sabato 20 dicembre 2008

Una rimonta incredibile: Udinese-Lazio 3-3


Non si capisce cosa stia accadendo alla Lazio: non è spiegabile con la forza della sola logica (che comunque nel calcio non la fa quasi mai da padrona) come sia possibile andare sotto di tre gol in un’ora e poi rimontare in 25 minuti sfiorando anche la vittoria. L’inedito 4-4-2 che Rossi schiera a sorpresa a Udine desta più di un interrogativo: Belleri e Del Nero sono praticamente due esordienti, Lichtsteiner spostato a centrocampo, Pandev in panchina, Mauri addirittura in tribuna. Un messaggio forte nei confronti della squadra? È appropriato inviare messaggi proprio in occasione di una partita così critica? Ambedue le squadre hanno bisogno di riscattarsi da una serie di insuccessi preoccupante, perché non si va sul sicuro? La Lazio, nonostante un buon piglio fin dai primi minuti,
finisce per fare il gioco dei padroni di casa: a Di Natale bastano 9 minuti per battere Carrizo con una grande giocata in coppia con Quagliarella, che gli mette sui piedi l’assist perfetto. I biancocelesti reagiscono a testa bassa: tutti in avanti. Risultato? Il secondo gol arriva dopo soli 6 minuti. Lo scenario è il solito: contropiede fulminante, questa volta è Di Natale a mandare in gol Quagliarella. La Lazio però non si abbatte: Ledesma si carica la squadra sulle spalle, cerca il gran tiro dalla distanza, l’assist prezioso per Rocchi (al 45’). Qualcosa si muove, ma senza risultato.
Al rientro dagli spogliatoi Rossi cambia le carte in tavola, riproponendo un più probabile 4-3-3: Meghni rileva Belleri e Lichtsteiner torna terzino sinistro, Pandev per Del Nero. È proprio il macedone a far cambiare marcia ai suoi, ma inaspettatamente dopo 10 minuti arriva il terzo gol: Di Natale a tu per tu con Carrizo lo batte dopo che il portiere argentino si fa scappare dalle mani il pallone che ha già parato. Sul 3-0 la partita potrebbe considerarsi chiusa. Lazio ormai agli inferi. Eppure la parola fine non è stata ancora pronunciata. Pandev al 15’ tira una gran botta decentrato sulla sinistra, Handanovic respinge ma c’è Zarate davanti alla porta e il suo tap-in è freddo e implacabile. L’argentino senza esultare va subito a riprendere la palla in fondo alla rete e la riporta al centro del campo. L’Udinese accusa il colpo, la Lazio cresce: al 27’ svetta imperiosamente Diakité al centro della difesa bianconera e la mette dentro con un gran colpo di testa. Questo ragazzo è il futuro della Lazio e con il gol riscatta lo sfortunato incidente dell’autorete contro l’Inter. Due minuti dopo anche Carrizo fa vedere che è un gran portiere e si supera su un bel tiro di Quagliarella. Entra nel vivo della gara anche Zarate, piuttosto in ombra per 70 minuti nonostante il gol. Marino rinforza il centrocampo con Obodo, esce Pepe. Anche Foggia al 35’ rileva Dabo, Rossi ora ci crede. L’aiuta l'Udinese che pensa solo a difendersi e così al 40' ci pensa Ledesma con una delle sue bombe: destro forte e preciso che porta il risultato sul 3-3. Davvero incredibile. Il finale della partita è solo Lazio, un vero e proprio assedio che per poco non guadagna anche la vittoria. ci mette del suo anche l’arbitro Rosetti che inesplicabilmente concede soltanto 3 minuti di recupero nonostante l’infortunio di D’Agostino al 42’ (sostituito da Pasquale) e la perdita di tempo che si è consumata in campo prima di far uscire il malcapitato dal campo. Un pareggio assurdo, che non porta granché ai due contendenti e risveglia in casa biancoceleste critiche e dubbi sulla tenuta dello spogliatoio. L’incredibile rimonta di ben 3 gol consumata in soli 25 minuti offre alla Lazio uno spunto più che interessante per capire di che pasta è fatta. Sempre che ci creda.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
UDINESE-LAZIO 3-3 (pt 2-0)
UDINESE (3-4-3): Handanovic; Coda, Sala, Domizzi; Motta, D'Agostino, (42' st Pasquale), Inler, Lukovic; Pepe (25' st Obodo), Quagliarella (39' st Floro Flores), Di Natale. (Belardi, Nef, Asamoah, Sanchez). All. Marino
LAZIO (4-4-2): Carrizo; Belleri (1' st Meghni), Diakitè, Cribari, Radu; Lichtsteiner, Dabo (35' Foggia sv), Ledesma, Del Nero (1' st Pandev); Rocchi, Zarate. (Muslera, Firmani, Rozehnal, Manfredini). All. Rossi
ARBITRO: Rosetti di Torino
MARCATORI: Di Natale al 9' p.t., Quagliarella al 15' p.t; Di Natale al 10' s.t., Zarate al 15' s.t., Diakitè al 27' s.t., Ledesma al 39' s.t.
NOTE: Recupero: 1' e 3'. Angoli: 6 a 3 per la Lazio. Ammoniti: Cribari, Dabo e Meghni per gioco falloso; Radu per comportamento non regolamentare; Quagliarella e Domizzi per proteste. Spettatori: 14.000

giovedì 11 dicembre 2008

Una sconfitta annunciata: Lazio-Inter 0-3

Non è certo dalla partita contro l’Inter che la Lazio poteva aspettarsi la ripresa in campionato. Dopo la famigerata sconfitta del derby i biancocelesti sembrano aver perso quella lucidità e quello spirito di squadra che l’avevano contraddistinta a inizio stagione. Rossi cambia ancora una volta la formazione schierando centrocampisti “leggerini” se paragonati ai giganti nerazzurri. È vero anche che il posto di Mauri avrebbe dovuto essere di Lichtsteiner, purtroppo ancora indisponibile dopo l’infortunio in Coppa Italia. Se poi si prende gol dopo soli due minuti, la storia si fa davvero complicata. La situazione è quella simile a tante altre: sugli sviluppi di un corner Samuel viene lasciato indisturbato nel colpire di testa a rete. Contro un avversario del genere prendere un gol a inizio partita significa quasi non iniziarla: tuttavia la Lazio nel corso della prima frazione di gara gioca un discreto calcio, con ritmi molto alti, quasi frenetici, e con qualche bella idea che purtroppo – come spesso le accade ultimamente – non riesce poi a concretizzare. L’arma dei padroni di casa, curiosamente, sono i tiri da fuori: ci provano Kolarov (8′), Dabo (15′) e Rozehnal (17′), ma sono sfortunati e mancano di poco il gol. L’Inter gestisce l’incontro, attende il contropiede giusto per chiuderlo. I nerazzurri giocano al piccolo trotto e poi partono a testa bassa: riescono così a trovare un paio di occasioni con Samuel al 25′ e con il subentrato Crespo che, dopo una respinta poco convincente di Carrizo, a porta quasi vuota spara fuori. La palla gol più limpida la costruisce però la Lazio con Pandev al 30’ del primo tempo: il macedone va via sulla sinistra a fondo campo a Cordoba, mette al centro per Zárate che però si fa anticipare. Poi Pandev è costretto a lasciare il campo per il riacutizzarsi di un fastidio alla coscia che lo aveva già tormentato in settimana, sostituito da Rocchi. Il tempo si chiude con un gran tiro di Foggia di poco fuori e con una sfortunata autorete di Diakité al 48’. Uno sciagurato infortunio per il giovane gigante francese della Lazio che rimarrà, fino a fine partita, uno dei migliori in campo. Con lui Ibrahimovic non ha avuto certo vita facile.
Il secondo tempo è per la Lazio tutto in salita: se recuperare un gol all’Inter è un’impresa, recuperarne due sembra quasi impossibile. Inoltre Rossi sostituisce il più robusto Dabo con Brocchi che ce la mette tutta, ma non è forse l’interprete più adatto contro il muscolare centrocampo nerazzurro. Ci si mette poi anche un arbitro molto modesto come Orsato, che si guarda bene dall’ammonire Muntari – autore di diverse entrate anche da dietro – e dispensa un discutibile giallo a Diakité. Anche i suoi assistenti non brillano, e al 10’ l’Inter chiude virtualmente la partita con un gol in fuorigioco di Ibrahimovic. La beffa arriva però due minuti dopo: Kolarov accorcia le distanze con una gran botta su punizione, ma il modesto Orsato annulla per motivi che rimarranno ai più ignoti: Orsato aveva fischiato prima per la posizione della barriera, poi però alla punizione che fa ripetere non se la sente di fischiare ancora nonostante Cordoba sia vicinissimo al pallone. Un paio di interventi di Julio Cesar (ammonito per proteste in occasione della famigerata punizione) mettono fine a una partita forse mai davvero cominciata.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:

LAZIO-INTER 0-3 (pt 0-2)
LAZIO: Carrizo; De Silvestri; Diakité, Rozehnal, Kolarov; Dabo (dal 1' s.t. Brocchi), Ledesma, Mauri; Foggia (dal 32' s.t. Meghni), Pandev (dal 31' p.t. Rocchi), Zárate. (Muslera, Cribari, C. Manfredini, Radu.).
All: Rossi.
INTER: Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Samuel, Maxwell; J. Zanetti, Cambiasso, Muntari (dal 33' s.t. Figo); Stankovic (dal 41' s.t. Mancini); Cruz (dal 28' p.t. Crespo), Ibrahimovic. (Orlandoni, Materazzi, Burdisso, Quaresma.).
All: Mourinho.
ARBITRO: Orsato, di Schio (Vicenza).
MARCATORI: Samuel (I) al 2', Diakite (L), su autorete, al 48' p.t.; Ibrahimovic (I) al 10' s.t.
AMMONITI: Stankovic, Maxwell, Diakite e Zarate per gioco scorretto, Julio Cesar per proteste.
ANGOLI: 6-5.
RECUPERI: p.t. 3', s.t. 3'.
NOTE: Spettatori 50.000.

venerdì 5 dicembre 2008

PES 2009 scende in campo con la Lazio



PES 2009 sarà main sponsor e “compagno di squadra” della Lazio in occasione della 15esima giornata di Campionato di Serie A: i biancocelesti, infatti, indosseranno una maglia molto speciale, ideata in esclusiva per questa occasione, che riproduce il marchio di PES 2009.
Il videogame di calcio, PES 2009, edito da Konami Digital Entertainment GmbH e distribuito nel nostro Paese da Digital Bros, arrivato alla sua ottava edizione continua a riscuotere un enorme successo, confermandosi anche quest’anno il gioco più amato d’Italia.

In qualità di gioco numero uno nelle classifiche di gradimento, PES mette d’accordo tutti e riesce a unire sotto la sua bandiera le tipologie di utenti più diverse. Soprattutto tra i giovani, PES è un marchio universalmente riconosciuto ed apprezzato. Proprio per questo, PES 2009, rappresenta un canale di comunicazione e promozione ideale per parlare ai giovani e il partner più adatto per supportare la S.S. Lazio nella sensibilizzazione dei valori che incarnano il vero spirito sportivo e che trovano massima espressione negli articoli IV e V della carta Olimpica:

Art: IV - La pratica dello sport è un diritto umano. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticarlo senza alcun tipo di discriminazione e in pieno spirito sportivo, che richiede comprensione reciproca, spirito di amicizia, solidarietà e fair play.

Art: V - Ogni forma di discriminazione relativa a paese di provenienza, razza, religione, inclinazione politica, sesso sono assolutamente incompatibili con lo spirito sportivo.

Due stelle di prima grandezza del panorama calcistico, reale e virtuale, si uniscono così in un’iniziativa benefica per sottolineare le funzione formativa e sociale dello sport, dando continuità ad un pensiero già esistente per entrambe. Infatti, da parte di Digital Bros, l’idea di sponsorizzare la partita di domani sera nasce da un progetto già iniziato lo scorso anno, quando con PES, è stata realizzata e sponsorizzata la maglia di calcio più grande del mondo. L’evento, che aveva celebrato l’uscita del gioco, era nato con lo scopo di raccogliere fondi per il finanziamento di iniziative benefiche, che mirassero a promuovere i valori positivi dello sport. Ugualmente, la Società Sportiva Lazio da diversi anni è attiva nella promozione della funzione formativa e sociale dello sport verso i giovani. La Lazio è costantemente impegnata nel “Progetto Scuole” che prevede la visita di alcune scuole romane, elementari e medie inferiori, da parte dei giocatori e dello staff della squadra. L’obiettivo è quello di sperimentare un nuovo percorso educativo che consiste nel promuovere e formare una sana cultura sportiva, diffondendo ed incrementando i principi legati ad una crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi, altresì, gli adulti del domani, a comportamenti rispettosi dell'avversario e delle istituzioni. In sede di campagna abbonamenti per la stagione in corso inoltre ha istituito una tessera completamente gratuita rivolta a 10.000 ragazzi under 14 che hanno quindi la possibilità di assistere a tutte le partite casalinghe della squadra. Proprio in occasione della partnership legata alla sponsorizzazione della maglia, le due realtà hanno voluto unire le forze e continuare questa tendenza per sottolineare in modo ancora più efficace i valori che condividono. Le magliette speciali indossate dai calciatori domani sera, saranno messe all’asta ed il ricavato sarà interamente devoluto per finanziare il progetto “Casa Mihiri” supportando il lavoro già iniziato dalla fondazione Lazio Club Onlus: una casa di accoglienza nella località di Walahanduwa nello Sri Lanka, dove diversi bambini sfortunati hanno trovato una famiglia. L’impegno è quello di continuare ad aiutare questi bambini nei loro studi, contribuendo all’acquisto del materiale didattico necessario e fornire loro gli strumenti necessari per poter auspicare ad un futuro migliore.

Claudio Lotito, Presidente della S.S. Lazio S.p.A., ha commentato: “Sono molto contento di questa partnership con un marchio come PES, notoriamente vicino al mondo giovanile e non solo. Da sempre sostengo che in una società in cui i ragazzi non hanno più punti di riferimento solidi, debba essere lo sport ed in particolare il calcio, per la grande forza mediatica che possiede, a veicolare i valori della solidarietà, della fratellanza, della lealtà e del rispetto dell’avversario tra i giovani. Ed è per questo che credo molto nel progetto giovani e nel progetto Lazio nelle scuole, perché attraverso la mia squadra si educhino i bambini ed i ragazzi al rispetto di questi stessi valori: si deve essere campioni sul campo ma anche nella vita.

Raffaele Galante, Amministratore Delegato di Digital Bros S.p.A., ha commentato: “Siamo molto soddisfatti del progetto realizzato con la S.S. Lazio, che ci ospita e che come noi è convinta che attraverso il calcio si possano realizzare importanti iniziative per i più bisognosi. I giovani sono un patrimonio importantissimo per la società, una risorsa fondamentale su cui investire ed è importante coinvolgerli in progetti che possano sensibilizzarli verso chi è meno fortunato. PES è un grande catalizzatore: parla a un pubblico vasto e trasversale e unisce realtà disomogenee. E’ per questo che riteniamo che, associare questo videogioco tanto amato a iniziative che uniscano in nome della solidarietà sia un dovere e uno sbocco naturale della campagna di comunicazione su un gioco che, sponsorizzando per la prima volta in assoluto una squadra di calcio, si pone come motore della promozione dei valori puliti dello sport.

“Pes 2009 unites”, significa un impegno intrapreso congiuntamente da Digital Bros e S.S. Lazio per abbattere le barriere discriminatorie, che indeboliscono i valori dello sport, e unire voci diverse grazie ad un’unica passione.

Coppa Italia: impresa della Lazio che batte il Milan a San Siro


Abbiamo ottenuto un risultato importante contro una squadra importante, contro i campioni del mondo. Tra l'altro, al contrario del Milan, proponendo una formazione con molti giovani. Siamo andati in svantaggio immeritatamente e la reazione dei ragazzi penso sia stata importante”. Come non essere d’accordo con Delio Rossi? Se il migliore in campo del Milan è stato Dida, qualcosa vorrà pur dire. La Lazio ritrova lo spirito, l’aggressività e compie l’impresa della qualificazione ai quarti di finale in Coppa Italia. Non tutto, per la verità fila liscio, ma la squadra si è ritrovata nel morale. E questo è molto importante. Nel gelo di S. Siro c’è anche un po’ di nebbia: la Lazio schiera diverse novità, soprattutto molti giovani. Muslera in posrta, De Silvestri torna titolare, accanto a Diakité (prova capitale la sua), Rozehnal (ottimo) e Kolarov (molto convincente). La novità a centrocampo è l’eccellente Lichtsteiner mezzo sinistro accanto a Dabo e Ledesma. Zárate è in panchina, in attacco Foggia, Pandev e Rocchi. Il Milan non prende alla leggera la gara, brucia ancora la sconfitta contro il Palermo in campionato e lo dimostra con la presenza in campo di gente come Seedorf, Kakà, Shevchenko e Ronaldinho. Nel primo tempo la Lazio è un po’ più aggressiva, ma piuttosto inconcludente dalla trequarti in su, come spesso accade negli ultimi tempi. A volte sembra che questa squadra dimentichi come si attacca. Poche le occasioni da entrambe le parti: al 18’ Muslera esce coraggiosamente sui piedi di Shevchenko lanciato in solitaria da Ronaldinho: corner. L’ucraino ci vorrebbe riprovare due minuti dopo, ma Diakité e Rozehnal fanno ottima guardia. Al 23’ risponde la Lazio con Lichtsteiner, eccellente anche nel ruolo di centrocampista, che si allunga centralmente con una bella progressione e sgancia un bel destro che sfiora il palo. Al 42’ dovrà lasciare il posto a Meghni per un intervento assassino di Senderos, che non viene neanche sanzionato dall’arbitro. Al 34’ ottima punizione da posizione decentrata di Kolarov, Dida si supera e la respinge. Un minuto ancora e si fa sentire la reazione del Milan con il solito Shevchenko, ma ancora una volta Diakité recupera bene sull’ucraino e lo costringe a un tiro di punta altissimo. Nel recupero ancora un paio di buoni tiri per parte: Flamini con un destro basso a mezzo metro dal palo di Muslera, mentre Pandev con un bel sinistro all’incrocio impegna severamente Dida che si supera in tuffo.
Al rientro ancora squadre corte, equilibrate, che faticano a trovare il guizzo, forse anche per il freddo, visto che il termometro è sceso sotto lo zero. Ci prova per primo Rocchi, che semina Senderos e appoggia per Pandev: sul suo sinistro rasoterra fa ancora una volta il miracolo Dida deviando in corner. Al 15’ Ronaldinho inventa per Shevchenko, che manda alto sulla traversa. Al 21’ il Milan rimane in 10: secondo giallo per Emerson, da poco ammonito, per un intervento nettamente in ritardo a centrocampo su Ledesma che si sganciava in avanti. La punizione di Kolarov è micidiale, e Dida si supera ancora in angolo. Al 26’ vergognosa gomitata volontaria di Ronaldinho che fa sanguinare il volto di Rozehnal: ancor più vergognosa l’assenza di qualsiasi provvedimento arbitrale (Ayroldi è di spalle, ma il fallaccio viene compiuto sulla linea del fallo a pochi metri dal quarto uomo) e il commento televisivo di Collovati e Nesti del tipo: bisogna comprendere questi grandi campioni, che a un certo punto non ce la fanno più a subire falli. Complimenti ai due professionisti che incitano alla violenza in campo. E pensare che per vedere la Rai si paga il canone. Si procede come se non fosse accaduto nulla e Foggia, solo in area, chiama Dida alla parata da posizione ravvicinata. Al 28’ Rossi decide di riportare Rocchi in panchina e sganciare l’asso nella manica, Zárate. Inutile dire che la sostituzione si fa sentire: il capitano non è ancora al meglio dopo l’infortunio, mentre l’argentino appena entra si rende subito pericoloso. Il Milan nel frattempo si è ridisposto in campo dopo l’espulsione di Emerson, una specie di 4-4-1 con Shevchenko più largo a destra e Ronaldinho punta centrale avanzata. Nel momento migliore dei biancocelesti, al 32’ l’ucraino sfrutta lo spazio, prende palla, finge il tiro di destro, rientra sul sinistro e dal limite dell’area trova l’angolo sul secondo palo di Muslera. Il giovane portiere biancoceleste parte con un lievissimo ritardo (gli vengono anche i crampi) perché ha la visuale coperta e nonostante si distenda il pallone entra inesorabile in rete. Sembra di vedere il solito copione in casa laziale: tanto gioco e nessuna finalizzazione. Invece la Lazio non molla e quasi allo scadere (42’) si procura un rigore. Favalli stende ingenuamente Pandev in area. Ayroldi non può che indicare il dischetto e Zárate freddamente fa rimanere sul posto Dida. È il pareggio che significa tempi supplementari, visto il nuovo regolamento della Coppa Italia: la partita è a turno secco. La Lazio colpisce a soli 2’ dall’inizio del primo tempo supplementare: Pandev ben servito in area mette a sedere Jankulovski e tira in porta: Dida respinge sui piedi di Zárate che ribatte in porta, ma sulla linea respinge Senderos, la palla finisce nuovamente sui piedi di Pandev che questa volta alza il pallone e conclude sotto la traversa con un ottimo colpo. Per il macedone è il giusto ritorno al gol, cercato in tutti i modi. Il primo tempo supplementare si chiude con le squadre lunghe e tanta confusione in campo. All’inizio del secondo tempo supplementare, però, la Lazio si dimostra esperta e matura nell’amministrare il vantaggio: possesso di palla nel centrocampo del Milan, sempre sicura dei propri mezzi. L’unica occasione è per Ronaldinho che su punizione sfiora il palo dopo una leggerissima deviazione con la mano sinistra da parte di Muslera che si distende in tuffo. Poco prima del fischio finale, ancora una bruttissima entrata – totalmente inutile – di Senderos su Zárate davanti agli occhi di Delio Rossi che, terminata la gara, lo insegue nel tunnel che porta agli spogliatoi gridando al calciatore svizzero di chiedere scusa all’argentino e ritardando così la presenza di fronte ai microfoni della Rai. È finita: la Lazio può correre sotto la curva e festeggiare assieme ai circa 4 mila tifosi biancocelesti che hanno coraggiosamente sfidato il gelo di San Siro pur di stare accanto ai proprio beniamini. Una vittoria importantissima per la squadra e Delio Rossi dopo le ultime deludenti prove in campionato. Una vittoria che rappresenta una buona base da cui ripartire per la correzione di alcuni errori e per lo schieramento in campo di forze giovani pronte per un posto da titolare. Delio Rossi ha dimostrato lucidità e coraggio in un momento difficile e dalla sua ha anche la risposta compatta della squadra. Avanti così. Sabato pomeriggio c’è l’Inter. Non si scherza.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
MILAN-LAZIO 1-2 dts (1-1 al termine dei tempi regolamentari)
MILAN: Dida; Antonini (32' s.t. Jankulovski), Senderos, Kaladze, Favalli; Flamini, Emerson, Seedorf (25' s.t. Zambrotta); Kakà; Shevchenko (40' s.t. Cardacio), Ronaldinho. (Kalac, Maldini, Darmian, Strasser). All. Ancelotti.
LAZIO: Muslera; De Silvestri, Diakitè, Rozehnal, Kolarov; Dabo (40' s.t. Mauri), Ledesma, Lichtsteiner (42' p.t. Meghni); Foggia, Rocchi (28' s.t. Zarate), Pandev. (Carrizo, Brocchi, Belleri, Cribari). All. Rossi.
ARBITRO: Ayroldi.
MARCATORI: Shevchenko (M) al 32', Zarate (L) su rigore al 42' s.t.; Pandev (L) al 2' p.t.s.
NOTE: spettatori 10 mila circa.
ESPULSI: al 21' st Emerson (M) per doppia ammonizione.
AMMONITI: Rozehnal, Kaladze, Cardacio, Diakitè, Zarate.
RECUPERO: 3' p.t., 4' s.t.; 0' p.t.s., 0' s.t.s.

mercoledì 3 dicembre 2008

Atalanta-Lazio 2-0

A Bergamo la squadra è stata ordinata, ma abbiamo preso il gol nel nostro momento migliore, poi ci siamo persi e abbiamo perso l’autostima e non siamo più riusciti a ribaltare il risultato. Ora bisogna reagire perché questa non è una squadra allo sbando. Bisogna avere un atteggiamento costruttivo e non distruttivo, questo bisogna fare. Non capisco ad esempio perché per squadre che si trovano nelle nostre stesse condizioni si parla di squadre rivelazione, mentre per noi si parla di sbando. Purtroppo ci portiamo ancora dietro il macigno del derby”. Se dovessimo desumere da queste dichiarazioni di Delio Rossi – che a causa dell’influenza non ha parlato nel dopo partita a Bergamo ma lo fa alla vigilia di Milan-Lazio per gli ottavi di finale della Tim Cup – avremmo l’istantanea di una squadra che sa il fatto suo. E che per un episodio sfortunato perde l’autostima ed esce sconfitta da una gara ben condotta.
Ci permettiamo di dissentire con forza non solo da questa descrizione della partita contro l’Atalanta, ma dall’analisi in generale. Dopo 14 giornate di campionato è lecito trarre alcune conclusioni. Fin dalla prima giornata a Cagliari – nonostante il risultato – la squadra ha convinto a metà: un primo tempo molto discutibile, in cui va anche sotto di un gol, una squadra trasformata, aggressiva, con Zárate protagonista. Da allora la Lazio ha alternato sempre un primo tempo di scarsa personalità a un secondo tempo esplosivo, considerate anche le dovute sostituzioni – ma fino a un certo punto. Fino al punto in cui Rocchi non è stato disponibile per la squadra dopo l’infortunio. Da quel momento in poi il famigerato tridente è diventato uno dei più sciagurati leit-motiv che ha generato confusione nel tecnico e nei calciatori. Fin quando Delio Rossi ha avuto la scelta quasi obbligata di schierare Foggia – Zárate - Pandev con Mauri interno di sinistra la squadra ha sempre fatto risultato, più o meno convincendo. Certo, molti dei punti che attualmente si ritrova in classifica sono da ascrivere senza dubbio al talento indiscusso dell’astro nascente di Zárate, inutile nasconderlo. Che schierato al centro del cosiddetto tridente leggero ha sempre stupito e segnato. Da quando è andato in onda il tridente pesante e Zárate è stato spostato dal centro ha comunque fornito assist geniali ai compagni, ha comunque stupito ma – troppo lontano dalla porta e incalzato dall’ingenerosa critica di essere “egoista” – ha smesso di segnare. Con una rapida scorsa, è facile ricordare che la Lazio ha interpretato al meglio e durante tutto l’arco della gara, una sola partita: Lazio-Fiorentina. Avversari polverizzati, annullati in campo da un’interpretazione tecnico-tattica praticamente perfetta. E contro una squadra considerata diretta concorrente, se non un gradino più su. Poi è iniziato un calo di rendimento deludente. Quindi è arrivato il derby, interpretato nel primo tempo in modo tatticamente timido e con un atteggiamento di adattamento all’avversario davvero incomprensibile. Poi le dichiarazioni del capitano, Tommaso Rocchi, che si è sentito ingiustamente escluso dalla squadra contro il Genoa e che ha portato a galla qualche problema di spogliatoio. Da allora la Lazio ha solo fatto peggio. Rocchi a Bergamo parte titolare, ma ci piacerebbe sapere chi fosse quella controfigura in campo, perché non l’abbiamo riconosciuto. La Lazio ha fatto intravvedere finora lampi di gioco da grande squadra: non può improvvisamente aver dimenticato come si gioca a calcio e con quale spirito si affronta una partita. Le scelte del tecnico, però, possono aver ingenerato più di un malumore e soprattutto confusione nei calciatori. Perché sembra che lo stesso Rossi non sia convinto del famigerato tridente e i continui esperimenti a centrocampo per sostenerlo lo dimostrano. Incomprensibile però la scelta di Manfredini a Bergamo per contrastare il pur bravo Ferreira Pinto, manco fosse Ronaldinho... Tra l’altro, si fa presto a dire tridente: non basta schierare tre attaccanti in campo per parlare di tridente, quando poi due attaccanti su tre giocano quasi da centrocampisti.
Ma al di là di aspetti tecnici e tattici che non ci competono, è io gioco macchinoso e inconcludente che non convince, e che soprattutto non porta più punti. La Lazio sembra avvitarsi in una spirale autodistruttiva di cui vagamente si scorgono i contorni.
A Bergamo la Lazio conduce il primo quarto d’ora della gara tonica e aggressiva, l’Atalanta è attendista, si limita a contrastare. Possiamo anche dire che la Lazio abbia tenuto in pugno il primo tempo, ma senza concludere granché, se si escludono le squisite e geniali conclusioni di Zárate che il bravissimo Coppola riesce a neutralizzare. L’argentino è l’unico a creare occasioni e a rendersi davvero pericoloso. Questa volta però nel secondo tempo fa anche peggio. Dopo circa 10 minuti Rozehnal a centrocampo (?) perde palla: ne approfitta Floccari su cui esce provvidenzialmente Carrizo: Purtroppo la sua respinta arriva sui piedi dell’accorrente Valdes che –a porta vuota – la mette dentro. Reazione biancoceleste vicina allo zero. Rossi manda in campo Foggia per Manfredini, ma la musica è sempre la stessa. La difesa biancoceleste – che si muove senza alcuno schema – improvvisa un fuorigioco alto. Lo sbaglia e ne approfitta Floccari che, da solo davanti a Carrizo, lo supera con facilità. La confusione regna sovrana: in campo anche Makinwa, la cui presenza non viene quasi registrata. L’ultima occasione per la Lazio è nei minuti di recupero: ottimo assist di Rocchi che se n’è andato in profondità allargandosi sulla destra per Zárate al centro dell’area. L’argentino al volo colpisce la palla come meglio non si potrebbe, ma Coppola devia in angolo con la mano sinistra lontana dal corpo, un po’ miracolo, un po’ fortuna. La partita è chiusa. Il tabellino di marcia della Lazio si fa ora preoccupante. Per sua fortuna la posizione in classifica non muta di molto perché Napoli e Udinese escono anch’esse sconfitte. Ma ciò non permette di analizzare alla leggera una crisi ormai evidente di gioco e di personalità. Qualcuno dovrà porvi rimedio.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
ATALANTA-LAZIO 2-0 (pt 0-0)
ATALANTA: Coppola; Garics,Talamonti, Manfredini T., Bellini; Ferreira Pinto, Guarente, Padoin; Valdes (17's.t. De Ascentis ); Doni (45's.t. Rivalta); Floccari. (Consigli, Pellegrino, Marconi, Defendi, Vieri).
All. Del Neri
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Cribari, Rozenhal, Radu; Brocchi (23's.t. Dabo), Ledesma, Manfredini C. (17's.t. Foggia); Mauri (39's.t. Makinwa); Zarate, Rocchi. (Muslera, De Silvestri, Diakhite, Meghni).
All. D. Rossi
ARBITRO: Bergonzi di Genova
MARCATORI: 9s.t. Valdes, 23 s.t. Floccari
NOTE: Giornata piovosa, terreno scivoloso ma praticabile
SPETTATORI: 10.000 circa
AMMONITI: Radu (L.), Guarente (A.), Rozenhal (L.).
Angoli: 2-6
RECUPERO: 0' p.t.; 3' s.t.