martedì 25 novembre 2008

I capolavori di Mauro Matias Zarate



Ringraziamo Gabriele Spaziani autore dello splendido video che è possibile vedere su Cittaceleste.it di Stefano Benedetti.

Lazio-Genoa: un pari pieno di errori arbitrali


Il dopo derby lascia qualche strascico per l’occasione perduta e la vigilia di Lazio-Genoa inizia con le avvisaglie del nervosismo di Tommaso Rocchi, sabato escluso dalla squadra dei titolari in allenamento. Tridente sì, tridente no. Rossi criticato dai tifosi per le sue scelte e per il suo carattere. Tutti ingredienti sbagliati per una crescita. La posizione in classifica è allettante - a un passo dalla zona Champions, i biancocelesti stanno complessivamente facendo molto bene. Quasi non si comprendono i motivi dello scontento. Quasi: perché questa squadra ha lasciato intravvedere, in più di un’occasione, grandi e insospettate potenzialità. E ora ci si aspettano sempre prestazioni continue e di spessore. Invece la squadra va in campo e, quasi in ogni partita, getta via il primo tempo, per dimostrare grinta e personalità nel secondo. Una curiosa alternanza di fasi che gli stessi calciatori faticano a spiegarsi, mentre Rossi è incline a non notare tanta differenza tra le due frazioni di gioco, perlomeno non in tutte le gare. C’è anche di mezzo la mentalità: una partenza a razzo non implementata quando era auspicabile – se non necessario - il salto di qualità: mancanza di personalità? Un normale percorso di crescita in una squadra rinnovata per 6/11 durante l’estate? Scelte tecniche e tattiche non sempre indovinate? Forse un po’ di tutto, in proporzioni variabili. Eppure sembra che l’Aquila non riesca a librarsi in volo con l’innata naturalezza. Anche la prova contro il Genoa (giocata dalla Lazio con il lutto al braccio per ricordare la scomparsa del grande giornalista laziale Sandro Curzi) lascia un po’ di amaro in bocca. La sconfitta del derby avrebbe dovuto innescare una rabbiosa voglia di riscatto: e invece la Lazio entra in campo ancora inefficace, ancora inconcludente. Merito anche del Genoa, senza dubbio. Gasperini è abile nel contrastare le mosse di Rossi, costruisce attorno a Pandev una serie di gabbie mobili con interpreti sempre diversi. Il macedone quasi non tocca palla. Deludono prestazioni così bloccate se a offrirle è un calciatore di gran classe come Pandev. Zárate si vede a sprazzi, poco servito: il centrocampo con il buon Dabo al posto dello squalificato Ledesma soffre gli avversari rossoblu e con difficoltà riesce a imbeccare Foggia (uno dei più vispi), Maurito o Pandev. Intorno alla mezzora Meghni sveglia la gara: parte dalla propria metà campo, si beve centrocampisti e difensori, ma il suo tiro si conclude sul fondo. Poco dopo è Kolarov, con una punizione magistrale e potentissima da 35 metri, a spaventare Rubinho: sulla sua respinta ci prova Pandev con un tiro debole e centrale che il portiere rossoblu blocca con facilità. Al 40’ increscioso e gigantesco errore dell’assistente De Santis che annulla per un fuorigioco impossibile il gol di Milito. Abbacinante la svista. Nell’occasione la difesa della Lazio non si trovava in area e l’accorrente Cribari (molto buona però la sua prova al rientro come titolare) è molto in ritardo. Due minuti dopo ancora Kolarov: da fermo, a centrocampo, esplode una della sue legnate che sfiora il gol. Al rientro Rocchi rileva Pandev. Come al solito la Lazio ha tutt’altro piglio: dopo appena 3 minuti Zárate sfiora la traversa, seguito a breve da Foggia, sugli sviluppi di un corner. Al 7’ altro grande errore arbitrale: Sculli cade in area seguito dall’accorrente Lichtsteiner che non lo tocca, come mostrano diverse inquadrature alla moviola, ma Mazzoleni (evidentemente per farsi perdonare il gol annullato ingiustamente – curiosa la sua lunga chiacchierata poco prima della ripresa con un calciatore del Genoa con mano davanti alla bocca, non certo prevista dal regolamento) decide per il rigore. A sorpresa Milito tira alto sopra la traversa. Al 13’ Foggia spara una gran botta sotto l’incrocio, Rubinho fa il miracolo deviando in corner. Sugli sviluppi del calcio d’angolo c’è un mani rossoblu in area che Mazzoleni, evidentemente, giudica involontario, poi ci prova Rocchi, ma tira sul portiere. Lazio sempre più vicina al gol, Genoa in 10 dietro alla linea del pallone, con il solo Milito in avanti. Al 21’ Rocchi si divora il gol del vantaggio: il suo tiro è debole, con Rubinho fuori dai pali, salva Papastathopuolos con il petto. Gol mangiato, gol subito, la dura legge del calcio: tre minuti dopo Milito la mette dentro, lasciato colpevolmente libero di calciare dalla difesa biancoceleste. Rossi in difficoltà inserisce anche Inzaghi per Meghni. Il centrocampo si sguarnisce notevolmente. Al 34’ Carrizo salva il possibile raddoppio da parte di Milito e un minuto dopo Dabo, con una gran botta dai 25 metri, induce Rubinho all’errore: il portiere brasiliano para, poi si lascia sfuggire la palla in rete. La gara è virtualmente conclusa: solo un sussulto magistrale di Zárate al 48' su punizione, il suo tiro sfiora il secondo palo. Un punto guadagnato per la Lazio, per come si erano messe le cose in campo. Due punti persi per una squadra che sta esprimendo meno di quanto potrebbe ogni volta che deve spiccare il salto.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-GENOA 1-1 (pt 0-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Cribari, Rozehnal; Kolarov, Brocchi, Dabo, Meghni (28' st S. Inzaghi); Pandev (1' st Rocchi), Zarate, Foggia. (86 Muslera, 29 De Silvestri, 87 Diakite, 68 Manfredini, 11 Mauri). All.: D. Rossi.
GENOA: Rubinho; Papastathopoulos, Ferrari, Biava; Criscito, Vanden Borre, Thiago Motta, Juric (21' st Gasbarroni); Sculli (11' st Mesto), Milito, Palladino (39' st Potenza). (73 Scarpi, 26 Bocchetti, 3 Potenza). All.: Gasperini.
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo
MARCATORI: nel st 24' Milito, 35' Dabo
ANGOLI: 10-2 per la Lazio.
RECUPERO: 1' e 4'.
AMMONITI: Criscito, Rozehnal, Motta e Papastathopoulos per gioco falloso.
SPETTATORI: 27.000.
NOTE: All'8' del st Milito ha sbagliato un calcio di rigore.

giovedì 20 novembre 2008

La Lazio perde il derby per disattenzione...

Il problema non è tanto e non solo aver perso il derby, che come dice Delio Rossi “è un campionato nel campionato”. Il problema è soprattutto come è stato perso: un coro unanime da parte del mondo biancoceleste. Troppe le seduzioni: Lazio tra le prime in classifica, Roma penultima. Lazio lanciata con tre vittorie consecutive e Zárate in resta, Roma in grande difficoltà con una striscia di cinque gare senza successo. Prima i grandi dibattiti, per lo più stucchevoli: tridente sì, tridente no. Centrocampo pesante per supportarlo. Ovvietà, forse. Eppure, nell’entusiasmo generale, qualche laziale sapeva che questo derby nascondeva più di un’insidia tra le tante seduzioni. Tra tutte – Roma in cerca disperata di rilancio, Lazio che può dare maggior lustro al proprio cammino in campionato, una in particolare, il derby non si può perdere, e così via citando – una in particolare: riuscirà la Lazio a non fallire l’appuntamento con il salto di qualità? I precedenti non sono confortanti: da prima in classifica ha fallito con il Milan (ci può stare) e con il Bologna (ma in quell’occasione la Lazio – chissà perché – non scende in campo). Qualcuno sentiva che qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto.
La sera l’Olimpico è quello delle grandi occasioni: 60 mila spettatori, ma il tifo giallorosso è molto attenuato: i tempi sono difficili... la Curva Nord è gremita, ma non colorata come ci si aspettava. Le due tifoserie, però, si uniscono nel ricordo di Gabriele Sandri, di cui è appena ricorso l’anniversario della morte, Ci sono anche messaggi per Simone, il 13enne travolto da un albero la settimana scorsa e fan della Roma. Spalletti e Rossi mandano in campo 2 schieramenti quasi speculari. La Roma con Baptista alle spalle di Vucinic e Totti, la Lazio con Zárate e Pandev dietro a Rocchi. In qualche modo sempre di tridente si tratta. Rossi in più ci mette Mauri mezzo interno sinistro di centrocampo. Lazio spregiudicata a prima vista, ma solo a prima vista: in realtà gli uomini di Rossi conducono un primo tempo lento nelle ripartenze, spesso impensieriti da alcune timide manovre giallorosse. Insomma, altro che arrembaggio. Sembra che la Lazio sia contratta e timorosa, senza alcun evidentissimo motivo. La Roma è ancora una squadra ferita, lontana dal gioco e dalla velocità dello scorso anno. Ma nei primi 45 minuti si contano solo una grandissima parata di Carrizo su colpo di testa di Vucinic in tuffo (al 19’), poi Mexes si vede negare l’acrobazia da Siviglia. I calci piazzati: un problema noto alla diesa biancoceleste. La Lazio risponde, con Lichtsteiner che pesca la testa di Zárate sul secondo palo, la zuccata finisce di pochissimo sul fondo. È l’argentino la vera anima della Lazio, Pandev sembra piuttosto appannato, Rocchi al 37’ – su un gran suggerimento di Zárate – ci prova in girata. Un bel gesto che però non trova la porta.
Nella ripresa Rossi lascia Mauri negli spogliatoi, sostituito da Meghni. Un cambio che – come in altre occasioni – lascia perplessi, ma non per la qualità del giocatore francese. La Roma passa dopo 5 minuti appena: corner corto battuto in fretta – uno dei trucchi preferiti dalla Roma – Totti crossa per la testa di Baptista che indirizza la palla alle spalle di Carrizo, incolpevole. Mentre la difesa della Lazio si guardava ancora intorno... Inconcepibili disattenzioni! La Lazio reagisce, ma è sfortunata: incomprensione tra Doni e Mexes, Zárate intercetta di testa, ma il portiere giallorosso fa il miracolo. Ci prova anche Pandev, al 20’, ma la sua botta sfiora il palo. La Lazio soffre, soprattutto a centrocampo: Ledesma si fa espellere al 21’ (atterramento di Baptista) lasciando i compagni in dieci. Paradossalmente, con un uomo in meno, la Lazio si sveglia e fino alla fine della partita mette in grande sofferenza la Roma. Rossi arretra leggermente Pandev e mantiene il tridente, ma ora è un’altra storia. Rocchi al 25’ sfiora l’incrocio dei pali alla sinistra di Doni, due minuti dopo Pandev si divora il gol del pareggio cn un sinistro che tira addosso a Doni da distanza piuttosto ravvicinata. Nella Roma Totti lascia il posto a Menez che al 33’, ben servito da Vucinic in contropiede, si fa intercettare dall’attento Carrizo. Al 39’ è la volta di Simone Inzaghi che rileva Rocchi e subito ci prova di testa, pochi minuti dopo viene ristabilita la parità numerica in campo con l’espulsione di Perrotta. La partita termina con un colpo di testa di Lichtsteiner fuori dallo specchio della porta. La Lazio è stata superiore nel gioco alla Roma. Forse troppo timorosa nel primo tempo, imprecisa in più di un’occasione, e anche un po’ sfortunata in alcuni frangenti. Ha dimostrato però gran carattere quando si è trovata in difficoltà. Quello che le serve per gareggiare a viso aperto in questo campionato con grandi potenzialità ancora completamente da svelare. Anche se si è capito ormai da un pezzo che la stella di Zárate la illumina sempre. Anche in questo derby è stato l’unico a far ammattire la difesa avversaria.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO
ROMA-LAZIO 1-0 (pt 0-0)
ROMA: Doni; Panucci (dal 33' s.t. Cassetti), Mexes, Juan, Tonetto; Perrotta, De Rossi, Brighi; Baptista; Totti (dal 31' s.t. Menez), Vucinic (dal 44' s.t. Taddei). (Arthur, Cicinho, Riise, Montella). All. Spalletti
LAZIO: Carrizo; Lichsteiner, Siviglia, Rozehnal, Radu; Brocchi (dal 36' s.t. Dabo), Ledesma, Mauri (dal 15' s.t. Meghni); Pandev, Rocchi (dal 39' s.t. Inzaghi), Zarate. (Muslera, Cribari, Kolarov, Foggia). All. Rossi
ARBITRO: Rocchi
MARCATORE: Baptista al 5' s.t.
ESPULSI: Ledesma (L) al 21' s.t. e Perrotta (R) al 42' s.t. per doppia ammonizione.
AMMONITI: Tonetto (R), Radu (L) e Lichsteiner (L) per gioco scorretto.
ANGOLI: 9 (R) 4 (L).
RECUPERI: pt 1', st 4'
SPETTATORI: 60.000 circa.

giovedì 13 novembre 2008

Zárate e Rocchi sbloccano la partita contro il Siena


Che fatica contro il Siena. Come spesso accade, la Lazio nel primo tempo non riesce a impostare la partita e, soprattutto grazie alla bravura di Giampaolo e dei suoi ragazzi - su tutti gli ottimi Zuniga, Vergassola, Ghezzal - soffre le offensive bianconere. Curioso lo schieramento dei padroni di casa, va detto, senza una prima punta a guidare l’attacco e con un centrocampo molto compassato: la compresenza di Dabo, Ledesma, Mauri e Meghni non garantisce il giusto raccordo con Foggia (Pandev è assente per squalifica) e Zárate e la Lazio non tira una sola volta in porta. Il Siena si rende subito pericoloso con Ghezzal che prima sfiora di sinistro il secondo palo di Carrizo poi lo impegna in una vera prodezza con la mano di riporto con un’eccellente girata. Dal corner che ne scaturisce la vera occasione da gol, mancata da Maccarone che di testa non riesce a inquadrare la rete. Nella ripresa Delio Rossi rimedia ai propri errori inserendo Rocchi al posto di Meghni (la sua prova giudicata dai più immeritatamente insufficiente, in realtà è l’unico ad attrarre su di sé l’attenzione dei toscani con i suoi movimenti a centrocampo), e la partita dei biancocelesti assume tutt’altro altro ritmo e atteggiamento. Al 7’ Rozehnal manca la porta con un tiraccio da dimenticare, ma ci pensa Maurito Zárate sei minuti dopo a sbloccare la partita: Rocchi viene atterrato da Rossettini al limite dell’area, Zárate si assume la responsabilità del calcio di punizione e ne esce un capolavoro che Curci rimane a osservare inerme mentre si infila sotto all’incrocio dei pali. Una vera magia: il portiere neanche si muove, perché la palla prende un effetto talmente ingannevole da sembrare fuori dai pali. Memorabile. La Lazio si sblocca, il Siena accusa il colpo, anche se Maccarone prova a impensierire la difesa di Rossi con la sua velocità: Siviglia e Rozehnal però non sbagliano mai. Giampaolo le prova tutte, fino a inserire quattro punte, ma questo facilita le scorribande di Foggia e Zárate. Al 40’ l’argentino si invola sulla destra, con un assist pennellato in scivolata serve una palla d’oro a Rocchi che, da vero centravanti, mette dentro anticipando Curci. All’ultimo dei tre minuti di recupero Zárate, al termine di una veloce discesa sulla destra, che gli avversari inutilmente cercano di contrastare, costringe Curci alla respinta. Ribatte Lichtsteiner, ma Curci respinge ancora. La palla torna sui piedi dello svizzero che, con un grande gesto di generosità, serve a Rocchi (poteva tranquillamente segnare il suo primo gol con la Lazio) che realizza così la sua doppietta. Il risultato è pesante e parzialmente immeritato per il Siena, che nel primo tempo ha messo seriamente in difficoltà gli uomini di Rossi. La Lazio torna ai vertici della classifica e si prepara ad affrontare la lunga e difficile preparazione del derby contro la Roma.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-SIENA 3-0 (p.t. 0-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Kolarov; Dabo (dal 26'st Brocchi), Ledesma, Mauri; Meghni (dal 1'st Rocchi), Foggia (dal 38'st De Silvestri), Zarate. (A disp.: Muslera, Diakitè, Radu, Inzaghi). All.: Rossi.
SIENA: Curci; Zuniga, Rossettini, Portanova, Del Grosso; Vergassola, Codrea (dal 40'st Calaiò), Galloppa (dal 18'st Frick); Kharja (dal 18'st Jarolim); Ghezzal, Maccarone. (A disp.: Manitta, Moti, Rossi, Coppola). All.: Giampaolo.
ARBITRO: Brighi di Cesena.
MARCATORI: Zarate al 13'st, Rocchi al 40' e al 48'st
AMMONITI: Rossettini (S), Siviglia (L).
NOTE: pomeriggio sereno, terreno in buone condizioni, spettatori 40mila circa.
ANGOLI: 6-5 per la Lazio.
RECUPERO: 1', 3'.

mercoledì 5 novembre 2008

Foggia espugna il fortino di Zenga


Quanta fatica contro il Catania di Walter Zenga. Lo riconosce Delio Rossi a fine gara: “È stata una partita complicata soprattutto per lentezza gioco espresso dalla mia squadra all’inizio del primo tempo e anche nella ripresa. Siamo stati bravi a non perdere la calma e a usare l’intelligenza per trovare gli accorgimenti del caso: dopo è cambiato qualcosa e siamo venuti a capo della situazione”. Il tecnico romagnolo schiera Zárate, Rocchi e Pandev fin dal primo minuto, con Mauri mezzo interno sinistro accanto a Ledesma e Brocchi. Nonostante l’assetto offensivo, però, la Lazio sembra sottotono: la manovra non è brillante, forse anche perché quello di Rossi non è un classico 4-3-3: gli attaccanti tornano spesso indietro in copertura, arrivando poi sotto porta deboli. Come accade al 9’ a Zárate, il suo tiro dal limite è fiacco. Ci riprova 4 minuti dopo dai 30 metri, in posizione centrale, ma non controlla bene. Al 23’ Pandev batte un corner a spiovere sul secondo palo, Mauri è ben anticipato da Stovini. Zárate cresce in intensità e precisione: al 39’ si accentra e sgancia un buon tiro dai 20 metri. Tiro centrale, il bravo Bizzarri blocca con sicurezza. Nella ripresa Rossi capisce che Rocchi non è al meglio, a sorpresa lo sostituisce dal primo minuto con Meghni, portando Pandev a punta centrale. Il risultato è dubbio, perché Pandev non è al meglio e quando Zárate lo imbecca al 5’ si fa anticipare dall’ottimo Silvestre. Accade lo stesso al 12’ quando il macedone manda fuori di poco sul secondo palo. Le squadre si allungano, Lichtsteiner (uno dei migliori in campo come sempre) scende sulla fascia destra e crossa al centro per Zárate, ma Stovini è attento nell’anticipo. Al 29’ ancora contropiede di Zárate che si beve Carboni, ma il suo destro è contratto da Biagianti. Finalmente al 25’ Rossi inserisce Foggia per Pandev, che nel frattempo si è fatto ammonire: salterà la prossima contro il Siena. Il ritmo sale. Il Catania, che fino ad ora ha contrastato con successo ogni azione biancoceleste (che delusione, però: non è mai ripartita in contropiede, se si escludono un paio di timidi tentativi nel primo tempo), è sfiancato dai continui attacchi laziali. Lo stesso Foggia al 37’ scarica un bel destro dal limite, che però viene smorzato da Silvestre e quindi raccolto da Bizzarri. La svolta, tuttavia, arriva un minuto dopo con l’inserimento dello scatenato Inzaghi: Simone sbaraglia le chiusure difensive dei siciliani, attira su di sé un paio di avversari e così l’instancabile Zárate inventa un cross perfetto da destra, Foggia ora è libero in area: controllo di sinistro e sempre col piede mancino trova l’angolino basso nella rete di Bizzarri. Il fortino di Zenga (visibilmente adirato) è stato espugnato. Il Catania accusa il colpo e al 43’ sta per ssere nuovamente punito da Zárate che scarica un destro potente, ma Bizzarri ancora una volta si dimostra ottimo portiere. Il presidente Lotito a fine gara è visibilmente soddisfatto e ringrazia i tifosi: “È bello rivedere il pubblico sostenere unito la squadra. È stato davvero il dodicesimo uomo in campo. Oggi abbiamo meritato i tre punti anche se il successo è arrivato con molta difficoltà. Il Catania mi ha deluso, si è chiuso in dieci uomini in area a fare catenaccio, l’inserimento di Foggia ci ha aiutato perché non era semplice riuscire a concretizzare. Il tridente con il Chievo aveva dato i suoi risultati ma con il Catania i fatti hanno dimostrato che la soluzione migliore è stata un'altra. Ma io non entro nei fatti tecnici. Le squadra che ci affrontano conoscono il nostro potenziale e marcano stretti i nostri giocatori più importanti. Per fortuna la Lazio ha fatto come cantano i tifosi, cioè non ha mollato mai. La classifica? Nessuno ti regala niente. Sarà così anche contro il Siena”.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-CATANIA 1-0 (p.t. 0-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Radu; Brocchi (25' st Foggia), Ledesma, Mauri; Pandev (38' s,t Inzaghi); Zarate, Rocchi (1' s.t Meghni). (Muslera, Kolarov, Diakitè, Dabo). All.: Rossi
CATANIA: Bizzarri; Sardo, Silvestre, Stovini, Sabato; Izco (42' s.t Martinez), Ledesma, Carboni, Biagianti (40' s.t Baiocco), Mascara; Plasmati (24' Morimoto). (Kosicky, Paolucci, Silvestri, Terlizzi). All.: Zenga
MARCATORE: Foggia (L) 40' s.t.
ARBITRO: Gava
NOTE - Cielo sereno, terreno in buone condizioni.
SPETTATORI: 40.000 circa.
AMMONITI: Zarate, Sabato, Radu e Stovini per gioco falloso; Pandev per fallo di reazione.
ANGOLI: 6-1 per la Lazio.
RECUPERO: 1' e 3'.