mercoledì 26 dicembre 2007
Risultati del 17° turno di Serie A
Fiorentina-Cagliari 5-1
Juventus-Siena 2-0
Livorno-Atalanta 1-1
Napoli-Torino 1-1
Palermo-Lazio 2-2
Reggina-Catania 3-1
Udinese-Empoli 2-2
Genoa-Parma 1-0
Roma-Sampdoria 2-0
Risultati del 16° turno di Serie A
Cagliari - Inter 0-2
Catania - Udinese 2-0
Empoli - Genoa 1-1
Lazio - Juventus 2-3
Milan - Livorno (recupero il 13 febbraio 2008)*
Parma - Reggina 3-0
Sampdoria - Fiorentina 2-2
Siena - Napoli 1-1
Torino - Roma 0-0
* Milan a Yokohama in Giappone al Mondiale per Club della FIFA, vinto per 4 a 2 contro gli argentini del Boca Juniors.
Coppa Italia – Andata degli ottavi di finale: bene Empoli, Cagliari, Inter, Lazio e Torino. Roma, quarti a rischio.
Doppio vantaggio dell’Empoli con Pozzi di testa al 19‘ del primo tempo e Abate al 3‘ della ripresa. Dubbi sul primo gol: forse la palla non ha varcato la linea della porta. La partita si innervosisce a al 16‘Almiron si fa espellere: prima abbatte Giovinco e poi continua a protestare. Iaquinta accorcia le distanze al 36‘ del secondo tempo raccogliendo una buona punizione di Del Piero.
ASCOLI - FIORENTINA 1-1
Fiorentina ancora piuttosto spenta. I gol arriva al 30’ dagli sviluppi di un in angolo battuto da Osvaldo: Kroldrup supera Vremec. Nella ripresa, al 34', arriva il pareggio dei padroni di casa con un bel tiro al volo di Guberti.
CAGLIARI-SAMPDORIA 1-0
Il Cagliari torna alla vittoria dopo un digiuno di oltre due mesi. Spazio alle seconde linee in entrambe le squadre: nel primo tempo meglio i padroni di casa con Mancosu e Larrivey tra i più attivi in campo. La rete del vantaggio arriva a circa un quarto d'ora dal termine con Matri, subentrato da pochi minuti a D'Agostino. Bonazzoli vicino al pareggio in un paio di occasione nel finale.
UDINESE-PALERMO 0-0
Da segnalare solo il legno del palermitano Jankovic al 34' su lancio di Simplicio da centrocampo. Il serbo stoppa da posizione non facile e di collo piede colpisce in pieno la traversa.
TORINO-ROMA 3-1
Recoba (doppietta), poi l’inutile il gol di Mancini per i giallorossi che adesso dovranno impegnarsi a fondo nel ritorno di gennaio. Al 12' il vantaggio granata: Recoba da fuori area la mette dentro di sinistro con un micidiale rasoterra. La Roma si riprende a fine primo tempo e Mancini, complice una dormita della difesa avversaria, firma il momentaneo pareggio con un bel diagonale. Al 4' della ripresa il Toro si riporta in vantaggio: De Rossi libera al tiro Recoba che non perdona. Al 43' il gol che chiude la partita: su cross di Grella, Comotto gira di testa con tempismo nella porta di Curci.
REGGINA-INTER 1-4
Reggina e Inter mettono in campo tanti giovani della Primavera, ma la differenza c’è e si vede. In mezz’ora i nerazzurri chiudono la partita. Al 14' il vantaggio con Crespo che di testa batte Novakovic su un calcio d’angolo di Solari. Al 30' il raddoppio: in gol una rivelazione nerazzurra, il giovane Balotelli, classe 1990, di cui sentiremo parlare molto in futuro. Al 5'della ripresa, la Reggina accorcia le distanze con Pettinari ma al 17' Solari marca l'1-3 di sinistro. Al 41' la seconda rete di Balotelli.
LAZIO-NAPOLI 2-1
Le seconde linee della Lazio (ma di fa per dire, perché le prime sono quasi tutte indisponibili, hanno la meglio sul Napoli con una rimonta di grandissimo carattere. Rossi schiera dal primo minuto Igli Tare, che si apprezzare per le numerose sponde e la duttilità quando ripiega a dare una mano in difesa. Anche Meghni si dà molto da fare ma dopo una ventina di minuti è costretto a uscire per una brutta contusione alla coscia sinistra. Viene sostituito da Mauri, ancora spento. La Lazio gioca meglio nel secondo tempo (Mutarelli sostituisce un Firmani un po’ fuori fase) e al 20' una punizione velenosa di Kolarov, non trattenuta da Gianello, viene respinta in rete dall'accorrente De Silvestri. Ancora cinque minuti e la Lazio si porta in vantaggio con una splendida punizione di Baronio, capitano per l’occasione e autore di un’ottima prova, che si infila imparabilmente sotto al sette. I tifosi laziali credevano di aver rivisto Veron in campo. Come ultimamente spesso accade, l’arbitraggio penalizza i biancocelesti che reclamano un rigore netto su Firmani e altri diversi episodi non segnalati dal direttore di gara.
MILAN - CATANIA 1-2
A San Siro il Milan non riesce più a vincere: è pur vero che schiera seconde e terze linee, mentre il Catania ha la sua migliore formazione (o quasi). Digao non è certo all’altezza del fratello Kakà, almeno come centrale difensivo: i gol di Spinesi e Mascara nascono da due suoi svarioni. Meglio in attacco, nella ripresa, quando impegna Bizzarri per salvare la rete. Buona prova del giovane Paloschi che segna il gol della bandiera rossonera. Del resto il Milan, reduce dalla trasferta Giapponese dove si è affermato campione del mondo, vedeva in panchina perfino il figlio di Ancelotti.
Alessandro Staiti
Gerd Müller... e Pippo Inzaghi
Mauro Floritta Martorana
Meglio la coppa... che la mortadella
Comunque, a tutte le squadre che hanno superato il turno,i miei migliori auguri per la ripresa delle ostilità in primavera, a tutte quelle che non ce l'hanno fatta il mio augurio di poterci riprovare almeno in tempo utile per poterlo commentare su questa emittente prima dell'inevitabile rimbambimento senile.
Mauro Floritta Martorana
mercoledì 12 dicembre 2007
I risultati del 15° turno di Serie A
Genoa - Siena 1-3
Inter - Torino 4-0
Juventus - Atalanta 1-0
Lazio - Catania 2-0
Livorno - Roma 1-1
Napoli - Parma 1-0
Palermo - Fiorentina 2-0
Reggina - Milan (rinviata)*
Udinese - Sampdoria 3-2
* Milan in Giappone al Campionato del Mondo per Club della Fifa.
Se tifo... meglio che mi vaccino - 2
(2 - continua)
Mauro Floritta Martorana
La retorica e il “Circo Massimo”
Il 2 dicembre, ancora una volta, si è tentato di strumentalizzare il povero Gabriele per ragioni che poco hanno a che fare con la morte del tifoso laziale. L’oscura regia, quella che ha scatenato gli incidenti a Roma (e non solo) di fronte al fallimento delle azioni violente ha tentato un passaggio politico, ha tentato una conta. Il passaggio politico era contro lo stato che reprime gli ultrà e contro il cosiddetto calcio moderno. Questa la base politica. Quale migliore terreno di cultura per l’eversione?
Non entro nel merito politico. Non condivido a priori le ragioni che hanno portato questi signori a indire la manifestazione e quindi non mi perdo in parole vuote che lascio a Biscardi e suoi emuli. Di certo, vivendo la realtà romana, lancio un grido di allarme sull’informazione, radiotelevisiva o carta stampata, che, a livello sportivo, esiste nella città. Non voglio discutere di quanto tecnicamente viene espresso, ma sulla possibilità di esprimere opinioni che siano di molto lontane da quelle del cosiddetto tifo organizzato. Io sento molta paura. Si ha paura di schierarsi contro, si aderisce idealmente (“perché le ragioni sono buone”) a certe manifestazioni e non si parla mai contro. In fin dei conti ognuno deve arrivare a fine mese e le minacce fanno paura. Ma ormai è certo: fintanto che si tratta di un gol tutti possono parlare, quando si deve discutere del tifo si cammina su un filo di lana ed è meglio non dire e assecondare quanto più possibile. Questo è il clima.
Un breve cenno sui numeri.
Il 2 dicembre si è visto: la maggioranza dei tifosi non è con i cosiddetti Ultrà. Sono una minoranza ideale, politica e anche di tifo. Erano fuori dallo stadio e mi auguro che ci rimangano più a lungo possibile. L’Olimpico, seppur semi vuoto, era bellissimo con i cori (quelli semplici di una volta), la gente serena e che guardava, con competenza tecnica, la partita e le famiglie unite a godersi una giornata diversa. Il vecchio cuore CUCS. Questi sono quelli che amano veramente la Roma.
Cari cosiddetti Ultrà….. avete perso.
Marco Zacchia
14° turno di campionato.
Al Ferraris la Sampdoria annulla la Reggina: merito della classe di Cassano, che torna in campo dal primo minuto, e della doppietta di Bellucci, bomber rivelazione, ai quali Mazzarri affianca Sammarco in un inedito tridente. Tris d’assi, perché Sammarco sigla il gol del 2-0.
MILAN – JUVENTUS 0-0
L’attesa sfida tra Milan e Juventus termina a reti inviolate. Per la classifica, il risultato è più favorevole alla Juve. La squadra di Ancelotti non riesce a vincere in casa ormai da 9 giornate consecutive (in due campionati)... ma andrà a disputare il mondiale per club a Tokyo.
SIENA – LAZIO 1-1
Due sviste per parte e 1-1 che non accontenta né il Siena né la Lazio. I gol di Pandev e Maccarone sono l’istantanea di due squadre che meritano più di quanto stiano ottenendo. Il pari è probabilmente giusto, nonostante i due pali di Kolarov e Firmani. Pandev approfitta di sinistro rubando palla a Loria che pasticcia sul passaggio di Manninger. Dall’altra parte ci pensa Ballotta, forse abbagliato dal sole, che esce in modo sciagurato su un pallone ormai spento: non trattiene e Maccarone segna a porta vuota. Secondo tempo da dimenticare.
CATANIA – PALERMO 3-1
Mascara, Spinesi e Martinez, a dieci mesi dalla morte dell’ispettore Raciti e in un Massimino tornato alla normalità, regalano la vittoria ai padroni di casa. Mascara apre le marcature di testa nel primo tempo. Dieci minuti Spinesi segna su rigore. Nella ripresa l’ex Caserta, nonostante i fischi, va in gol, ma poi viene espulso. Nel finale segna anche Martinez con una splendida traiettoria a girare.
ROMA – UDINESE 2-1
La Roma resta aggrappata in testa alla classifica battendo in casa l’Udinese: all’11’ bel gol di Juan, ma un minuto dopo Quagliarella, con un gol dei suoi, riporta la parità. Al 27’ Taddei batte Handanovic, complice una deviazione di Lukovic. A metà della ripresa l’Udinese si ritrova in nove per l’eccessiva severità di Saccani che espelle Pinzi e Dossena. La Roma non ne approfitta e al 37’ l’Udinese potrebbe pareggiare con Floro Flores, ma Doni si supera.
ATALANTA – NAPOLI 5-1
L’Atalanta travolge il Napoli. Dopo 5 minuti Floccari batte Iezzo, poi in gol Langella e Doni. Nella ripresa Carrozzieri firma il poker quasi a porta vuota. Sosa sostituisce Zalayeta e con un gran destro batte Coppola. Ma Ferreira Pinto, il migliore in campo, dopo aver fornito assist preziosi, segna il quinto gol.
FIORENTINA – INTER 2-0
La Fiorentina cade di fronte allo strapotere dei nerazzurri, che chiudono la partita con i due gol di Jimenez e di Cruz nel primo tempo, proprio come in Champions contro il Fenerbahçe. Prandelli accolto da applausi e rose bianche per la scomparsa della moglie Manuela. L’Inter unisce qualità a forza fisica, inossidabile.
PARMA – EMPOLI 1-0
Malesani, nuovo tecnico dell’Empoli, viene accolto dai fischi al ritorno al Tardini. Decide il risultato il gol di testa di Paci al 21’ del primo tempo.
CAGLIARI – LIVORNO 0-0
Pareggio senza reti tra Cagliari e Livorno e tanti fischi per i padroni di casa. Foggia opaco, poco tranquillo anche per le note vicende che lo coinvolgono nella vergognosa vicenda Marchini. Buona la prova di Tristan che impegna Marruocco. Nella ripresa proteste per un presunto mani di De Vezze in area, Amelia si supera su un colpo di testa di Lopez.
TORINO-GENOA 1-1
Primo tempo scialbo e ripresa da spettacolo. Termina 1-1 con i gol di Borriello e Lanna. Le due squadre sembrano equivalersi sotto ogni aspetto.
Alessandro Staiti
martedì 4 dicembre 2007
Italiane in Coppa
Si inizia il martedì con i turni più scontati. Le regine del campionato Inter e Roma sbrigano le formalità contro Fenerbahçe e Dinamo Kiev, insidie relative.
L'Inter soffre un tempo contro i turchi brasiliani di Zico, brillanti come nella partita d'andata; poi nella ripresa dice basta con il solito Cruz che trova un gol di petto, con un gol spot di “Ibraldinho” e per finire con il redivivo Jimenez, e tutti a casa.
La Roma temeva più l’eventuale arrivo degli orsi sul campo che la Dinamo Kiev, perché se le squadre dell'Est Europa in autunno sono uno spauracchio per l'inizio anticipato dei loro campionati, in inverno sono una benedizione visto che i tornei sono compensibilmente fermi. Più pathos nella partitella del giovedì, neanche il disturbo di prendere l'aereo, Panucci, Giuly, doppietta di un incontenibile Vucinic (chissà cosa ronza nel telefonino di Totti...)e in mezzo il gol bandiera di Bangoura, generosamente concesso dalla banda Spalletti.
Mercoledì il Milan apre con un gol spaziale di Pirlo poi, al solito,il Gerovital finisce l'effetto, tutti dormicchiano, si fanno mettere sotto dai portoghesi del Benfica condotti per mano dal simpatico ex Rui Costa e Maxi Rodriguez pareggia con un tiro altrettanto spaziale. Per Roma e Milan ora basterà il solito punticino che, come i sigari e i cavalierati di giolittiana memoria, non si nega a nessuno.
La solita Lazio degli ultimi tempi, tanto simile a quella di fine anni '60, nonostante il vantaggio con il gol irregolare di Pandev, viene maltrattata in casa dai greci dell'Olympiakos, prima rimontata dal solito Galletti (evidentemente più efficace delle Aquile) poi matata definitivamente dall'ex flop Kovacevic. Addio Coppa(compresa la UEFA)! È stato bello finché è durato, ora si salvi chi può (in campionato), se si può...
Per finire, il giovedì, una buona Fiorentina ancora senza Mutu e, purtroppo, senza Prandelli in panchina, porta a casa un buon 1 a 1 da Atene contro l'AEK (gol di Osvaldo e autogol di Balzaretti) che dovrebbe consentirle una qualificazione alla fase primaverile senza eccessivi sforzi.
Mauro Floritta Martorana
lunedì 3 dicembre 2007
13° turno di campionato
Non era facile tornare a giocare dopo la morte di Gabriele Sandri, alla quale si aggiunge quella di Daniele Paladini, il militare italiano ucciso in Afghanistan nel compimento del proprio dovere. Eppure su alcuni campi, come a Livorno e a Genova, ci sono stati fischi al posto del minuto di raccoglimento per il militare e a Roma brevi cori contro la Polizia.
GENOA - ROMA 0-1
Bella partita a Marassi con pali e occasioni da entrambe le parti. Il protagonista è ancora Panucci. Dopo l'importante gol con la Scozia in Nazionale, la sua incornata regala - quasi in fotocopia - tre punti preziosi e fortunati alla Roma. Le provano tutte i giallorossi, ancora orfani di Totti, Taddei, Aquilani, Perrotta e Mexes, contro un Genoa al completo e con un tridente aggressivo che fa capire la voglia di vincere. Tutto scorre come al solito per la squadra di Spalletti, almeno fino alla tre quarti: dopo qualcosa non va, manca l'ultimo passaggio, la fiammata. Tonetto al 6' manda fuori un cross filtrante di Pizarro. Il Genoa innesca buone ripartenze con Leon e Borriello che al 29' non riesce a trasformare in gol un assist di Juric, con Toni pronto ad opporsi. Nella ripresa da segnalare il rigore negato alla Roma: Vucinic viene platealmente strattonato in area da Bega, ma Rosetti fa finta di niente. Il ritmo rallenta, le squadre sono meno ispirate. Al 25' un gran destro di Paro colpisce il palo. Cinque minuti dopo la migliore azione della Roma: cross di Mancini per la testa di Vucinic, ma Rubinho respinge sulla traversa e De Rossi non riesce a deviare in gol il pallone che sta uscendo oltre la linea. Al 45' la sorpresa: punizione di Pizarro che Panucci, lasciato in piena libertà, infila di testa.
INTER-ATALANTA 2-1
Nel Meazza chiuso ai tifosi atalantini il volto allegro dei bambini delle scolaresche del bergamasco. I padroni di casa al 10' vanno subito in rete con uno scatenato Suazo, dopo una bella triangolazione con Cruz. L'Atalanta non reagisce e per l'Inter non è difficile raddoppiare sempre grazie all'attaccante honduregno che dalla destra lascia partire un cross. Coppola è sorpreso, il pallone prende il palo, ma sulla ribattuta è pronto Cruz, che non fallisce il bersaglio. Quando sembra che l'Inter abbia la partita in mano, i bergamaschi hanno un guizzo: Floccari si esibisce in un gran tiro sul quale Julio Cesar non può davvero nulla. Mancini si arrabbia molto in panchina. Nella ripresa l'Atalana ha l'occaisone del pareggio, ma questa volta il portiere interista si supera sul colp di testa di Doni. Mancini manda in campo Ibrahimovic, ma sono ancora i bergamaschi a farsi avanti con Ferreira Pinto che cade in area dopo un contatto con Maxwell, ma il rigore non sembra proprio esserci e Banti non lo concede. Al 43', poi, il lieto ritorno di Materazzi in campo.
Nel recupero l'Atalana rimane in dieci: Simone Inzaghi, entrato da poco e già ammonito, fa di tutto per evitare Julio Cesar in uscita, ma lo colpisce accidentalmente e in modo non grave. Ma Banti non è arbitro equilibrato e lo espelle per doppia ammonizione.
UDINESE – SIENA 2-0
L’Udinese continua a stupire, pur senza brillare, battendo il Siena del neo rientrato Beretta per 2-0. Il merito è di Quagliarella che al 43’ beffa Eleftheropoulos che non trattiene un buon tiro di Pepe. È ancora Quagliarella a far partire il passaggio per Di Natale che batte Manninger.
REGGINA – FIORENTINA 0-0
Reggina e Fiorentina concludono in pareggio una partita noiosa e senza spunti. Tanto gioco in mezzo al campo e pochissime emozioni. I granata si divorano un gol clamoroso allo scadere con Missiroli.
EMPOLI – TORINO 0-0
Anche Empoli - Torino termina con un pareggio a reti bianche che non accontenta nessuno. Anzi fa inspiegabilmente perdere la panchina a Cagni per il rientrante Malesani, accolto a suon di fischi dai tifosi. Le due squadre si annullano in campo per imprecisioni.
LAZIO – PARMA 1-0
All’Olimpico di Roma l’atmosfera è surreale. Una pesante cappa di dolore, una sentita commozione da parte di pubblico e calciatori aleggia sul campo. Sui tabelloni, poco prima della gara, le immagini e la canzone preferita di Gabbo. Sotto la curva, deserta – entrerà dopo 20 minuti - una gigantografia del ritratto di Gabriele Sandri sotto al quale l’amico De Silvestri depone un mazzo di fiori biancocelesti. I calciatori della Lazio sotto la maglietta ufficiale ne indossano un'altra con il volto di Sandri, stampata in fretta e furia da un amico di Firmani. Anche i tifosi del Parma espongono uno striscione con scritto "ciao Gabriele", mentre gli ex Corradi e Couto rendono omaggio sotto il ritratto. In campo poco gioco e molta sfortuna per la Lazio che colpisce ben due legni della porta di Bucci: al 34’ paolo di Scaloni, quattro minuti dopo traversa di Ledesma. Non è aria, il secondo tempo scorre anonimo e proprio quando sembra che i giochi siano finiti, al 90’ il guizzo di Firmani regala la vittoria alla Lazio. Un gol molto strano, che ha tutti i segni del presagio. A segnarlo è stato l’unico calciatore romano della Lazio in campo, visto che De Silvestri è dovuto uscire dopo circa 20 minuti per infortunio. E poi quella palla ribattuta da vari piedi, come in un flipper, che poi trova prodigiosamente la via del gol. Al termine la Lazio è tutta ad esultare davanti al ritratto di Gabriele. Lazio batte Parma 1-0.
CAGLIARI - MILAN 1-2
A Cagliari il Milan va in svantaggio dopo pochi minuti: corner di Conti da sinistra per Acquafresca che anticipa Oddo e infila Dida. Il Milan soffre, la difesa va in crisi sotto il pressing rossoblu, Foggia fa il folletto come al suo solito. Al 44’ il rientrante Ronaldo si procura un rigore che l’ottimo Fortin para a Kakà. Nonostante la scarsa forma, il talento di Ronaldo è intatto e all’8’ della ripresa colpisce un bel palo. Il Milan cresce e riesce a trovare il pari con una fiammata di Gilardino, fino a quel momento i ombra. Il Cagliari reagisce con rabbia e va vicinissimo al vantaggio ancora con Acquafresca, che salta Dida e tira. La palla si avvia dentro la porta, ma sulla riga un incredibile recupero di Bonera salva i rossoneri. Spetta al solito Pirlo, al 41’, inventare su punizione il gol che segna al 41’ la vittoria del Milan.
LIVORNO - SAMPDORIA 3-1
Il Livorno riesce a vincere in casa. Il vantaggio su colpo di testa di Knezevic (già al secondo gol in campionato) e il raddoppio dopo appena un minuto grazie a un bel piattone del ritrovato Tavano (e con questo fanno 5). La Sampdoria non riesce riprendersi, vano lo splendido gol al 40’ del solito Bellucci. Al 90’ Tavano, in contropiede, porta a tre le reti del Livorno.
NAPOLI - CATANIA 2-0
Il Napoli onora il San Paolo. Primo tempo in equilibrio fino al 44’, quando Zalayeta - dopo una splendida azione personale - batte il portiere del Catania. La ripresa è tutta del Napoli ed è ancora Zalayeta ad andate in gol, al termine di un ottimo trinagolo con Lavezzi.
JUVENTUS - PALERMO 5-0
La Juventus affonda il Palermo e soprattutto il suo allenatore, Colantuono, che viene esonerato per il pluri-rientrante Guidolin. È al secondo posto assieme a Roma e Udinese. Fino al 29’ vita dura per i bianconeri che si vedono negare il vantaggio con due belle parate di Agliardi su Iaquinta. Il portiere palermitano però nulla può sulla fine girata al volto di Trezeguet che sblocca il risultato. Peccato che il corner da cui nasce l’azione e battuto da Camoranesi sia stato inventato dall’arbitro. Al 41’ il raddoppio dia Iaquinta che vince un contrasto con Barzagli e infila Agliardi. Nel secondo tempo il Palermo ce la mette tutta, ma non sembra davvero essere sceso in campo. La Juve è padrona e al 26' sigla il 3-0 con una punizione d’autore di Del Piero appena subentrato a Iaquinta. Al 30' il 4-0 di Marchionni che sfrutta un contropiede avviato da Del Piero che nel finale trasforma anche un dubbio rigore concesso per un presunto atterramento di Nedved da parte di Biava.
Alessandro Staiti
Italia Far Oer 3-1 – I sorteggi per i Mondiali 2010 ed Euro 2008
Alessandro Staiti
sabato 1 dicembre 2007
Se tifo... meglio che mi vaccino - 1
(1 – continua)
Mauro Floritta Martorana
mercoledì 21 novembre 2007
L’Italia batte la Scozia 2-1 e si qualifica agli Europei 2008
Alessandro Staiti
martedì 20 novembre 2007
Quel che resta del 12° turno di campionato
Nella domenica funestata dalla morte di Gabriele Sandri su quasi tutti i campi si è giocato, con un ritardo simbolico di 10 minuti e il lutto al braccio. Questa la decisione del ministro dell’Interno. È stata rinviata Inter-Lazio su esplicita richiesta del Presidente Lotito per rispetto alla scomparsa del tifoso biancoceleste. Il rinvio del posticipo serale Roma-Parma è invece stato comunicato inopinatamente soltanto alle 18.00, scatenando poi il “sacco” di Roma nelle zone intorno allo Stadio Olimpico da parte di bande di pseudo tifosi. Atalanta-Milan, invece, è stata sospesa dopo pochi minuti: sugli spalti succede di tutto. I soliti pseudo tifosi riescono perfino a sfondare un vetro anti sfondamento con il pesante coperchio di un tombino. E meno male che la legge prevede severi controlli per chi entra nello stadio. Ma un tombino, evidentemente, si nasconde facilmente... Poi le minacce dei più esagitati, riferite a Cristiano Doni che si avvicina alla curva per cercare di sedare gli animi: "Se riprendete a giocare succede qualcosa di grave". Alle 15.51 arriva la decisione del questore: partita sospesa definitivamente. Torna alla memoria quel derby romano non giocato per volere di un manipolo di capi popolo. Chi ci rimette, come sempre, sono i tifosi veri, quelli che vanno allo stadio per stare vicino alla propria squadra e per vedere la partita. La cattiva coscienza del calcio impera.
Fiorentina sconfitta in casa dall’Udinese (1-2). Bella prova, come sempre, dei viola, forse un po’ stanchi per la splendida vittoria (6-1) contro gli svedesi dell’Elfsborg in Uefa, e poco efficaci sotto porta. La squadra di Prandelli domina i primi 20 minuti, con Liverani a dettare gioco in campo. Handanovic deve impegnarsi al 7’ su un bel destro di Semioli. Quagliarella di si fa notare e quando gli arriva sulla testa l’imbeccata perfetta di Pepe da destra non esita a metterla dentro. Bravi i viola a pareggiare quasi subito: Liverani recupera una buon palla al limite, crossa, Handanovic sbaglia l’uscita e Pazzini in tuffo pareggia il conto. Il giovane attaccante si infortuna e nella ripresa viene sostituito da Vieri fin dal primo minuto. La mancanza di Pazzini si fa sentire, e l’Udinese è sempre viva e pericolosa. Al 23’ sull’asse di un perfetto contropiede ad opera di Quagliarella e Pepe, Di Natale sigla la seconda rete bianconera. Poi Di Natale e Asamoah vanno vicini al terzo gol. In chiusura espulso Pasqual per fallo da ultimo uomo.
A Parma la Juve rimonta dopo essere andata sotto di due gol, ma Iaquinta si vede annullare dall’arbitro Gava un gol regolarissimo. Termina 2-2, e la Juve avrebbe meritato la vittoria solo per il carattere dimostrato nella ripresa per rimontare. Forse per qualcuno i bianconeri non hanno ancora pagato abbastanza, e le decisioni arbitrali - quelle decisive - sono tutte contro, a prescindere. Il Parma domina ampiamente i primi 45 minuti, forti della spinta sulle fasce di Gasbarroni e Pisanu, complice la peggiore Juventus vista finora, nulla in difesa e assente a centrocampo, a Del Piero e Trezeguet non arriva una palla giocabile. Reginaldo va vicino al gol su cross di Corradi da sinistra, ma Buffon respinge con il petto. Lo stesso ex-viola al 42’ cerca il dribbling in area tra Criscito e Zanetti, quest’ultimo lo tocca e per Gava è rigore, il sesto contro la Juve in questo campionato. Gasbarroni non sbaglia, e il Parma chiude il primo tempo in vantaggio, con grande merito. Nella ripresa Ranieri fa entrare Iaquinta per Del Piero. Ma proprio quando la Juve sembra risvegliarsi subisce il secondo gol ad opera di Pisanu, che si beve Grygera con un magistrale stop di petto e mette dentro di destro. I bianconeri sembrano disfatti, attaccano ma non concludono, Ranieri fa entrare Tiago e Salihamidzic. Legrottaglie accorcia le distanze con un bel colpo di testa su punizione battuta da sinistra proprio da Tiago. La partita si fa più intensa, anche un po’ cattiva, tanto che Chiellini e Morfeo si fanno espellere dopo essersi scambiati reciproche gentilezze. La Juve attacca con convinzione: Iaquinta pareggia su suggerimento di Salihamidzic. Gava poi straborda: espelle Coly (esagerato) e annulla un gol di Iaquinta perfettamente regolare. Così si continua a falsare i campionati.
La prima, storica (ci sono voluti ben 61 anni) vittoria del Livorno all’Artemio Franchi nel sentito derby toscano contro il Siena costa a Mandorlini la panchina. Al suo posto viene richiamato il buon Beretta. Siena disastroso in difesa, becca tre reti nel solo primo tempo dai piedi di Tavano (che sembra aver ritrovato il feeling da bomber), Bergvold e Knezevic. Un minuto dopo il bel diagonale rasoterra di Tavano al 17’, sul quale Elephteropoulos nulla può, l’illusorio pareggio – piuttosto fortunoso – di Maccarone. La sorpresa arriva dal jolly di centrocampo Bergvold, che prima dell’arrivo di Camolese era riserva, mentre Knezevic segna il classico gol del difensore che arriva al momento giusto. Nella ripresa Mandorlini tenta vari aggiustamenti, ma Corvia trova l’opposizione del bravo Amelia. Solo a tempo scaduto Loria segna il gol del 3-2. Ormai è troppo tardi, e il Livorno ha ampiamente meritato il bottino. Bravo Camolese!
La Reggina torna a sorridere con Renzo Ulivieri battendo in casa il Genoa per 2-0. Tanti gli ex in campo: ben 7 si sono scambiati le due maglie nel corso degli anni. Il Genoa, che non sfigura affatto, inizia meglio degli amaranto, con un buon pressing e ripartenze veloci. Modesto non riesce a scendere sulla fascia sinistra, Konko lo fa soffrire. Nel suo momento peggiore, la Reggina trova il solito Amoruso: controllo in area, si libera di Lucarelli e la mette dentro sul primo palo. Il Genoa costruisce gioco, ma non affonda e non riesce a concludere neanche nella ripresa, quando sferra l’assedio ai padroni di casa. Al 32’ Leon imbecca Di Vaio, ma il suo colpo di testa si spegne sul legno. Ancora 3 minuti e questa volta è Joelson a infilare di testa Rubinho. Ancora attacco forsennato del Genoa, ma Sculli fallisce l’occasione per accorciare le distanze da solo davanti a Campagnolo.
Sabato 10 novembre si sono giocati i due anticipi: Sampdoria-Empoli e Palermo-Napoli.
La Sampdoria stende l’Empoli con un secco 3-0, il secondo dopo quello di Cagliari. L’Empoli si fa male da solo con un’autorete in apertura di Giacomazzi. Al 40’ ci pensa Montella, con il solito bellissimo gol. Infine nel finale – con le squadre stanchissime e lunghe in campo – gol di Sammarco.
Spettacolo a La Favorita, dove il Palermo batte il Napoli per 2-1 e si riconcilia con i propri tifosi. Ma la vittoria significa anche per i rosanero un bel salto in classifica a 18 punti, in piena zona Uefa. Protagonista del match Giovanni Tedesco, che con la sua doppietta risolve l’incontro. Il Napoli parte meglio e Fontana è decisivo in un paio di occasioni su Lavezzi, mentre Tedesco e Brienza colpiscono lo stesso legno a distanza di un minuto. Il ritmo è alto, ambedue le squadre vogliono i 3 punti. Nella ripresa si decide tutto: Bogliacino va in gol di testa su assist di lavezzi, un tuffo che gli costa una dolorosa ferita sulla fronte ad opera dello scarpino di Zaccardo. Al 12’ risponde Tedesco di destro, complice una deviazione involontaria di Savini. al 21’ Tedesco raddoppia sugli sviluppi di un corner, bel sinistro. Stadio in delirio. Al 30’ l’arbitro Rosetti vede un mani di Garics in area, ma il suo assistente saggiamente lo corregge e Rosetti si rimangia tutto. Nonostante il forcing disperato, il Napoli non riesce a scardinare il risultato
Alessandro Staiti
lunedì 12 novembre 2007
La morte assurda di un ventottenne.
Ragazzo allegro e gentile, Gabriele aveva una grande passione, la musica, che lo aveva portato a diventare apprezzato dj nelle più note discoteche nella Capitale e in Sardegna. La notte precedente aveva terminato il lavoro al Piper alle 4 del mattino e alle 6 si era messo in viaggio assieme ai suoi amici per Milano. Poi l'assurdo susseguirsi degli eventi: la lite con un'altra vettura occupata da tifosi juventini (di cui non si sa nulla al momento), la ripartenza alla volta di San Siro e poi il proiettile che buca il finestrino e gli recide la carotide, presumibilmente mentre stava dormendo. Poi la follia del mondo esterno. Mentre il Presidente della S.S. Lazio, Claudio Lotito, chiede immediatamente di non giocare la partita per rispetto alla scomparsa del tifoso, il resto del campionato va avanti. Ma dopo pochi minuti viene sospesa anche Atalanta - Milan per i tumulti e le richieste degli ultras bergamaschi. Rimangono negli occhi le inquadrature dei bambini allo stadio, increduli e tristi per non poter vedere la propria squadra del cuore continuare la partita. Rimangono negli occhi le inquadrature dei teppisti incappucciati che sfondano un vetro antisfondamento. Incidenti, nella notte, a Roma. Il posticipo tra Roma e Cagliari viene rinviato. La curva sud aveva già annunciato che, comunque, non sarebbe entrata all'Olimpico. Ma i teppisti non si fermano: prendono spunto da un episodio che con il calcio c'entra soltanto per circostanze accidentali per scatenare la guerriglia intorno allo Stadio Olimpico e assaltare le caserme delle forze dell'ordine nella zona circostante. Ferro e fuoco, altri feriti, distruzione e sprangate. Il quartiere Flaminio sotto assedio. Non è un bel modo per onorare la memoria di Gabriele Sandri, che non sarebbe stato certo contento di tanta violenza. Perché a Gabriele piaceva la musica, lo star bene insieme alla gente.
Addentrarsi in analisi politiche e sociologiche non riporta in vita Gabriele, e onestamente è davvero difficile comprendere una società che si avvia sempre più verso episodi di violenza efferata. I tempi sono mutati, la mentalità dei governi, delle istituzioni non è pronta a comprendere l'evoluzione (se fossimo moralisti diremmo, ma lo diciamo pur non essendolo, involuzione) di una comunità di persone che adopera la violenza e la distruzione per protestare chissà contro cosa. Il calcio avrebbe dovuto fermarsi. Grave errore non aver bloccato tutte le partite. Anche se il calcio, lo ripetiamo, è quasi uno sciagurato pretesto - proprio per la dinamica degli accaduti - per sfogare odio e violenza inaudite. Caserme assaltate, non era accaduto neanche negli anni di piombo. Questo è terrorismo. Una deriva pericolosissima per la nostra civiltà, per la nostra società.
Chi scrive, e parla soltanto ed esclusivamente a titolo personale, non crede più nelle soluzioni politiche. Le ideologie non hanno salvato il mondo, né lo hanno fatto le religioni. Possiamo diventare esseri umani soltanto se decidiamo di sapere cosa significa essere un essere umano. Conosci te stesso, diceva il saggio. Una voce che grida nel deserto. Giustizia dovrà essere fatta.
Riposa in pace Gabriele. Siamo vicino alla tua famiglia e a tutti i tuoi amici.
Alessandro Staiti
Scompare a 85 anni Nils Liedholm, il Barone
Calcio in Rete lo ricorda come esempio di grande umanità e professionismo.
In Champions vince l’Italia. Volano Lazio, Milan, Inter. Pareggio d’oro per la Roma a Lisbona.
Il Milan ripete il folle copione che la vede ormai in crisi in campionato e devastante in Champions. Con la complicità di Filippo Inzaghi, come al solito. Fa molto freddo a Donetsk, e nel primo tempo sembra che Milan e Shaktar si accontentino del pareggio. Gli ucraini si rendono pericolosi nonostante il ritmo blando, e mancano il gol con Chygrynskiy che colpisce centralmente e dopo la mezzora con Srna che si vede deviare con grande perizia da Dida un diagonale al veleno. Dopo appena 5’ nella ripresa Fernandinho scuote i rossoneri, che pochi minuti dopo accelerano e colpiscono il palo con Ambrosini. Al 18’ della ripresa Ancelotti cala l’asso vincente: Inzaghi al posto Gilardino, troppo isolato là davanti come il suo connazionale avversario Lucarelli, totalmente in ombra. A Pippo bastano solo sette minuti per piegare i padroni di casa. Prima va in gol sfruttando la solita verticalizzazione perfetta di Pirlo, poi controlla magistralmente in area e serve a Kakà la palla del 2-0. Il brasiliano restituisce a Pippo il favore e in contropiede gli offre l’occasione del 3-0 che arriva a tempo scaduto.
Pazza Inter, come canta l’inno della squadra. Prima va in svantaggio di due gol con il Cska di Mosca, in due minuti rimonta e poi stravince con altri due gol. In uno stadio non certo pieno, i Campioni d’Italia regalano la prima mezzora di gioco al Cska, che di russo ha ben poco con gente come Dudu, Carvalho, Jo e Vagner Love, che impiega solo 8’ a sfuggire a Samuel e Cordoba. Poi, durante un contropiede fulmineo fa sponda per Jo che al 23’ insacca con un missile di sinistro. Dopo 8’ Vagner Love riceve un assist da Carvalho, si beve Cordoba e Dacourt e spara un bolide di sinistro che mette sotto choc i nerazzurri. Ma la squadra di Mancini non si perde d’animo e in 2 minuti e mezzo riporta il risultato in parità con Ibrahimovic e Cambiasso. Che nella ripresa va in raddoppio su un finissimo colpo di tacco di Cruz. La serata delle meraviglie non è terminata, perché Ibrahimovic vuole ancora stupire: salta Grigoriev con un controllo da paura e mette sotto l’incrocio di potenza. Il resto è controllo del risultato (4-2), mentre a Suazo non riesce per poco di segnare la quinta rete.
Una Roma modesta riesce fortunosamente a pareggiare a Lisbona. Non è la solita storia delle distrazioni o dei gol mancati sotto porta. È che lo Sporting Lisbona la domina sul piano del gioco, impartendole una lezione di calcio. I giallorossi soffrono ancora per le assenze di Totti, Taddei e Aquilani e per gli infortuni rimediati sul campo (Tonetto nel pre-partita e Mexes durante la gara). In realtà la Roma è anche brava a interpretare l’altro ruolo: di solito è lei a fare la partita, questa volta devono subire chi la partita la sa fare, anche molto bene. E allora fuori l’opportunismo, la cattiveria. Partono forte i giallorossi con Cassetti che segna un grandissimo gol di interno destro. La reazione dei portoghesi è di gran classe, grazie ai piedi dei vari Moutinho , Romagnoli, Liedson e Veloso. Doni poi non sembra in gran serata: su un missile di Abel non trattiene e sull’insistenza di Liedson la mette nella propria rete. Ma l’arbitro belga De Bleeckere vede il fallo dell'attaccante sul portiere. Il pareggio è rimandato di poco: è proprio Liedson a firmarlo su un assist involontario di Mexes, che forse non si capisce con Doni in uscita bassa. I portoghesi ci prendono gusto e fanno il tiro al bersaglio con la porta dei giallorossi: prima Djalo di testa, poi Moutinho dal limite, ambedue fuori di poco. Nella ripresa la Roma si ritrova senza Mexes, infortunato nello scontro con Doni e sostituito da Ferrari. Sembra reagire meglio ma passa nuovamente in svantaggio ad opera del solito Liedson, questa volta a segno di testa sugli sviluppi di un corner, complice la disattenzione di Juan. Tutto sembra perduto quando arriva la fortuna a dare una mano a Spalletti: Pizarro sullo scadere tira una bordata di destro piuttosto velleitaria, ma la deviazione di Polga la spinge in rete. Finisce così 2-2 e con la qualificazione più vicina per i giallorossi.
Da sottolineare che Milan e Roma hanno giocato con il lutto al braccio per la morte del grande Niels Liedholm, avvenuta il 5 novembre.
Alessandro Staiti
domenica 11 novembre 2007
La Fiorentina sorpassa la Roma, Lazio suicida all’Olimpico. Inter e Juve in parità.
Il Milan rimane ancora a secco a San Siro: 0-0 con un Torino pericoloso, in cui si distinguono Di Michele al ritorno dopo la lunga squalifica e Sereni tra i pali. I rossoneri sprecano l’impossibile: prima con Gilardino (doppio errore), poi con Kakà e Inzaghi. Curioso che Ancelotti sostituisca Seedorf - nel suo momento migliore – con Gourcuff. È vero però che Novellino ha messo in campo un Toro agguerrito, con Rosina imprevedibile e Di Michele in gran movimento. Enigma Milan.
La Roma si ferma e Empoli (2-2). Un primo tempo brillante, in cui la squadra di Spalletti sembra poter fare a meno anche di Totti, Panucci, De Rossi e Taddei. Due gol da manuale ad opera di Giuly e di Brighi su assist di Mancini, che festeggia le 200 presenze nel campionato italiano ma si divora il terzo gol davanti a Bassi, uno dei migliori in campo dei toscani. L’Empoli è agguerrito e Marianini per poco non va in gol nei primi minuti. Poi i valori in campo dimostrano la superiorità della Roma, fluida e veloce sulle fasce. Fino al 15’ della ripresa, quando arriva il bolide di Vannucchi dai 30 metri che si infila sotto l’incrocio. Ultima mezz’ora di fuoco, con la Roma che subisce troppo gli avversari e soprattutto sbaglia ancora con Vucinic che all’89’ manda a lato da solo davanti al portiere. Gol fallito, gol subìto: la legge è impietosa e Giovinco bravo (e fortunato) al 91’ a metterla sotto l’incrocio dei pali, forse con Doni non piazzato a perfezione. Nonostante la rosa più nutrita, sembra che la Roma conservi uno dei difetti dello scorso anno. Gioca un’ora a partita. Inoltre prende molti più gol. Anche se Juan è centrale di gran classe, forse la difesa giallorossa risente ancora della cessione di Chivu. Se vuole gareggiare per lo scudetto dovrà cambiare atteggiamento.
Il cosiddetto derby d’Italia tiene con il fiato sospeso fino alla fine. Inter - Juventus termina 1-1 e coinvolge per lo spettacolo. Al 41’ i nerazzurri passano in vantaggio con il solito Cruz che approfitta di un buco centrale della difesa juventina e infila Buffon. Fino a quel momento l’Inter ha fatto sfogare l’avversario, una Juve orgogliosa e agguerrita, messa bene in campo da Ranieri. Si distinguono Palladino e Del Piero, pericoloso su una punizione da sinistra, che Julio Cesar sventa in angolo. Prima dello scadere Ibrahimovic fallisce per un pelo il raddoppio. Nella ripresa i bianconeri sono ancora più agguerriti, ma mostrano qualche incertezza nella manovra. Sono ancora i milanesi ad andare vicini al 2-0 con una bella punizione di Chivu: respinta di Buffon sulla quale Cambiasso mette dentro, ma è in fuorigioco e la rete viene giustamente annullata. Cambi: nella Juve fuori Nedved per Iaquinta e Del Piero per Camoranesi, nell’Inter dentro Suazo per Cruz, mentre Figo si infortuna su intervento di Nedved (frattura del perone, si scoprirà il giorno successivo) e viene rimpiazzato da Burdisso. La gara si fa avvincente, l’Inter sfiora il gol con Ibrahimovic e Suazo, la Juve con Trezeguet. Al 32’ Camoranesi – su ottima sponda di testa di Iaquinta – la mette alla spalle di Julio Cesar. Juve e Inter in competizione per il primo posto?
Spettacolo tra Genoa e Palermo (3-3) al Marassi. Ne escono moralmente sconfitti i padroni di casa, raggiunti a tempo scaduto da un gol di Amauri. Partita di grande intensità, le due squadre giocano a viso aperto, il Palermo è il primo a salire in cattedra con Cavani, che all’8’ è abile nel metterla dentro, complice uno scellerato errore difensivo di Bovo. La reazione rossoblu è feroce, Borriello (il più scatenato, reclama un rigore per atterramento da terga che l’arbitro non concede), Leon e Sculli trovano sempre un miracoloso Fontana insuperabile tra i pali, con la collaborazione di Zaccardo leader della difesa palermitana. La ripresa è mozzafiato: Fontana di supera deviando in corner un missile di Juric, ma al 14’ capitola su una parabola da manuale di Leon. Il Palermo reagisce con una cavalcata paurosa di Cavani per le vie centrali, fermata con un contrasto in area. Gervasoni non concede il rigore, il direttore sportivo del Palermo è di parere opposto e viene espulso. Il Genoa domina, Leon raddoppia dopo un bel dribbling. Tra i rosanero entra Brienza per Diana ed è fatale, perché coglie l’attimo e la mette dentro deviando di testa un cross di Simplicio. Ma il Genoa dilaga: Borriello segna la rete del 3-2 raccogliendo un suggerimento perfetto di Konko. La vittoria sembra raggiunta, quando al 91’ un errore della difesa rossoblu permette ad Amauri di metterla dentro di testa, sulla solita punizione di Simplicio.
Cagliari umiliato dalla Sampdoria con un secco 0-3. Sblocca il risultato Volpi al 33’ con un gol da cineteca: tiro al volo da fuori di straordinaria potenza e bellezza. Il secondo gol è di Caracciolo, fortunato nel ribadire in rete una conclusione di Bellucci respinta da Fortin. Quando arriva il terzo gol di Maggio al 44’ la partita è virtualmente terminata. Il Cagliari, con il solo Matri in attacco, poco supportato da Foggia sulla destra, affonda inesorabilmente e non rialza più la testa.
Il Catania esce sconfitto in casa (1-2) grazie a una doppietta di Langella che fa guadagnare il sesto posto in classifica all’Atalanta. Partono bene i siciliani con Martinez e Mascara ma il pericolo arriva da nerazzurri con Ferreira Pinto che si vede deviare in angolo un gol fatto da Stovini. Poco dopo è Carrozzieri a sparare alto dopo una mischia in area catanese. Il crollo arriva dopo pochi secondi, Doni offre una palla d’oro a Floccari a centro area, Sottil sbaglia l’anticipo, la punta nerazzurra lo salta ma il difensore lo stende. Rigore sacrosanto, che lo specialista Doni fallisce nel tentativo di metterla nell’angolino basso. La partita si decide in pochi minuti nella ripresa: al 12’ Doni serve bene Langella che mette dentro dopo una respinta. Due minuti dopo ancora i 2 nerazzurri protagonisti con la difesa siciliana spiazzata, Langella segna il raddoppio. Il Catania è stanco, il campo pesante, Spinesi riesce ad accorciare le distanze con un bel destro su assist di Martinez. Finale tutto siciliano, ma la squadra di Baldini non crea più azioni da gol. Langella superstar.
Alessandro Staiti
venerdì 2 novembre 2007
Un bel derby romano. L’Inter sempre capolista.
Per la Roma dunque secondo posto in classifica confermato e un calendario che si preannuncia piuttosto in discesa a partire da domenica a Empoli, sempre che la squadra di Spalletti non tradisca le aspettative. La Lazio invece attende sabato la Fiorentina in casa, e dovrà far punti per non cominciare a preoccuparsi della classifica.
L’Inter liquida il Genoa con un secco 4-1 anche se nel corso del primo tempo il Genoa dà parecchi pensieri ai nerazzurri. Cordoba sblocca il risultato all’8’, nella ripresa raddoppia Cambiasso e poi si assiste alla fiera dei gol mancati soprattutto in casa interista con Crespo e Cesar. Il Genoa raggiunge il 2-1 con una bella combinazione Figueroa - Konko che l'ex Crotone mette dentro di precisione. Ma è un attimo: entra Suazo e, complice De Rosa, gli permette di segnare il primo gol in campionato. Chiude Cruz su rigore.
Il Milan ritrova i gol e Gilardino, proprio come contro la Lazio, al Marassi nel match che la oppone alla Sampdoria. 5-0 è un risultato secco e pesante e i gol arrivano a raffica tutti nel secondo tempo. Doppietta di Gilardino, poi si aggiungono Kakà, Gourcouff e Seedorf.
Anche la Juve liquida l’Empoli con un risultato netto, che non lascia adito ad alcun dubbio: 3-0 e soprattutto tripletta di Trezeguet. E meno male che il bomber francese non è gradito nella sua nazionale! Una follia.
Il Livorno si impone contro la Reggina con un bel 3-1, prima vittoria in campionato, che costa la panchina a Ficcadenti, sostituito da Renzo Ulivieri. Reti di Pulzetti, autorete di Valdez e infine Rossini. Amoruso sigla il momentaneo pareggio per i calabresi.
A Firenze sfortunato il Napoli che perde per 1-0 contro una Fiorentina arrembante e sempre più in crescita: i viola ritrovano il miglior Bobo Vieri, ma Sosa si vede annullare un gol regolare dopo averne mancato un paio che gridano vendetta.
Il Palermo con il solito Amauri riacciuffa in casa il pari contro un Parma (1-1) che domina la partita. Gli emiliani meritavano molto di più dopo essere passati in vantaggio al 3’ con Morrone.
Floro Flores e Inler garantiscono 2 ottime reti all’Udinese che bloccano nuovamente il Torino. Ventola riesce ad accorciare le distanze, ma il pareggio non arriva. Termina 2-1 e Sereni deve fari i miracoli per salvare la rete dagli attacchi di Floro Flores e Di Natale.
Siena – Catania termina sull’1-1 ma Maccarone sbaglia ancora una volta un rigore. Mandorlini ha le ore contate, confermato fino a domenica, anche se a sbagliare sono i suoi calciatori davanti alla porta. Le reti di De Ceglie e di Vargas, che gela i toscani nella ripresa.
Alessandro Staiti
martedì 30 ottobre 2007
Lazio, un periodo difficile in vista del Derby
In vista della stracittadina, la Lazio sembra sfavorita da ogni punto di vista: morale non certo alle stelle, per stessa ammissione del capitano Zauri, dopo la sconfitta con l’Udinese; Ledesma forse recuperato (miracolosamente) dopo l’intervento al menisco esterno di soli 20 giorni fa; una squadra che ultimamente non ha funzionato, al di là degli schemi; le assenze importanti di Mauri, Behrami, Siviglia. Senza contare il deferimento di Delio Rossi per la telefonata con il presidente Lotito dell’aprile 2006 che getta, ingiustamente, un’ombra pesante sull’intero ambiente biancoceleste. Delio Rossi – ne siamo certi – avrà occasione di chiarire a fondo questa vicenda, strana da ogni punto di vista, ma sulla quale non intendiamo soffermarci in questa sede, anche perché riteniamo lo stralcio dell’intercettazione, curiosamente reso pubblico, davvero poco significativo.
La Roma è invece alle stelle: con un organico prestigioso che può sopperire anche agli infortuni di Taddei e Aquilani, dopo qualche passo falso si è subito ripresa: in Champions battendo lo Sporting Lisbona e in campionato affermandosi sul Milan senza difficoltà. È vero, perde anche il capitano, quel Francesco Totti (a meno di clamorose smentite dell'ultima ora) che è una risorsa inesauribile per i colori giallorossi – e non solo a livello tecnico – ma ritrova un grande Vucinic, decisivo in ogni competizione appena riportato nel suo vero ruolo. Però il derby romano è una partita che sfugge a ogni pronostico. Non perché vinca sempre la sfavorita – le statistiche non lo confermano – ma perché è un match che si gioca con grandi motivazioni, capaci di far correre anche le gambe più stanche. Considerata la situazione in classifica e i differenti obiettivi delle due capitoline, addirittura agli antipodi, la Lazio è paradossalmente la squadra che ha più risultati utili: un pareggio e una vittoria sarebbero entrambi un successo. Non così per la Roma, oggi seconda in classifica, che potrebbe allontanarsi ulteriormente dalla capolista Inter. Spalletti, che è un tecnico molto in gamba oltre che una persona intelligente, non si fida. Sa che la Lazio è comunque una squadra "scorbutica". Sarà il campo a dire, come sempre, l’ultima parola.
Alessandro Staiti
Note a margine: 8° e 9° turno di campionato
Peccato che nella partita successiva alla squadra di Reja siano stati regalati due rigori inesistenti: il 3-1 contro la Juventus è eccessivo, anche se i partenopei stavano reggendo bene l’impatto. Il tutto da ascrivere alla miopia dell’arbitro Bergonzi, inadeguato anche per una competizione di calcetto. E meno male che si era pure candidato a internazionale! Stranezze del campionato italiano, non ce che dire… Soprattutto se si tiene conto del grado di confusione in cui versa la giustizia sportiva in questi anni: dopo lo scandalo dei rigori inesistenti, il povero Zalayeta, protagonista involontario del secondo rigore, è stato squalificato per due giornate. Una beffa, perché le immagini mostrano con chiarezza che l’attaccante cerca in tutti i modi di saltare Buffon in uscita. Ovvio il ricorso d’urgenza della società di De Laurentis, che a sorpresa viene accolto. Risultato: annullata la squalifica per Zalayeta. E menomale, aggiungiamo noi! Avranno visto per bene le nuove immagini... Ma non bastavano i filmati che tutti abbiamo visto?
Il Milan si trasforma a seconda delle competizioni: in Champions straccia lo Shakhtar Donetsk per 4-1, ma prima perde a Empoli e poi in casa con la Roma. Un campionato incomprensibile, o quasi, per i rossoneri.
Livorno in emergenza. Nonostante l’arrivo di Camolese in panchina e i due gol di Tavano che sembra risorgere dall’anonimato, a Parma la squadra toscana soccombe per 3-2, e resta ultima in classifica con soli 2 punti. Spinelli fa intravedere la possibilità del ritorno dell’ex capitano Lucarelli…
L’Inter, nonostante la battuta di arresto a Palermo, continua a guidare la classifica, che però vede nuovamente la Roma seconda, dopo il pari tra Fiorentina e Genoa.
Gustosa, infine, l’autosostituzione di Cassano a Catania: il barese non si smentisce, e manda al diavolo Montella che gli chiede di rientrare in campo. Ma si è infortunato davvero, purtroppo, non è uscito dal campo solo perché il Catania sta dominando la partita. Sampdoria a corrente alternata: soccombe per 2-0 e bisogna fare i complimenti a Mascara, autore del gol e dell’assist decisivo.
Alessandro Staiti
martedì 16 ottobre 2007
Come Claudio Garella?
Stagione 1977/1978, l'ex allenatore miracolo del Napoli Luis Vinicio sostituisce sulla panchina della Lazio il compianto Tommaso Maestrelli. Il mitico portiere dello scudetto '74, Felice Pulici, è andato a cercar fortuna in altri lidi, ormai in rottura la società. Vinicio mette al suo posto nella porta laziale un esordiente, una sua scoperta sul quale si gioca la reputazione. È Claudio Garella, alto, forte, biondo e bello come un attore. Di lui si dice che abbia un gran talento e un futuro certo. Invece si rivela un disastro. Garella alterna parate strabilianti a goffaggini inaudite, ingenuità incredibili e, soprattutto, non ha presa! La palla scivola tra i suoi guantoni come fosse cosparsa di grasso. Con lui in porta la Lazio prende valanghe di gol e viene eliminata dalla Coppa Uefa in una tremenda serata a Lens. Garella è allontanato dalla prima squadra, Vinicio ci rimette il posto, il numero 1 l'anno successivo si stampa sulla maglia di Cacciatori, esperto portiere ex Sampdoria e si volta pagina.
Il nostro biondone comincia a girovagare su e giù per l'Italia pallonara, finché un bel giorno la critica comincia ad accorgersi che in serie B nel Verona c'è un portiere fenomenale, che ha qualche difetto nella presa ma che in porta è una vera saracinesca e che in uscita, soprattutto, è un vero incubo per gli avversari. Questo mostro, grande, biondo e bello come un attore è Claudio Garella, che con quel Verona (guidato dal mister Osvaldo Bagnoli) si toglierà lo sfizio di vincere uno scudetto per poi passare al Napoli di Maradona (corsi e ricorsi…) col quale vincerà scudetti, coppe e quant'altro. Dopo Lazio-Milan 1-5 il parallelo Muslera/Garella diventa suggestivo. Coraggio Fernando, anche se forse ti sei giocato (e non per colpa tutta tua) la piazza di Roma, anche se ormai presso il popolo laziale hai raggiunto una popolarità simile a quella di Lanna per i romanisti, con le costanza e il carattere di cui sei dotato (e le tue dichiarazioni del dopo partita lo dimostrano) hai delle doti. Sicuramente prima o poi verranno fuori e, in qualche altro tempo o in qualche altro luogo, coglierai quei traguardi che, ne sono certo, meriti.
Mauro Floritta Martorana
domenica 14 ottobre 2007
Tra Europei e Campionato
La settima giornata di Campionato
Lazio - Milan conclude le partite dell’8° turno di campionato: i biancocelesti, dopo un primo tempo piuttosto buono, soccombono di fronte alla stanchezza e soprattutto alla superiorità degli avversari. Tre giorni prima la Lazio ha fermato orgogliosamente il Real Madrid in Champions, ora va a picco (1-5) contro i Campioni d’Europa, reduci dalla sconfitta in Europa contro il Celtic. Il Milan è ritornato a lottare per i primi posti? Difficile dirlo, perché la Lazio senza Ledesma (operato al menisco laterale starà fuori circa un mese) e tatticamente ridisegnata sul 4-4-2 si perde miseramente lasciando il campo agli uomini di Ancelotti. Serata nera per Muslera, che ha pesanti responsabilità su almeno 3 dei 5 gol subiti. Probabilmente il giovane portiere uruguayano è andato in confusione dopo i primi 2 gol e ha mostrato un repertorio di gesti tecnici a dir poco goffi e approssimativi. Molto bene Seedorf – che come il buon vino migliora con gli anni, Oddo, Kakà e il redivivo Gilardino che segna la sua prima doppietta in campionato. Il primo gol di Ambrosini è fortunoso: un cross che prende un effetto strano ed entra in rete. La Lazio risponde con determinazione: il giovane, grintoso De Silvestri affonda meglio di quanto difenda, e così pesca con un cross delizioso Mauri che infila Dida con un piattone di sinistro al volo. Il primo tempo però termina con il Milan in vantaggio per 2-1: Gilardino trova il rigore su un uscita scomposta di Muslera (la seconda, sulla prima l’arbitro Morganti prima lo concede e poi lo nega, ma l’impressione in entrambe le occasioni è che Gilardino sfrutti abilmente la situazione) e Kakà lo realizza. Nella ripresa i biancocelesti provano a reagire, ma la terza rete del Milan li fa sprofondare. È ancora Kakà ad andare a segno infilando Muslera con un tunnel che ridicolizza il portiere uruguayano. Poi il genio brasiliano offre un suggerimento splendido per Gilardino che fa passare ancora una volta la palla sotto le gambe di Muslera. Gilardino fa cinquina con un bel tiro al volo. Bufera sull’inesperto portiere laziale: ma gli errori non sono da addebitare esclusivamente al ragazzo sudamericano, chiamato colpevolmente troppo presto a giocare in uno dei campionati più difficili. L’intera squadra ha mostrato limiti nervosi e atletici, non regge – al contrario del Milan – la pressione di due competizioni in contemporanea. E, incomprensibilmente, è stata indebolita rispetto allo scorso anno. Urgono rimedi. Per ora dovrà barcamenarsi fino a gennaio – magari con il rientro di Siviglia e l’utilizzo di Del Nero, Firmani, Meghni e Vignaroli. In attesa di rinforzi.
A Parma la Roma esce vittoriosa con un secco 0-3. La squadra di Spalletti, nonostante le assenze per infortunio, ha qualità indiscutibilmente superiori agli emiliani e un gran bel gioco, messo in mostra anche al Tardini. Dunque non sarebbe stato arduo pronosticare una vittoria. Tuttavia è difficile dare un giudizio tecnico sulla partita, perché le decisioni arbitrali ne hanno condizionato lo svolgimento. Il primo gol dei giallorossi è irregolare, macchiato da un fallo per trattenuta di Vucinic su Zenoni al momento del passaggio che porterà Totti a segnare. L’attenzione invece è tutta sul pallone che ha superato per più di metà, ma non completamente, la linea di fondo. Proteste, e Couto viene ammonito. Difficile reagire per i nervosi gialloblu, Mancini – protagonista di un’ottima prova - va in raddoppio con uno splendido gol. Poco dopo l’espulsione di Corradi per doppia ammonizione: la prima sull’intenzione, perché l’attaccante non tocca pericolosamente Totti in corsa. La seconda esagerata per uno stop tra braccio e spalla, visto che il giallo era stato già comminato,. Giuste o sbagliate, le decisioni di Banti lasciano il campo alla Roma che chiude con un altro bel gol del Capitano su tocco di De Rossi. E la Roma va, decisa e bella al confronto per il primo posto.
Chi si è liberato di Marco Borriello con tanta facilità avrà certo qualche rimpianto. L’attaccante è diventato un pilastro del Genoa, che al Ferraris supera con un netto 2-0 il Cagliari di Giampaolo (ancora per quanto in panchina?). I liguri partono alla grande, con Borriello che semina il panico nella difesa avversaria e va vicino al gol in due occasioni nei primi dieci minuti. Un Foggia a corrente alternata – e ben controllato da Juric - non basta al Cagliari per sfondare, e Fortin deve fare i miracoli in porta. Ambedue i gol nella ripresa: al 13’ Borriello, che controlla alla perfezione un bell’assist di Leon e gira al volo di sinistro. Il Cagliari allenta le maglie e ne approfitta Di Vaio in contropiede per chiudere la partita. A fine gara Fortin si supera su un ottimo colpo di testa di Papa Waigo appena entrato in campo.
Al Franchi la Fiorentina pareggia 1-1 con la Juventus: risultato che lascia scontente entrambe le squadre, nonostante la buona prestazione. Soprattutto dei bianconeri, reduci da due vittorie consecutive contro Reggina e Torino: Iaquinta è in gran forma, Almiron in grande spolvero, e Grygera gigante in difesa. I viola hanno dimostrato carattere: nonostante le fatiche di coppa Uefa (l’unica squadra italiana a passare il turno, e per di più ai rigori contro il Groningen), ci ha creduto fino alla fine. Frey si dimostra sempre più un portiere di lusso, ottimo Mutu, ma non è una sorpresa, e soprattutto utile Vieri che si procura il rigore del pareggio. Male invece Pazzini, decisamente in un periodo di stanca. Il primo quarto d’ora è bruttino: le squadre si studiano, piuttosto coperte. Poi una fiammata di Mutu con un gran destro da 28 metri che sfiora la traversa. La Juve risponde subito con il gol: Almiron verticalizza, Gamberini respinge male e corto, Iaquinta arriva preciso a insaccare. Sul gol pesa la posizione di Trezeguet che al momento del tiro sembra in fuorigioco attivo proprio a disturbare la visuale di Frey. Ma il caso verrà sollevato solo a posteriori, inducendo Collina a organizzare un apposito convegno sul fuorigioco, regola tra le più confuse e interpretabili. La Fiorentina reagisce, ottimi i passaggi filtranti di Donadel e Montolivo, autore di una grande prestazione al quale Buffon nega il gol con una strepitosa respinta. La Juve va vicina al raddoppio con Nedved da fuori area, Frey alza sopra la traversa. Nella ripresa sono ancora gli uomini di Ranieri a impensierire Frey che si supera su Salihamidzic, poi Brazzo si divora un gol fatto. Nel finale la Fiorentina è tutta in avanti, e la Juve potrebbe approfittare dei grandi spazi a disposizione, ma l’incauto cambio di Nedved con Palladino finisce per indebolire le capacità offensive dei bianconeri, che all’ultimo minuto vengono penalizzati da un mani in area di Legrottaglie. È sempre Mutu, freddo e impeccabile, a battere il rigore, e anche Buffon.
Con un gol da rapina di Corini il Torino si aggiudica la prima vittoria in campionato (1-0) ai danni di una Sampdoria tutt’altro che arrendevole e molto ben messa in campo. Le due squadre sulla carta hanno più o meno lo stesso potenziale, e infatti il primo tempo è piuttosto equilibrato, magari con qualche invenzione in più da parte dei blucerchiati. Volpi però rifila una manata a Rubin, giudicata troppo severamente dall’arbitro come volontaria, e viene espulso. Nonostante l’inferiorità numerica, la Samp anche nella ripresa sembra avere una marcia in più del Toro, soprattutto con l’avvicendamento di Cassano a Montella. Novellino fa entrare Recoba e Malonga, e il gioco ne guadagna in qualità. Che si concretizza con l’esperienza e l’opportunismo di Corini, per l’occasione centravanti alla Inzaghi, che devia in rete un bel tiro di Malonga.
A Catania va in rete Sardo: il difensore, alla prima segnatura in serie A, la mette dentro nel primo tempo superando Amelia, fino ad allora molto attento. Il suo colpo di testa regala l’1-0 sul Livorno, 3 punti vitali in classifica e fa cadere la testa di Orsi, sostituito da Camolese. Era nell’aria, nonostante i buoni propositi proprio in vista della gara contro gli uomini di Baldini, che per l’occasione rientra in panchina dopo le 5 giornate di squalifica per il calcio nel sedere rifilato a Di Carlo. Il Livorno non trova la quadratura necessaria per andare a rete: al 9’ Tavano – che dopo l’esperienza spagnola e romana sembra il ricordo di se stesso – balbetta: recupera una buona palla su un rinvio sbagliato di Terlizzi, salta l’uomo e poi se la allunga troppo e la manda a rotolare mestamente sul fondo. Dopo il gol di testa di Sardo ci si aspetterebbe la reazione dei toscani, che non arriva: il Catania domina fino a fine gara, Amelia se la vede brutta in diverse occasioni. E Spinelli non perdona...
Palermo - Reggina si chiude con un pareggio (1-1) all’ultimo minuto. Reggina chiusa a riccio per l’intera gara che ha visto protagonisti i siciliani con ottime prove di Zaccardo, Jankovic, Diana, Simplicio, Bresciano e Cavani. Tuttavia Colantuono non riesce a indovinare la combinazione per scardinare il catenaccio dei calabresi, che non si spingono mai a impensierire Fontana, praticamente disoccupato. Succede tutto nel secondo tempo, ai minuti 2’ e 4’ di recupero: al 47’ Amoruso si invola in contropiede, nessuno lo ferma, e mette in rete. Una beffa per il Palermitani, che non ci stanno: si riversano alla disperata nell’area della Reggina, finché Amauri al 49’ non sbuca come un diavolo alle spalle dei difensori amaranto e mette dentro di testa il bel suggerimento di Jankovic.
Il derby toscano tra Siena ed Empoli vede una sola squadra in campo: così i bianconeri trovano la prima vittoria in campionato. Ci pensano Maccarone, su rigore questa volta ben tirato, Locatelli e Galloppa a confezionare un netto 3-0 che forse penalizza troppo gli uomini di Cagni, in dieci per l’espulsione di Adani. È l’Empoli a fare la partita, Giovinco, Vannucchi e Saudati mettono spesso in difficoltà la difesa del Siena. Nella ripresa Mandorlini inserisce Locatelli per Codrea in vena di falli. Maccarone si scatena, prima sbaglia un paio di occasioni limpide, poi si fa atterrare da Adani in area al momento del tiro. Rigore ed espulsione del difensore empolese, già ammonito. In dieci, Cagni è costretto a togliere il malandato Saudati, Giovinco diventa centravanti, ma l’Empoli non combina più nulla. Al 34’ la mette dentro Locatelli dopo una bella azione personale, e infine Galloppa trova il primo gol in serie A.
A San Siro l’Inter batte il Napoli per 2-1. Gli uomini di Reja escono da Milano a testa alta. Mancini avanza imperterrito, la sua Inter fa meglio dello scorso anno, nonostante le critiche. I nerazzurri scendono in campo con Cruz dal primo minuto. Scelta felicissima, perché Julio è un grande goleador oltre che un’ottima persona, uno che va in rete anche quando entra a partita iniziata, non fa una grinza quando resta in panchina e fuori dal campo ha un comportamento esemplare. Cruz risolve la partita nei primi 35’, segnando due splendidi gol e divorandosene uno piuttosto facile. Il primo nasce da un contropiede, i napoletani sorvegliano Ibrahimović ma dimenticano Cruz che li fa secchi. Il secondo arriva con un controllo perfetto su un lancio dai 30 metri che “el Jardinero” mette alle spalle di Iezzo. Nella ripresa il Napoli ce la mette tutta, ma Julio Cesar è sempre pronto, finché – negli ultimi minuti - non entra Sosa, che imita Cruz. “El Pampa” coglie l’attimo e la mette dentro alla prima occasione. Nonostante l’entrata di Calaiò, l’Inter controlla bene il vantaggio. Che si limita al 2-1 perché Suazo, su un autentico capolavoro in corsa di Figo che lo smarca in area, si divora un gol fatto. Mancini rimane primo in classifica a guardare dall’alto dei 17 punti le altre squadre. Con 2 punti in più della stagione 2006/07.
Centenario senza lieto fine per l’Atalanta che, grazie anche a un rigore tirato da Zampagna sulla traversa, pareggia 0-0 con l’Udinese. Tante le occasioni sprecate dai bergamaschi nel primo tempo. L’Udinese, senza Di Natale in lutto per la perdita della mamma, non è riuscita a rendersi pericolosa sotto porta. L’unica occasione da rete per i friulani arriva su una punizione di Pepe deviata dalla barriera, con Coppola bravissimo a respingere. Le fiammate improvvise dell’Atalanta si fanno sentire: ma Handanovic si supera in diverse occasioni, mostrando un repertorio da grande portiere sulle insidie di Langella (bel sinistro), di Carrozzieri (insidioso colpo di testa), di Ferreira Pinto. Il primo tempo non manca di emozioni, come invece accade nella ripresa in cui, nonostante i cambi e gli inserimenti di diversi attaccanti, il risultato non si smuove. L’occasione per andare in vantaggio arriva per i padroni di casa nel finale: Dondarini vede (male) il rigore su un contrasto tra Lukovic e Pellegrino, Zampagna spara sulla traversa. L’Atalanta, però, avrebbe meritato qualcosa in più.
Alessandro Staiti