: 15 Colombo, 16 Carrus, 20 Adailton, 11 Bernacci. All.: Arrigoni.
LAZIO:Carrizo, Lichtsteiner, Siviglia, Cribari, Kolarov, Dabo (34′ pt Mauri), Ledesma, Brocchi, Foggia, Pandev (34′ st Inzaghi), Zarate (1′ st Rocchi). In panchina: 86 Muslera, 29 De Silvestri, 22 Rozenhal, 32 Radu. All.: Rossi.
Arbitro: Tagliavento di Terni
Reti: nel pt 5′ Volpi, 11′ e 26′ Di Vaio; nel st 6′ Rocchi.
Angoli: 7-4 per il Bologna
Recupero: 2′ e 6′.
Ammoniti: Siviglia, Bombardini, Dabo, Marchini, Brocchi e Ledesma per gioco scorretto; Zenoni per comportamento non regolamentare; Mudingayi per proteste
Spettatori: 20.145

venerdì 17 ottobre 2008

Gentile: Lazio e fisco. Dallo Stato nessun favore


L’avvocato Gian Michele Gentile, ospite negli studi di RadioSei della trasmissione Non Mollare Mai, racconta la sua avventura a fianco del presidente Claudio Lotito. “Quando mi disse che voleva prendere la Lazio pensai “Ma che sei matto” – ricorda il legale biancoceleste – La rateizzazione? Fu una gran fatica, aggiungo solo che La Lazio potrebbe ottenerla anche con la normativa attuale: nessuno ci ha fatto favori”.

Avvocato Gentile, che faceva prima di diventare il factotum legale della Lazio?
Mi sono occupato di Diritto sportivo solo dal 19 luglio 2004 (giorno dell’avvento di Lotito a Formello, ndr), nessun contatto in questo ambito in precedenza. Conosco il presidente dalla fine degli anni Settanta per lavoro, poi abbiamo continuato a sentirci e il nostro è divenuto un rapporto d’amicizia tanto che sono il padrino del figlio di Claudio, Enrico”.

Cosa si ricorda di quella corsa in motorino verso il Tribunale di Tivoli?
Passai qua davanti, sulla Tiburtina, per arrivare in tribunale. La società era praticamente sull’orlo del fallimento, era già stata convocata in Camera di Consiglio. Ci fu una prima udienza nella quale ottenni un termine per depositare un documento che dimostrasse la disponibilità dell’Agenzia delle Entrate a rateizzare quanto dovuto all’Erario. In realtà chi aveva sollevato la questione, un avvocato di Milano, venne soddisfatto ma a quel punto il tribunale di Tivoli si mosse d’ufficio. Gli incartamenti andavano consegnati entro le 13, ci sbrigammo tanto che ricordo che il provvedimento dell’Agenzia delleEntrate doveva essere confermato dalla Commissione Consultiva istituita presso la Corte dei Conti. Ci fu una riunione alle 9 del mattino a piazza Mastai , il fax arrivò alle 12 e in sella al mio scooter (un Peugeot Elyseo 125, ndr) arrivai a Tivoli dove m’aspettavano molti tifosi biancocelesti”.

Cosa successe a Tivoli?
Dopo aver depositato l’atto in cancelleria dovevo andare direttamente dal presidente, i cui uffici si trovavano in altra sede. Feci quei 200 metri a piedi con i tifosi che mi seguivano, la gente che urlava dalla finestre. Mi telefonò Lotito a cui feci sentire la situazione e l’entusiasmo attorno a me”.

Quale fu la prima reazione quando Lotito le disse che voleva prendere la Lazio?
Gli dissi “Ma che sei matto”. Seguirono alcuni incontri con l’ex ad Masoni, e ogni volta la situazione dei conti peggiorava. Alla fine dopo qualche giorno di silenzio mi chiamò alle 11 del 19 luglio per dirmi: “Prendo la Lazio, ci vediamo da Gilardoni alle 15 a via Nicotera”.

E’ vero che Lotito chiese a Masoni di restare?
Lotito insieme con lui non fece alcuna operazione. Il presidente disse che chi restava si doveva rimboccare le maniche, in sostanza si trattava di fare un’opera meritoria per zero euro. Con Masoni e il presidente Longo ci fu grande collaborazione, anche con gli amministratori di Banca di Roma ci fu comunque un passaggio accompagnato da professionalità e responsabilità”.

Tornando all’attualità, come finirà il contenzioso con Mutarelli?
Aspettiamo la decisione prevista per il 23 ottobre. Il centrocampista per l’estromissione dalla rosa e l’esilio a Formello ha chiesto la risoluzione del contratto, noi abbiamo sostenuto come 10 giorni di assenza da Auronzo non rappresentassero un inadempimento per determinare la risoluzione”.

E con Stendardo a che punto siamo?
Stendardo era partito dalla richiesta di reintegrazione, alla quale poi ha rinunciato. Una volta caduta questa fattispecie, l’indennizzo collegato per noi non avevamotivo d’essere. Il collegio arbitrale poteva ridurre le clausole penali manifestamente esose ma non l’ha fatto e ha condannato la Lazio al risarcimento per 180.000 euro (20% dello stipendio annuale lordo). Ieri abbiamo chiesto l’esonero dalla clausola compromissoria per rivolgerci al giudice del lavoro a Milano e aspettiamo la deroga della Federcalcio, la cui commissione si riunisce domani”.

Avvocato, vinta la battaglia con la Consob, a Milano qual è la situazione?
Il 22 saremo a Milano per ascoltare l’ultimo testimone e la requisitoria del pm, in quella data depositeremo anche le motivazioni del Tar che ha annullato la delibera della Consob. Il 12 novembre saranno ascoltati i testimoni della difesa e quindi si andrà a sentenza. La presidente del Collegio, la giudice Manfrin vuole andare a sentenza prima del 2009 e il materiale esaminato sarà lo stesso della
Consob
”.

Che parere s’è fatto delle cosiddette cordate di San Marino e di Giorgio Chinaglia?
Da uomo della strada è quello vostro. La cordata di SanMarino non è mai esistita, mai venuta fuori, il cui rappresentante non rivela il nome del suo assistito da oltre 4 anni. Due processi in corso, siamo parte civile, per rispetto agli imputati preferisco non parlarne per avere espressioni accusatorie: per rispetto a loro meglio tacere”.

Rateizzazione col Fisco. Come ci arrivammo?
Non è stato fatto alcun regalo alla Lazio. C’erano pignoramento e ipoteca su tutti i beni della Lazio, c’era stata una domanda di condono della quale era stato pagato il primo acconto, per il secondo non c’erano soldi. Studiando valutammo di lasciare il condono e trovando la soluzione alternativa, ovvero una legge che già esisteva dal 2002 e che consentiva al Fisco di incassare quanto dovuto. Abbiamo ottenuto solo la dilazione del totale più gli interessi: l’Agenzia delle Entrate scelse un advisor che doveva stabilire quanto avrebbe preso il Fisco se la Lazio fosse fallita. Ebbene l’advisor stabilì che avevamo 20 milioni di euro di patrimonio, debiti con tutti creditori privilegiati che venivano tutti prima del fisco. Ad esempio, solo Mancini doveva avere 800.000 mila euro, con i libri in Tribunale al fisco sarebbero andati 3 milioni. L’intesa fu firmata da tutti i creditori con un grado di privilegio maggiore, bastava che uno dicesse no e la Lazio falliva. Non è vero che la legge utilizzata dalla Lazio è stata abrogata, anzi, è stata implementata nella riforma del Diritto fallimentare del 2006, e se ad oggi la Lazio fosse nelle medesime condizioni di allora, potrebbe utilizzare tale norma per ottenere la rateizzazione”.

La Lazio aiutata?
Siamo dovuti andare anche a Bruxelles per discutere di aiuti di stato… Per legge ogni accordo col fisco prevede l’azzeramento delle sanzioni, restano il debito d’imposta e gli interessi. Inoltre quest’ultimi nel nostro caso non sono fissi, sono interessi indicizzati”.

Cosa ci può dire del contenzioso con l’ex dg, Giuseppe De Mita?
Il contratto prevedeva un compenso di 400.000 euro, oltre all’auto di servizio, carte di credito e polizze mediche. In caso di recessione anticipata avrebbe avuto una penale da 2,5 milioni, pari a cinque anni di stipendio. Siamo ricorsi in appello perché non vogliamo pagare neanche il residuo del 60% da versare come stabilito in primo grado; l’udienza è fissata per gennaio”.

Gianluca La Penna
RadioSei

lunedì 6 ottobre 2008

Super Simone salva la Lazio


Dopo la partita di sabato pomeriggio contro il Lecce cresce la consapevolezza che la Lazio è davvero un’altra squadra. Questo gruppo ha carattere: magari si complica un po’ la vita con qualche leziosità (quando la classe si coniuga con la giovane età può accadere), ma quando si tratta di reagire si trasforma in un'armata. Talvolta con troppa frenesia, talvolta con qualche imprecisione. Ma combatte fino alla fine. E proprio alla fine arriva Super Simone, il fratello di Super Pippo, a rimettere in pari un risultato ingiusto e sfortunato. Il Lecce di Beretta è ben piazzato in campo, occupa gli spazi impedendo ai fantasisti biancocelesti di svariare come sanno. La Lazio però non approfitta della prima occasione che si presenta al 9’ con Mauri, perfettamente imbeccato da Pandev sottomisura: il suo tiro finisce alto. Risponde il Lecce con Castillo, ma Carrizo non si fa trovare impreparato. Al 14’ ci prova anche capitan Ledesma su punizione, ma Benussi è pronto. Poi a sorpresa il vantaggio dei salentini, con Tiribocchi che – da solo davanti a Carrizo – schiaccia di testa in gol. La partita s mette in salita per la Lazio, che scende in campo dopo la sosta con un altro atteggiamento. Il Lecce lentamente cala, la Lazio prende in mano il gioco e Kolarov, che ha rilevato da poco Radu, al 21’ sfiora il pareggio con una punizione che fa tremare la traversa. Tre minuti dopo ci riprova Foggia che, da solo davanti al portiere, carica troppo e spedisce inspiegabilmente alto sopra la linea della traversa. Al 33’ fallisce anche Pandev, piuttosto nervoso: chiude troppo il sinistro e manda fuori un pallone che solitamente spedisce in rete con precisione. Al 38’ il neo entrato Simone Inzaghi si procura una punizione da ottima posizione. Ledesma con un (quasi) perfetto calcio d’interno sfiora la rete con Benussi ormai battuto. Quando la partita sembra ormai persa ci mette lo zampino Super Simone: colpo di testa di Ledesma che rimbalza sulla schiena di Stendardo, Inzaghi raccoglie al volo di sinistro – come solo lui sa fare – e la mette dentro. Grande Simone: erano 4 anni che non andava in gol in campionato, e in una decina di minuti riesce a raddrizzare una partita che la Lazio delle scorse edizioni avrebbe sicuramente perso. Simone fa ritrovare alla Lazio quella figura di attaccante “rapinatore d’area” che ultimamente le è sempre mancata. Delio Rossi ha tratto sicuramente interessanti elementi di valutazione da questa partita, difficile e indisponente. Difficile perché molte squadre ormai cercheranno di fermare il gioco della Lazio chiudendosi a riccio, come predetto proprio dal mister prima della gara. Indisponente non solo per la svista arbitrale che non concede un sacrosanto rigore a Pandev nel corso del primo tempo, ma soprattutto per l’atteggiamento del Lecce, molto antisportivo quando oltre a chiudersi in 10 dietro la linea della palla, fa sfoggio di continue simulazioni da ostruzionismo che Pierpaoli colpevolmente lascia correre. Al punto da ritenere idoneo il recupero finale di soli 3 minuti, sufficiente appena per le 6 sostituzioni effettuate. Senza contare le perdite di tempo procurate dal Lecce (ammonito per questo anche Benussi), i continui falli per spezzare il gioco, le perdite di tempo evidenti anche solo per battere un fallo laterale. Però questo non è gioco del calcio. È solo noia e indisponenza. È ora di dare un migliore spettacolo ai tifosi. E a quelli biancocelesti va sicuramente un plauso: sono accorsi in oltre 30 mila a incoraggiare la Lazio fino all’ultimo secondo, nonostante lo svantaggio. Se Simone l’ha messa dentro un po’ di merito va anche allo splendido tifo. Ormai si è capito: la Lazio sarà la sorpresa di questo campionato.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-LECCE 1-1 (pt 0-1)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Radu (15' st Kolarov); Brocchi (38' st S. Inzaghi), Ledesma, Mauri (6' st Meghni); Foggia, Zarate, Pandev. (Muslera, Cribari, De Silvestri, Dabo). All. D. Rossi.
LECCE: Benussi; Polenghi, Stendardo, Fabiano, G. Esposito; Zanchetta, Giacomazzi, Ariatti; Caserta (25' st Boudianski); Castillo 6 (38' st Konan), Tiribocchi (28' st Cacia). (Rosati, Diamoutene, Antunes, Munari. All. Beretta.
MARCATORI: Tiribocchi al 25' pt, Inzaghi al 44 st.
ARBITRO: Pierpaoli di Firenze.
NOTE: spettatori 30 mila circa. Ammoniti Pandev, Giacomazzi, Siviglia, Tiribocchi, Benussi, Boudianski. Angoli 10-3. Recupero 2' pt, 3' st.

venerdì 3 ottobre 2008

Lazio da applausi anche in coppa


L’atmosfera è carica: la Lazio vince, convince, e soprattutto diverte. Un momento speciale per la formazione allenata da Delio Rossi – capace di imprimerle un gioco scintillante – per la Società e per i tifosi. Torna a splendere la Lazialità. È vero, è presto per sognare conquiste travolgenti, del resto siamo solo all’inizio del campionato. Ma è anche vero che questa Lazio sfoggia già dei numeri importanti: primo attacco del campionato, Zárate capocannoniere, Pandev sempre in gol, squadra da sola al comando della classifica, contro ogni pronostico. Questa Lazio ha un gruppo solido, unito, motivato. Una squadra capace di far alzare in piedi 35 mila persone all’Olimpico per la qualità che mette nel gioco. E non si tratta di campioni affermati, di giocatori da ingaggi plurimilionari. Ma di calciatori con tanta voglia di affermarsi, alcuni con grande talento e tecnica, altri meno, ma tutti uniti da un minimo comun denominatore: portare in alto la Lazio. Ha ragione il presidente Lotito quando sottolinea che le motivazioni, l’impegno, il sacrificio riescono lì dove spesso il professionismo strapagato fallisce. La Lazio che scende in campo contro l’Atalanta mercoledì sera per il turno di Coppa Italia dà ancora spettacolo. Gara secca, dentro o fuori. Rossi applica un turn over di buon senso, schierando quei calciatori che hanno trovato finora meno spazio in campionato. Ecco allora in campo Muslera, De Silvestri, Diakité, Kolarov, Meghni, Manfredini, Makinwa, accanto a Ledesma, Rozehnal, Foggia, Zárate e Pandev. Anche l’Atalanta di Del Neri schiera le sue seconde linee. Fin dai primi minuti di gioco, nonostante i bergamaschi siano schierati bene in campo per chiudere ogni spazio, la Lazio impone il proprio gioco. Al 5’ Foggia inventa una bella conclusione da fuori area e al 10’ spreca purtroppo un delizioso pallonetto di Zárate che lo aveva smarcato in area facendolo trovare da solo davanti al portiere. Foggia si allarga troppo sull’uscita di Consigli e perde lo specchio della porta. Dopo soli tre minuti è un potente fendente di Kolarov a sfiorare il palo alla sinistra del portiere nerazzurro. L’Atalanta si fa vedere con un bel colpo di testa di Marconi, uno dei suoi giovani più promettenti, ma è ancora la Lazio a schiacciarla nella propria metà campo, rallentando o velocizzando il ritmo a proprio piacimento. Inizia lo show di Mauro Zárate, un calciatore così rapido, tecnico e imprendibile che sembra un personaggio della playstation. Al 15’ il giovane attaccante argentino inventa un destro a girare su cui Consigli deve superarsi deviando in angolo. Il gol è nell’aria è arriva due minuti più tardi. Punizione dai 30 metri che il solito Ledesma mette dentro, complice anche una lieve deviazione della barriera. Il monologo biancoceleste continua: al 21’ tacco esterno di Makinwa davanti alla porta, Consigli mette in corner. Al 30’ Rozehnal sfiora il raddoppio con un buon colpo di testa che finisce di poco alto sulla traversa. Cinque minuti dopo è sempre Zárate a stupire l’Olimpico. Fa tutto da solo: raccoglie una splendida palla a centrocampo, si invola imprendibile per le vie centrali e scarica un poderoso destro dai 30 metri che si stampa sulla traversa. Anche nella ripresa è Zárate –insieme a Foggia - a far consumare gli occhi agli spettatori: i due si scambiano continuamente posizione, mettono a sedere ripetutamente la difesa bergamasca che non riesce più a trovare punti di riferimento ed è spesso costretta a spedire la palla in tribuna. Al 15’ è sempre Maurito: sfugge a tutti i difensori incuneandosi in area rapidissimo, sfugge perfino allo strattonamento della maglia e libera un destro che Consigli, con un gran gesto, respinge a pugni chiusi. Dieci minuti più tardi Zárate lascia il posto a Pandev: standing ovation dell’Olimpico. Al 36’ è anche il turno di Simone Inzaghi, accolto con grandissimo calore dai tifosi. Cambi indovinati ancora una volta da Delio Rossi: a cinque minuti dalla fine contropiede fulmineo di Foggia che si porta sulla fascia destra, cross al centro per Inzaghi che si conferma ancora una volta ragazzo di grande generosità: invece di calciare comodamente in porta, preferisce servire Pandev che non manca il bersaglio con un sinistro al volo incrociato. Il risultato è al sicuro, gli ultimi minuti sono controllati abilmente dai biancocelesti. Eppure qualche minuto prima l’arbitro Trefoloni aveva negato un evidente rigore su Meghni (prova di grande spessore la sua): Mourad parte palla al piede sulla destra da centrocampo, semina mediani e difensori e sta per tirare quando viene agganciato alla caviglia sinistra da un avversario. Ma l’arbitro sorvola. Una menzione particolare va alla bella gara disputata da Diakité al rientro dal primo minuto dopo il grave infortunio dello scorso anno e proprio a Simone Inzaghi che, pur giocando una quindicina di minuti si fa trovare pronto e in condizione. E pensare che era uno dei calciatori lasciati in estate a Formello, tra mille polemiche. Ottima anche la partita di Manfredini. Nei minuti finali in campo anche Dabo, al rientro da una fastidiosa tendinite. La Lazio passa il turno e incontrerà ora il Milan negli ottavi di finale in una gara di sola andata. Delio Rossi però pensa già alla gara di Sabato pomeriggio contro il Lecce. Una vittoria in casa contro la sua ex-squadra confermerebbe l’ottimo momento dei biancocelesti.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-ATALANTA 2-0 (pt 1-0)
LAZIO: Muslera, De Silvestri, Diakite, Rozehnal, Kolarov, Meghni, Ledesma, Manfredini, Foggia (41′ st Dabo sv), Zarate (25′ st Pandev), Makinwa (36′ st S. Inzaghi). A disposizione:1 Carrizo, 32 Radu, 2 Lichtsteiner, 11 Mauri. All.: Rossi.
ATALANTA: Consigli, Rivalta, Capelli, Pellegrino, Bellini (40′ st Manfredini), De Ascentis, D’Agostino (7′ st Cerci), Guarente, Defendi, Ferreira Pinto (17’st Doni), Marconi. A disposizione: 31 Coppola, 8 Garics, 21 Cigarini, 22 Padoin. All.: Del Neri.
Arbitro: Trefoloni di Siena.
Reti: nel pt 17′ Ledesma; nel st 37' Pandev
Recupero: 0′ e 5
Ammoniti: D’Agostino, Capelli, Meghni e Doni.