sabato 31 gennaio 2009

La Lazio cade sotto i colpi della Sampdoria

Partita equilibrata fino al 60', quando ci pensa Antonio Cassano a spianare la vittoria alla Sampdoria con un'invenzione di gran classe. La Lazio arriva a Genova con tutti i suoi titolari: ciononostante la formazione è ancora una volta rivoluzionata con scelte che destano una certa sorpresa come Zarate e Carrizo in panchina, mentre la Samp è in forte emergenza: infortunati Campagnaro, Accardi, Raggi e Franceschini, squalificati Sammarco e Pazzini. La Lazio inizia bene con un Meghni particolarmente ispirato che offre dall'out sinistro un assist perfetto a Mauri in mezzo all'area avversaria: purtroppo il trequartista biancoceleste inciampa su se stesso e fallisce l'occasione. Gol mancato, gol subito, con la solita complicità della difesa laziale. Al 13' sugli sviluppi di una punizione di Ziegler dalla destra, Delvecchio viene lasciato indisturbato sul secondo palo e mette in rete. Due minuti dopo Padalino accusa un problema di stomaco e lascia il posto a Dessena. La Lazio reagisce: al 17' va vicino al pareggio Goran Pandev con una bella azione solitaria: il suo destro a girare è alto di poco. Al 29' è Rocchi, con un bel gol, ad agguantare il pari: lancio lungo di Ledesma, Gastaldello salta a vuoto, Rocchi è più veloce di Stankevicius, stoppa di petto e batte Castellazzi con un potente destro a incrociare. Il bomber biancoceleste raggiunge quota 79 gol, superando Puccinelli nella classifica dei migliori marcatori della Lazio. Prima che si vada negli spogliatoi, Cassano perde l'occasione per calciare a rete e Rocchi tenta il bis ancora di destro, ma Castellazzi gli si oppone a pugni chiusi.
Nella ripresa Rocchi resta negli spogliatoi: ha un problema agli adduttori, non ce la fa. Viene sostituito da Zarate. La Lazio continua ad attaccare, e mostra anche un buon gioco. Cassano, però, si sveglia e al 6' inventa una delle sue magie: sulla destra dell'area laziale ubriaca Lichtsteiner e Siviglia, si accentra e con un destro incredibile a girare batte l'incolpevole Muslera. Non basta: tre minuti dopo, corner per la Sampdoria: Stankevicius è solo soletto nell'area biancoceleste e non vede l'ora di metterla dentro di testa indisturbato. La Lazio potrebbe subire anche l'umiliazione del quarto gol: Cassano va a terra contrastato da Lichtsteiner: rigore. Bellucci sul dischetto si fa però ipnotizzare da Muslera, che respinge. La Lazio è in bambola: Rossi cambia Meghni e Mauri con Foggia e Matuzalem, al rientro in campo dopo la lunga assenza. Qualche sprazzo lo offre il solito Zarate, che al 25' entra in area palla al piede ma viene atterrato da Lucchini. Il rigore è netto, Ayroldi fischia ma il suo assistente è di parere contrario e lo convince a tornare indietro sulla propria decisione. La Lazio è frammentata, anarchica, senza gioco. Attacca fino alla fine della partita con nervosismo e poco costrutto. Non fioccano i gol, ma solo le ammonizioni: la ciliegina sulla torta è la rissa finale in campo, prontamente sedata. Non tira una buona aria sul cielo della Lazio.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
SAMPDORIA-LAZIO 3-1 (p.t. 1-1)

SAMPDORIA (3-5-2): Castellazzi; Stankevicius, Gastaldello, Lucchini; Padalino (dal 15′ p.t. Dessena), Delvecchio, Palombo, Ziegler, Pieri; Bellucci (dal 45′ s.t. Mustacchio), Cassano (dal 31′ s.t. Marilungo). Mirante, Regini, Donati, Obiang. All. Mazzarri.
LAZIO (4-3-1-2): Muslera; Lichtsteiner, Siviglia, Cribari, Radu; Dabo, Ledesma, Meghni (dal 28′ s.t. Matuzalem); Mauri (dal 18′ s.t. Foggia); Pandev, Rocchi (dal 1′ s.t. Zarate). Carrizo, Brocchi, Rozehnal, De Silvestri. All. Rossi.
ARBITRO: Ayroldi di Molfetta.
MARCATORI: Delvecchio (S) al 13′, Rocchi (L) al 30′ p.t.; Cassano (S) al 7′, Stankevicius (S) al 10′ s.t.
NOTE: ammoniti Pieri (S), Dabo (L), Lichtsteiner (L), Gastaldello (S) per gioco scorretto, Pandev (L) per simulazione, Bellucci (S) per comportamento non regolamentare, Dessena (S) e Foggia (S) per proteste. Tiri in porta 5-6. Tiri fuori 4-8. In fuorigioco 1-1. Angoli 6-9. Recuperi: 1′ p.t., 3′ s.t. Paganti 1.261, incasso di 21.940 euro; abbonati 20.038, quota di 201.347,02 euro.

mercoledì 28 gennaio 2009

Lazio KO nella prima del girone di ritorno

Inizia male il girone di ritorno della Lazio. All’Olimpico va in scena la nemesi sarda, che alla prima di campionato aveva perso per 4-1 nonostante il vantaggio iniziale e che ripete la scena a parti invertite a Roma. Vantaggio iniziale della Lazio con capitan Rocchi dopo soli 3 minuti (veloce e preciso l’assist di Mauri dal limite sinistro dell’area, complice il rinvio sbagliato di Lopez) e poi la spietata rimonta dei rossoblu nel giro di soli 40 minuti, al ritmo di 1 gol ogni dieci. Con la Lazio che sbaglia due rigori. Succede tutto nel primo tempo. Alla segnatura biancoceleste risponde dopo soli 2 minuti Jeda di testa, indisturbato, dopo il salto a vuoto di Rozehnal sul crosso di Lazzari dalla sinistra. Trascorrono solo 4 minuti, Jeda raddoppia, il gol è in fotocopia ma parte dalla fascia opporta. Matri si beve Lichtsteiner, serve al fondo Jeda che di trovare ancora una volta puntuale, con la difesa laziale disarmata. La Lazio cerca di reagire, ma non ha spunti. Squadra slegata tra i reparti e inconcludente, Cagliari padrone del campo. Al 21’ Carrizo è costretto a uscire su Jeda, che si è involato davanti alla porta su un preciso cross di Daniele Conti. Per l’arbitro Romeo è rigore che Acquafresca trasforma senza problemi. Trascorrono solo 20 minuti e al 41’ Matri di testa in torsione la mette alle spalle di un incolpevole Carrizo. A un minuto dall’intervallo Romeo concede un rigore dubbio per l’uscita di Marchetti sui piedi di Mauri, che però aveva già tirato fuori. Rocchi toglie il pallone a Zárate (brutta scena, ripete l’infelice uscita che aveva avuto lo scorso anno nei confronti di Bianchi) e batte il penalty. Fuori con l’accuso.
Nella ripresa Delio Rossi sorprende la platea inserendo Cribari al posto di Diakité. Il giovane difensore era sembrato sì in difficoltà, ma non certo più dei suoi compagni di reparto, che avevano fatto anche peggio. La Lazio sembra volenterosa, ma rimane inconcludente. Dopo pochi minuti dal fischio d’inizio nuova occasione per accorciare le distanze: Rocchi viene trattenuto con il braccio da Matheu, che gli cintura la spalla. Rigore netto. Sul dischetto va Zárate: il suo tiro, lento e centrale, è parato senza problemi dall’ottimo Marchetti, che diventa il protagonista indiscusso del secondo tempo, con un miracolo su un’ottima incursione di Pandev che dribbla tutta la difesa e ripetendosi su Zárate. Per la Lazio la giornata è chiusa. C’è tempo per un altro brutto episodio: Daniele Conti insulta Pandev – che fa finta di non sentirlo e gli dà le spalle – perché la Lazio ha continuato a giocare nonostante un giocatore del Cagliari fosse a terra (che si rialza però prontamente...). Firmani gli risponde da bordo campo, tra i due volano parole grosse ma l’unico ad essere espulso è il biancoceleste, che poi si vede affibbiare dal giudice sportivo ben 2 turni di squalifica. Il Cagliari ha ben 2 occasioni per aumentare lo score, ma prima Matri, poi Parola mancano il bersaglio grossolanamente. La curva Nord, protagonista in positivo pochi giorni prima in Coppa Italia, fischia fragorosamente la squadra. L’unico che va a scusarsi è Lichtsteiner, che dimostra grande personalità e umiltà, perfino ripreso da alcuni compagni. Ma i cori contro Carrizo durante la partita da parte di alcuni tifosi segnano una giornata triste anche per il tifo biancoceleste.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-CAGLIARI 1-4

LAZIO (4-3-3): Carrizo, Lichsteiner, Diakitè (1' st Cribari), Rozehnal, Kolarov; Brocchi, C. Ledesma, Mauri (29' st Foggia); Pandev, Zarate, Rocchi (24' st S.Inzaghi). (Muslera, De Silvestri, Matuzalem, Firmani). All. D. Rossi.
CAGLIARI (4-3-1-2): Marchetti, F. Pisano, Bianco, Lopez, Matheu; Biondini (38' st Parola), Conti, Lazzari; Jeda (44' st Larrivey); Acquafresca (21' st Fini), Matri. (Lupatelli, Canini, Astori, Ragatzu). All. Allegri.
MARCATORI: 3' Rocchi (L), 5' e 9' Jeda (C), 21' Acquafresca (C, rig.), 41' pt Matri (C).
ARBITRO: Romeo di Verona.
AMMONITI: Mauri (L), Carrizo (L), Conti (C), Marchetti (C), Matheu (C) e Biondini (C).
NOTE: pomeriggio non freddo, terreno in discrete condizioni. Espulso Firmani (L) per proteste dalla panchina. Recupero: 1' pt, 3' st.

sabato 24 gennaio 2009

Coppa Italia: Lazio in semifinale. Torino battuto 3-1


La Lazio va in semifinale di Coppa Italia battendo il Torino. Il 4 febbraio saprà chi dovrà affrontare tra Juventus e Napoli. Le altre semifinaliste sono Inter e Sampdoria. Con 10 mila anime allo stadio (non male per un turno di Coppa) e la Curva Nord al completo pronta a incitare come non mai i biancocelesti (una splendida dimostrazione di tifo, eccetto quando una piccola minoranza accenna un coro contro il presidente Lotito) la Lazio mette in campo una partita dai due volti. A Muslera e alla difesa titolare di un anno fa (De Silvestri, Siviglia, Cribari, Kolarov) si affianca il centrocampo con Brocchi, Ledesma e Mauri, Foggia e Zarate a supporto di Rocchi in attacco; mentre il Torino schiera la formazione titolare, preferendo come in campionato Calderoni a Sereni in porta. Il primo tempo della Lazio è quasi sconcertante: circolazione di palla lenta e prevedibile, Ledesma che sbaglia la quasi totalità dei passaggi, attacco spuntato e inconcludente. Oltre ai soliti svarioni difensivi. Il Torino è molto ben messo in campo e mette subito in difficoltà i biancocelesti: con il passare dei minuti i granata prendono coraggio con Abate, Corini e Rosina, tra i suoi migliori interpreti, finché al 29’ arriva il vantaggio. Rosina mette in mezzo un buon pallone, Muslera in uscita alta riesce solo a sfiorarlo, e sulla sinistra si avventa Natali – del tutto indisturbato - che insacca a porta vuota. La Lazio cerca la reazione, ma non riesce a trovare la chiave del gioco.
La svolta nel secondo tempo si chiama Goran Pandev, che entra nel primo minuto al posto di Foggia: in 4 minuti il fuoriclasse macedone pareggia il conto con un gran tiro a incrociare, splendidamente servito da Stefano Mauri, autore di un’ottima prestazione. Lo stesso centrocampista cinque minuti più tardi si esibisce in un gol capolavoro, un esterno sinistro a incrociare dai 25 metri che si insacca potente all’incrocio dei pali. Risultato ribaltato, la Lazio ha preso in mano il gioco e domina. Novellino lancia in campo Barone e Amoruso, ma è sempre la Lazio a condurre le danze con un tridente particolarmente ispirato e sempre più fluido. Sfortunato Zarate, che si accende a sprazzi e anche quando riesce a seminare mezzo centrocampo e mezza difesa avversaria con dribbling ubriacanti (un piacere per lo spettacolo) non riesce a trovare lo specchio della porta. Mauri e Dabo (subentrato a Brocchi al 39’) colpiscono 2 pali clamorosi, ma è Rocchi a segnare il terzo gol nel primo minuto di recupero, servito in modo perfetto dal solito Pandev. La Lazio avanza con merito in semifinale.
Visibilmente soddisfatto Delio Rossi ai microfoni Rai: “Cosa ho detto a Pandev? Solo disposizioni tattiche e i compiti che doveva svolgere. Nel primo tempo eravamo legati, non riuscivamo a far girare la palla. Poi abbiamo cambiato qualcosa e siamo migliorati. Siamo una squadra che con tutti i suoi effettivi può giocarsela con tutti e stasera quelli che hanno giocato meno si sono fatti trovare pronti. Il nostro obiettivo? Partita dopo partita. Siamo felici di ritrovare una semifinale e speriamo stavolta vada bene”.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-TORINO 3-1 (primo tempo 0-1)

LAZIO: Muslera; De Silvestri (28' st Lichtsteiner ), Siviglia, Cribari, Kolarov; Brocchi (39' st Dabo ), Ledesma, Mauri; Foggia (1' st Pandev), Zarate, Rocchi. (Carrizo, Diakitè, Firmani, S.Inzaghi). All. D. Rossi.
TORINO: Calderoni; Colombo, Natali, Dellafiore, Ogbonna; Abate, Corini (16' st Barone ), Dzemaili, Diana (36' pt Vailatti, 20' st Amoruso); Rosina, Bianchi. (Fontana, Di Loreto, Saumel, Stellone). All.: Novellino.
MARCATORI: Natali (T) al 29' pt; Pandev (L) al 4', Mauri (L) al 10', Rocchi (L) al 46' s.t.
ARBITRO: Gervasoni di Mantova.
Spettatori:10 mila circa.
Ammoniti: Rosina, Kolarov, Foggia, Zarate, Barone.
Angoli: 7-4 per la Lazio.
Recuperi: 1' e 5'.

mercoledì 21 gennaio 2009

In 5 minuti il pareggio tra Lazio e Juve


L’1-1 all'Olimpico fra Lazio e Juventus sta tutto in cinque minuti del primo tempo: vanno in vantaggio al 25’ i biancocelesti con Ledesma, al 30’ pareggia il conto Mellberg per i bianconeri. Entrambe le reti frutto di pesanti distrazioni. La Lazio schiera il tridente Zárate-Rocchi-Pandev con la splendida performance di Meghni a centrocampo, accanto a Dabo e Ledesma. Ranieri, con la difesa decimata dagli infortuni, lancia al centro il baby Ariaudo, al debutto in campionato. Dopo circa 20 minuti in cui le due squadre si studiano a fondo – con la Lazio in pressante predominio - è Zárate a decidere che bisogna fare qualcosa per accendere davvero la partita: se ne va sull’out di sinistra e Mellberg lo atterra. L’arbitro Morganti, che sembra dirigere all’inglese (cambierà idea più tardi), concede la punizione – letale - ai padroni di casa. E Cristian Ledesma non si fa pregare due volte: calibra uno dei suoi migliori lanci da posizione impossibile che, con l’involontario aiuto di Manninger (clamoroso il suo errore di piazzamento), la mette dentro alle spalle del portiere austriaco. Esplode l’Olimpico, al pieno stagionale come se si trattasse di Champions (oltre 60mila spettatori). Il gol è incredibile, purtroppo non decisivo. La Juve sbanda, e la Lazio un minuto dopo va vicina al raddoppio: Rocchi, lanciato in profondità da Dabo, calcia al volo di sinistro chiamando Manninger al miracolo. Sulla ribattuta si avventa Pandev che, disturbato da Legrottaglie, spedisce incredibilmente alto sopra la traversa con la porta completamente vuota. Grave errore, scatta la dura legge: gol mancato, gol subìto. I bianconeri prendono coraggio: al 27’ una punizione di Del Piero dalla trequarti va a cercare Amauri, ma Diakité è perfetto nell’anticipo. Due minuti dopo è Amauri che cerca di ricambiare il favore a Del Piero in velocità sulla destra: palla in profondità per Del Piero, deviata in angolo da Rozehnal. Sulla bandierina va Marchionni che pennella un bel cross al centro dell’area laziale dove Mellberg, indisturbato, gira ottimamente di testa sul primo palo: inutile il tuffo di Carrizo. Solita, ennesima distrazione della difesa laziale: cambiano gli interpreti ma non cambiano gli errori. Su questo dovrebbe riflettere il tecnico della Lazio. Sono 4 anni che la Lazio sembra impotente di fronte ai calci piazzati. Pur con una difesa completamente rivoluzionata in questo campionato, i gol subiti hanno le stesse cause. Sembra più che una semplice distrazione o una sfortunata coincidenza. Al 33' brutto scontro in elevazione tra Nedved e Lichtsteiner, con il difensore della Lazio che ha la peggio riportando una ferita sanguinante al naso. Nell’occasione Morganti non sanziona Nedved, anche se il gomito dell’ex laziale è molto alto. Da questo momento Morganti inizierà a distribuire gialli a profusione, con preferenza ai biancocelesti anche quando ne meriterebbero di più i bianconeri, specialmente Molinaro, Sissoko e Marchisio. Questa, purtroppo, è un’altra costante delle partite della Lazio, anche in casa. Il primo tempo si chiude così in parità, anche se ai punti la Lazio avrebbe meritato molto di più.
Ripresa con le stesse formazioni. Ma la situazione si capovolge, la Juve è più decisa: Al 4' Sissoko dopo una grande progressione impegna Carrizo che si fa sfuggire il pallone e para in 2 tempi. Brivido. Subito dopo ci prova Marchionni. La Lazio rompe l'assedio juventino con Zarate che all’11’ si porta a spasso tre giocatori della Juve, poi calcia con il destro dai 25 metri. Conclusione a lato, ma non di molto. Al 17' Rossi sostituisce Meghni con Brocchi, 8 minuti più tardi è la volta di Zanetti e Dabo che lasciano il posto a Marchisio e De Silvestri. Al 26’ Carrizo si esibisce in una bella uscita bassa che ferma la fuga di Del Piero lanciato in profondità da una bella iniziativa di Nedved. Al 31' fuori Zarate e dentro Foggia. Commenta l'argentino: “sempre io devo uscire?”. Viene riportato alla ragione da Tare, siparietto poco felice davanti alle telecamere, anche se la decisione di Rossi suscita più di un dubbio: poteva optare per l’uscita di Pandev, ad esempio, in netto calo nel secondo tempo. Due minuti dopo Manninger si fa perdonare l'incertezza sul gol di Ledesma salvando in uscita su Pandev: nello scontro si infortunano entrambi, ma rimangono in campo. Al 35’ esce anche Del Piero, sostituito da Giovinco. Pochi sussulti, fino al 40' quando Legrottaglie anticipa Pandev fuori area e il suo tiro scheggia il palo alla sinistra di Carrizo. Quattro minuti di recupero. Ma le squadre sono stanche, il ritmo è stato alto. Al 48' Rocchi cerca sul secondo palo Foggia che stava scendendo dalla parte opposta: Molinaro va in chiusura, forse fallosa. Foggia reclama il rigore, ma è l'ultima emozione.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-JUVENTUS 1-1

LAZIO (4-3-3): Carrizo; Lichtsteiner, Diakite, Rozehnal, Radu; Dabo (26' s.t. De Silvestri), Ledesma, Meghni (18' st Brocchi); Pandev, Rocchi, Zarate (32' s.t. Foggia). (Muslera, Cribari, Kolarov, Makinwa). All. Rossi.
JUVENTUS (4-4-2): Manninger; Mellberg, Ariaudo, Legrottaglie, Molinaro; Marchionni, Sissoko, Zanetti (26' s.t. Marchisio), Nedved; Amauri, Del Piero (35' s.t. Giovinco). (Chimenti, De Ceglie, Poulsen, Tiago, Ekdal). All. Ranieri.
ARBITRO: Morganti.
MARCATORI: Ledesma (L) al 25', Mellberg (J)al 30' p.t.
NOTE: spettatori 60.000. Ammoniti Dabo, Del Piero, Molinaro, Radu, Sissoko, Lichtsteiner, Brocchi. Recupero 2' p.t., 4' s.t.

sabato 17 gennaio 2009

Pandev e Zarate stendono la Reggina


"Temo più la mia squadra della Reggina", aveva dichiarato Delio Rossi alla vigilia di Reggina-Lazio. Gli ha risposto Goran Pandev con la sua prima tripletta in biancoceleste. Il tridente più Meghni dà ragione al tecnico, anche se la gara si fa subito in salita quando Bergonzi, dopo appena 4 minuti, concede un rigore inesistente ai padroni di casa. Carrizo esce coraggiosamente su Brienza che si invola tutto solo verso la porta dopo l’inciampo di Rozehnal che perde il contrasto. Dal dischetto Corradi non sbaglia. Bergonzi scontenta tutti: i laziali per il rigore, i calabresi che vogliono il rosso per Carrizo, che invece si vede sventolare il giallo dall’arbitro. La Lazio non ci sta e inizia a macinare gioco: Meghni in veste di regista è delizioso, e permette a Ledesma di svolgere un’efficace azione di contrasto davanti alla difesa: il centrocampo è al sicuro. Il primo a impensierire Campagnolo è Zarate, al 13’: l’argentino è delizioso e imprendibile. Il gol arriva però un minuto dopo con Pandev, complice l’involontaria deviazione di un difensore granata: il suo sinistro diventa un pallonetto imprendibile. È il pareggio. Ci pensa Zarate al 22’ a far venire le traveggole alla difesa calabrese arrivando sul fondo a sinistra: dribbla come una saetta tre difensori e lancia il pallone nell’area piccola per Pandev, che ha il tempo e l’abilità di stoppare di petto e infilare in rete, sempre di sinistro. Capolavoro della coppia d’attacco biancoceleste, sempre più affiatata. Al ritorno dagli spogliatoi la Reggina è più aggressiva: guadagna subito 3 angoli e confeziona un’insidia da brivido per Carrizo su colpo di testa di Santo,s rimpallato da Rocchi. Pillon cambia qualcosa inserendo prima Cozza (all’8’) e tre minuti dopo Tognozzi. Mosse indovinate. La solita disattenzione difensiva dei biancocelesti porta la Reggina al pareggio: guizzo di Sestu sulla destra, cross rasoterra per capitan Cozza: Diakité e Carrizo si guardano senza capirsi, ne approfitta il reggino che la mette dentro senza indugi. Lazio troppo leziosa, quasi narcisista o masochista quando si esalta nelle difficoltà. La Lazio sembra in affanno, Diakité si deve dare parecchio da fare per respingere le incursioni dei padroni di casa. Rossi risponde richiamando ai box Dabo e Meghni per Brocchi e Mauri. Ma è Zarate a sistemare ancora una volta le cose: discesa fulminante sulla sinistra, ancora sul fondo: ipnotizza i difensori calabresi e con un pallonetto da manuale mette la palla sui piedi di Pandev che al 31’ realizza così la tripletta, questa volta di destro. Splendida coppia quella formata da Zarate e Pandev! La Lazio prova ancora qualche brivido: Di Gennaro, appena entrato al posto di Sestu, innesca bene Brienza che calcia di sinistro e trova la sfortunata deviazione di Corradi. Il pallone sfiora il palo. Ci prova fino all'ultimo la Reggina ma neanche i 4' di recupero cambiano il risultato. La Lazio vola a 30 punti verso la gara più attesa di fine girone di andata, quella in casa contro la Juventus.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
REGGINA - LAZIO 2-3
(p.t. 1-2)
REGGINA: Campagnolo, Cirillo, Santos, Lanzaro, Costa (8'st Cozza), Sestu (41'st Di Gennaro), Barreto, Tognozzi (11'st Viola), Barillà, Brienza, Corradi. In panchina: Marino, Krajcik, Cosenza, Ceravolo. Allenatore: Pillon
LAZIO: Carrizo, De Silvestri, Diakitè, Rozenhal, Radu, Dabo (21'st Brocchi), Ledesma, Meghni (30'st Mauri); Pandev, Rocchi, Zarate (36'st Foggia) In panchina: Muslera, Cribari, Kolarov, Makinwa. Allenatore: Rossi.
ARBITRO: Bergonzi di Genova.
MARCATORI: 4'pt Corradi (rig), 14'pt, 22'pt e 31'st Pandev; 18'st Cozza.
NOTE: ammoniti: Carrizo, Tognozzi, Cirillo, Diakhite, Costa, Pandev. Angoli: 8-5 per la Lazio. Recupero: 1'; 4'.

sabato 3 gennaio 2009

La Lazio festeggia Natale battendo il Palermo

La Lazio va in vacanza con una vittoria. Era il miglior modo per festeggiare, subito dopo l’incontro, all’interno dello stesso Stadio Olimpico. Il modo migliore anche per chiudere il 2008, con una posizione di classifica (mancano dai 3 ai 6 punti almeno, ricordando il disastro di Bologna, l’assurda sconfitta nel derby e contro il Napoli e il mezzo passo falso contro il Lecce in casa) soddisfacente, la migliore del periodo da quando Rossi è in panchina. Si può dunque ragionevolmente guardare al 2009 con ottimismo. Tuttavia la partita contro il Palermo – il primo anticipo del 17° turno di Serie A - non offre un grande spettacolo. Rossi modifica ancora una volta la formazione, anche per ovviare a qualche problema di infermeria: Meghni e Lichtsteiner a centrocampo, Foggia e Pandev in attacco leggermente dietro a Zárate. Diakité ancora in campo accanto a Cribari, Rozehnal ha la febbre. La prima mezzora scivola via senza grandi scosse, se si esclude al 23’ il magistrale suggerimento di Foggia di testa per Pandev che, solo davanti ad Amelia in uscita, non trova la via del gol. Nell’occasione il macedone resta a terra infortunato, ma l’arbitro Gava fa continuare il gioco noncurante. Quando si rialza Goran ha una vistosa ferita sopra al ginocchio sinistro. Per il resto molta imprecisione da ambo le parti, anche se la velocità di gioco è abbastanza sostenuta: le due squadre si fronteggiano spesso annullandosi. Lazio a fatica in avanti, con Zarate un po’ in ombra (peccato per il bel gol annullato al 29’, in evidente fuorigioco, su squisito suggerimento di Pandev). Il Palermo dal canto suo, coperto e attento a ripartire, non si rende mai davvero pericoloso: nel finale di tempo prima Miccoli, poi Succi provano a impensierire Carrizo che blocca centralmente, senza affanni, in entrambi i casi. Nella ripresa il copione non cambia, ma Rossi inserisce Dabo per De Silvestri, riportando Lichtsteiner nella sua posizione di terzino destro, e dopo un quarto d’ora opera la mossa più coraggiosa: Rocchi per Zarate che, molto sconsolato, esce dalla parte opposta alla panchina e – quando passa sotto alla Curva Nord che lo acclama – non ricambia il saluto. La lunga passeggiata dell’argentino richiama l’attenzione... Rossi ci ha preso: Rocchi si rende subito pericoloso con una girata di testa su suggerimento di Lichtsteiner e al 18’ con l’esterno destro la mette dentro a un passo dalla porta di Amelia, sfruttando un cross di precisione geometrica di Meghni – grande la sua prova, soprattutto nel secondo tempo! - dalla sinistra. L’azione nasce da una serie di palloni recuperati con decisione a centrocampo, ottimo lavoro. Al 23’ i rosanero rispondono con Bresciano, ma il suo sinistro è fuori. Da segnalare la prestazione maiuscola di Diakité, con autorevoli anticipi, entrate in scivolata e imperiosi stacchi di testa: le palle alte nella difesa biancoceleste sono tutte sue. Sembra proprio lui, il più giovane, quel dominante che Rossi andava cercando da anni. Al 27’ Lichtsteiner viene brutalmente atterrato da Balzaretti che viene espulso per doppia ammonizione. Lo svizzero viene colpito sulla caviglia appena recuperata, un miracolo che non abbia riportato lesioni, e deve lasciare il campo (con le stampelle) a Kolarov. La difesa scala tutta verso destra: Diakité va a fare il terzino, Cribari e Radu i centrali. Al 38’ Gava non vede un rigore netto su Pandev, spostato con una poderosa ancata mentre si trova palla al piede davanti ad Amelia. Non succede praticamente nulla fino alla fine della gara. Si può festeggiare.
Da quando ci sono io in panchina non avevamo mai concluso il girone d'andata con così tanti punti – ha sottolineato Delio Rossi in sala stampa - e invece quest'anno abbiamo ancora due partite prima di girare, in cui spero di rimpinguare il bottino. Sarebbe un buon viatico per il ritorno. Nel primo tempo abbiamo avuto qualche problema nella circolazione di palla, mentre nella ripresa, con Dabo in campo, Ledesma è stato più libero di impostare il gioco e le cose sono migliorate. Ho avuto la risposta che volevo dalla squadra, ha saputo venire a capo di un Palermo che ci ha creato qualche problema e non si è mai disunita. Abbiamo vinto meritatamente. Sono felice per Tommaso perché viene da un periodo in cui sta cercando di ritrovare la forma migliore e so che non è facile andare in panchina, ma sta a me scegliere chi mandare in campo. Zárate? Non ho visto la sua reazione al gol di Rocchi ma forse non ha esultato perché era giù in quanto avrebbe voluto dare di più alla squadra”. Soddisfatto del ritorno al successo anche il presidente Lotito: “Siamo stati eccezionali dal punto di vista fisico. Abbiamo vinto meritatamente, con carattere, determinazione e ottima qualità di gioco. Zárate non ha esultato al gol? Non credo. È uno che lavora per il gruppo. L'allenatore ha ritenuto che dovesse entrare Rocchi e Zárate lo avrà accettato. La classifica? Senza falsa modestia, per la verità ci manca qualche punto: con il Napoli e con la Roma non meritavamo di perdere, e con il Lecce il pareggio ci è stato stretto. Si interverrà sul mercato soltanto se ci dovesse essere la necessità di farlo. Rossi? La società è sempre stata vicina all'allenatore. Ci sono le condizioni perché possa anche essere l'allenatore del futuro”.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-PALERMO 1-0 (pt. 0-0)
LAZIO: Carrizo; De Silvestri (1' st Dabo), Diakite, Cribari, Radu; Lichtsteiner (30' Kolarov st), Ledesma, Meghni; Foggia, Pandev; Zarate (13' st Rocchi). A disposizione: Muslera, Firmani, Manfredini, Del Nero.
All.: D. Rossi.
PALERMO: Amelia; Cassani, Kjaer, Bovo, Balzaretti; Nocerino, Liverani, Bresciano (40' st Guana); Simplicio; Miccoli (33' st Mchedlidze sv), Succi. A disposizione Ujkani, Dellafiore, Raggi, Migliaccio, Ciaramitaro.
All.: Ballardini.
MARCATORI: 21' st Rocchi
ARBITRO: Gava di Conegliano Veneto
SPETTATORI: 30 mila circa.
ANGOLI: 4 (P) - 3 (L)
RECUPERO: 3' e 3'.
ESPULSI: 28' st Balzaretti per somma di ammonizioni.
AMMONITI: Cassani, Bovo, Balzaretti, Meghni e Dabo per gioco falloso; Foggia per proteste.