sabato 20 dicembre 2008

Una rimonta incredibile: Udinese-Lazio 3-3


Non si capisce cosa stia accadendo alla Lazio: non è spiegabile con la forza della sola logica (che comunque nel calcio non la fa quasi mai da padrona) come sia possibile andare sotto di tre gol in un’ora e poi rimontare in 25 minuti sfiorando anche la vittoria. L’inedito 4-4-2 che Rossi schiera a sorpresa a Udine desta più di un interrogativo: Belleri e Del Nero sono praticamente due esordienti, Lichtsteiner spostato a centrocampo, Pandev in panchina, Mauri addirittura in tribuna. Un messaggio forte nei confronti della squadra? È appropriato inviare messaggi proprio in occasione di una partita così critica? Ambedue le squadre hanno bisogno di riscattarsi da una serie di insuccessi preoccupante, perché non si va sul sicuro? La Lazio, nonostante un buon piglio fin dai primi minuti,
finisce per fare il gioco dei padroni di casa: a Di Natale bastano 9 minuti per battere Carrizo con una grande giocata in coppia con Quagliarella, che gli mette sui piedi l’assist perfetto. I biancocelesti reagiscono a testa bassa: tutti in avanti. Risultato? Il secondo gol arriva dopo soli 6 minuti. Lo scenario è il solito: contropiede fulminante, questa volta è Di Natale a mandare in gol Quagliarella. La Lazio però non si abbatte: Ledesma si carica la squadra sulle spalle, cerca il gran tiro dalla distanza, l’assist prezioso per Rocchi (al 45’). Qualcosa si muove, ma senza risultato.
Al rientro dagli spogliatoi Rossi cambia le carte in tavola, riproponendo un più probabile 4-3-3: Meghni rileva Belleri e Lichtsteiner torna terzino sinistro, Pandev per Del Nero. È proprio il macedone a far cambiare marcia ai suoi, ma inaspettatamente dopo 10 minuti arriva il terzo gol: Di Natale a tu per tu con Carrizo lo batte dopo che il portiere argentino si fa scappare dalle mani il pallone che ha già parato. Sul 3-0 la partita potrebbe considerarsi chiusa. Lazio ormai agli inferi. Eppure la parola fine non è stata ancora pronunciata. Pandev al 15’ tira una gran botta decentrato sulla sinistra, Handanovic respinge ma c’è Zarate davanti alla porta e il suo tap-in è freddo e implacabile. L’argentino senza esultare va subito a riprendere la palla in fondo alla rete e la riporta al centro del campo. L’Udinese accusa il colpo, la Lazio cresce: al 27’ svetta imperiosamente Diakité al centro della difesa bianconera e la mette dentro con un gran colpo di testa. Questo ragazzo è il futuro della Lazio e con il gol riscatta lo sfortunato incidente dell’autorete contro l’Inter. Due minuti dopo anche Carrizo fa vedere che è un gran portiere e si supera su un bel tiro di Quagliarella. Entra nel vivo della gara anche Zarate, piuttosto in ombra per 70 minuti nonostante il gol. Marino rinforza il centrocampo con Obodo, esce Pepe. Anche Foggia al 35’ rileva Dabo, Rossi ora ci crede. L’aiuta l'Udinese che pensa solo a difendersi e così al 40' ci pensa Ledesma con una delle sue bombe: destro forte e preciso che porta il risultato sul 3-3. Davvero incredibile. Il finale della partita è solo Lazio, un vero e proprio assedio che per poco non guadagna anche la vittoria. ci mette del suo anche l’arbitro Rosetti che inesplicabilmente concede soltanto 3 minuti di recupero nonostante l’infortunio di D’Agostino al 42’ (sostituito da Pasquale) e la perdita di tempo che si è consumata in campo prima di far uscire il malcapitato dal campo. Un pareggio assurdo, che non porta granché ai due contendenti e risveglia in casa biancoceleste critiche e dubbi sulla tenuta dello spogliatoio. L’incredibile rimonta di ben 3 gol consumata in soli 25 minuti offre alla Lazio uno spunto più che interessante per capire di che pasta è fatta. Sempre che ci creda.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
UDINESE-LAZIO 3-3 (pt 2-0)
UDINESE (3-4-3): Handanovic; Coda, Sala, Domizzi; Motta, D'Agostino, (42' st Pasquale), Inler, Lukovic; Pepe (25' st Obodo), Quagliarella (39' st Floro Flores), Di Natale. (Belardi, Nef, Asamoah, Sanchez). All. Marino
LAZIO (4-4-2): Carrizo; Belleri (1' st Meghni), Diakitè, Cribari, Radu; Lichtsteiner, Dabo (35' Foggia sv), Ledesma, Del Nero (1' st Pandev); Rocchi, Zarate. (Muslera, Firmani, Rozehnal, Manfredini). All. Rossi
ARBITRO: Rosetti di Torino
MARCATORI: Di Natale al 9' p.t., Quagliarella al 15' p.t; Di Natale al 10' s.t., Zarate al 15' s.t., Diakitè al 27' s.t., Ledesma al 39' s.t.
NOTE: Recupero: 1' e 3'. Angoli: 6 a 3 per la Lazio. Ammoniti: Cribari, Dabo e Meghni per gioco falloso; Radu per comportamento non regolamentare; Quagliarella e Domizzi per proteste. Spettatori: 14.000

giovedì 11 dicembre 2008

Una sconfitta annunciata: Lazio-Inter 0-3

Non è certo dalla partita contro l’Inter che la Lazio poteva aspettarsi la ripresa in campionato. Dopo la famigerata sconfitta del derby i biancocelesti sembrano aver perso quella lucidità e quello spirito di squadra che l’avevano contraddistinta a inizio stagione. Rossi cambia ancora una volta la formazione schierando centrocampisti “leggerini” se paragonati ai giganti nerazzurri. È vero anche che il posto di Mauri avrebbe dovuto essere di Lichtsteiner, purtroppo ancora indisponibile dopo l’infortunio in Coppa Italia. Se poi si prende gol dopo soli due minuti, la storia si fa davvero complicata. La situazione è quella simile a tante altre: sugli sviluppi di un corner Samuel viene lasciato indisturbato nel colpire di testa a rete. Contro un avversario del genere prendere un gol a inizio partita significa quasi non iniziarla: tuttavia la Lazio nel corso della prima frazione di gara gioca un discreto calcio, con ritmi molto alti, quasi frenetici, e con qualche bella idea che purtroppo – come spesso le accade ultimamente – non riesce poi a concretizzare. L’arma dei padroni di casa, curiosamente, sono i tiri da fuori: ci provano Kolarov (8′), Dabo (15′) e Rozehnal (17′), ma sono sfortunati e mancano di poco il gol. L’Inter gestisce l’incontro, attende il contropiede giusto per chiuderlo. I nerazzurri giocano al piccolo trotto e poi partono a testa bassa: riescono così a trovare un paio di occasioni con Samuel al 25′ e con il subentrato Crespo che, dopo una respinta poco convincente di Carrizo, a porta quasi vuota spara fuori. La palla gol più limpida la costruisce però la Lazio con Pandev al 30’ del primo tempo: il macedone va via sulla sinistra a fondo campo a Cordoba, mette al centro per Zárate che però si fa anticipare. Poi Pandev è costretto a lasciare il campo per il riacutizzarsi di un fastidio alla coscia che lo aveva già tormentato in settimana, sostituito da Rocchi. Il tempo si chiude con un gran tiro di Foggia di poco fuori e con una sfortunata autorete di Diakité al 48’. Uno sciagurato infortunio per il giovane gigante francese della Lazio che rimarrà, fino a fine partita, uno dei migliori in campo. Con lui Ibrahimovic non ha avuto certo vita facile.
Il secondo tempo è per la Lazio tutto in salita: se recuperare un gol all’Inter è un’impresa, recuperarne due sembra quasi impossibile. Inoltre Rossi sostituisce il più robusto Dabo con Brocchi che ce la mette tutta, ma non è forse l’interprete più adatto contro il muscolare centrocampo nerazzurro. Ci si mette poi anche un arbitro molto modesto come Orsato, che si guarda bene dall’ammonire Muntari – autore di diverse entrate anche da dietro – e dispensa un discutibile giallo a Diakité. Anche i suoi assistenti non brillano, e al 10’ l’Inter chiude virtualmente la partita con un gol in fuorigioco di Ibrahimovic. La beffa arriva però due minuti dopo: Kolarov accorcia le distanze con una gran botta su punizione, ma il modesto Orsato annulla per motivi che rimarranno ai più ignoti: Orsato aveva fischiato prima per la posizione della barriera, poi però alla punizione che fa ripetere non se la sente di fischiare ancora nonostante Cordoba sia vicinissimo al pallone. Un paio di interventi di Julio Cesar (ammonito per proteste in occasione della famigerata punizione) mettono fine a una partita forse mai davvero cominciata.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:

LAZIO-INTER 0-3 (pt 0-2)
LAZIO: Carrizo; De Silvestri; Diakité, Rozehnal, Kolarov; Dabo (dal 1' s.t. Brocchi), Ledesma, Mauri; Foggia (dal 32' s.t. Meghni), Pandev (dal 31' p.t. Rocchi), Zárate. (Muslera, Cribari, C. Manfredini, Radu.).
All: Rossi.
INTER: Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Samuel, Maxwell; J. Zanetti, Cambiasso, Muntari (dal 33' s.t. Figo); Stankovic (dal 41' s.t. Mancini); Cruz (dal 28' p.t. Crespo), Ibrahimovic. (Orlandoni, Materazzi, Burdisso, Quaresma.).
All: Mourinho.
ARBITRO: Orsato, di Schio (Vicenza).
MARCATORI: Samuel (I) al 2', Diakite (L), su autorete, al 48' p.t.; Ibrahimovic (I) al 10' s.t.
AMMONITI: Stankovic, Maxwell, Diakite e Zarate per gioco scorretto, Julio Cesar per proteste.
ANGOLI: 6-5.
RECUPERI: p.t. 3', s.t. 3'.
NOTE: Spettatori 50.000.

venerdì 5 dicembre 2008

PES 2009 scende in campo con la Lazio



PES 2009 sarà main sponsor e “compagno di squadra” della Lazio in occasione della 15esima giornata di Campionato di Serie A: i biancocelesti, infatti, indosseranno una maglia molto speciale, ideata in esclusiva per questa occasione, che riproduce il marchio di PES 2009.
Il videogame di calcio, PES 2009, edito da Konami Digital Entertainment GmbH e distribuito nel nostro Paese da Digital Bros, arrivato alla sua ottava edizione continua a riscuotere un enorme successo, confermandosi anche quest’anno il gioco più amato d’Italia.

In qualità di gioco numero uno nelle classifiche di gradimento, PES mette d’accordo tutti e riesce a unire sotto la sua bandiera le tipologie di utenti più diverse. Soprattutto tra i giovani, PES è un marchio universalmente riconosciuto ed apprezzato. Proprio per questo, PES 2009, rappresenta un canale di comunicazione e promozione ideale per parlare ai giovani e il partner più adatto per supportare la S.S. Lazio nella sensibilizzazione dei valori che incarnano il vero spirito sportivo e che trovano massima espressione negli articoli IV e V della carta Olimpica:

Art: IV - La pratica dello sport è un diritto umano. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticarlo senza alcun tipo di discriminazione e in pieno spirito sportivo, che richiede comprensione reciproca, spirito di amicizia, solidarietà e fair play.

Art: V - Ogni forma di discriminazione relativa a paese di provenienza, razza, religione, inclinazione politica, sesso sono assolutamente incompatibili con lo spirito sportivo.

Due stelle di prima grandezza del panorama calcistico, reale e virtuale, si uniscono così in un’iniziativa benefica per sottolineare le funzione formativa e sociale dello sport, dando continuità ad un pensiero già esistente per entrambe. Infatti, da parte di Digital Bros, l’idea di sponsorizzare la partita di domani sera nasce da un progetto già iniziato lo scorso anno, quando con PES, è stata realizzata e sponsorizzata la maglia di calcio più grande del mondo. L’evento, che aveva celebrato l’uscita del gioco, era nato con lo scopo di raccogliere fondi per il finanziamento di iniziative benefiche, che mirassero a promuovere i valori positivi dello sport. Ugualmente, la Società Sportiva Lazio da diversi anni è attiva nella promozione della funzione formativa e sociale dello sport verso i giovani. La Lazio è costantemente impegnata nel “Progetto Scuole” che prevede la visita di alcune scuole romane, elementari e medie inferiori, da parte dei giocatori e dello staff della squadra. L’obiettivo è quello di sperimentare un nuovo percorso educativo che consiste nel promuovere e formare una sana cultura sportiva, diffondendo ed incrementando i principi legati ad una crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi, altresì, gli adulti del domani, a comportamenti rispettosi dell'avversario e delle istituzioni. In sede di campagna abbonamenti per la stagione in corso inoltre ha istituito una tessera completamente gratuita rivolta a 10.000 ragazzi under 14 che hanno quindi la possibilità di assistere a tutte le partite casalinghe della squadra. Proprio in occasione della partnership legata alla sponsorizzazione della maglia, le due realtà hanno voluto unire le forze e continuare questa tendenza per sottolineare in modo ancora più efficace i valori che condividono. Le magliette speciali indossate dai calciatori domani sera, saranno messe all’asta ed il ricavato sarà interamente devoluto per finanziare il progetto “Casa Mihiri” supportando il lavoro già iniziato dalla fondazione Lazio Club Onlus: una casa di accoglienza nella località di Walahanduwa nello Sri Lanka, dove diversi bambini sfortunati hanno trovato una famiglia. L’impegno è quello di continuare ad aiutare questi bambini nei loro studi, contribuendo all’acquisto del materiale didattico necessario e fornire loro gli strumenti necessari per poter auspicare ad un futuro migliore.

Claudio Lotito, Presidente della S.S. Lazio S.p.A., ha commentato: “Sono molto contento di questa partnership con un marchio come PES, notoriamente vicino al mondo giovanile e non solo. Da sempre sostengo che in una società in cui i ragazzi non hanno più punti di riferimento solidi, debba essere lo sport ed in particolare il calcio, per la grande forza mediatica che possiede, a veicolare i valori della solidarietà, della fratellanza, della lealtà e del rispetto dell’avversario tra i giovani. Ed è per questo che credo molto nel progetto giovani e nel progetto Lazio nelle scuole, perché attraverso la mia squadra si educhino i bambini ed i ragazzi al rispetto di questi stessi valori: si deve essere campioni sul campo ma anche nella vita.

Raffaele Galante, Amministratore Delegato di Digital Bros S.p.A., ha commentato: “Siamo molto soddisfatti del progetto realizzato con la S.S. Lazio, che ci ospita e che come noi è convinta che attraverso il calcio si possano realizzare importanti iniziative per i più bisognosi. I giovani sono un patrimonio importantissimo per la società, una risorsa fondamentale su cui investire ed è importante coinvolgerli in progetti che possano sensibilizzarli verso chi è meno fortunato. PES è un grande catalizzatore: parla a un pubblico vasto e trasversale e unisce realtà disomogenee. E’ per questo che riteniamo che, associare questo videogioco tanto amato a iniziative che uniscano in nome della solidarietà sia un dovere e uno sbocco naturale della campagna di comunicazione su un gioco che, sponsorizzando per la prima volta in assoluto una squadra di calcio, si pone come motore della promozione dei valori puliti dello sport.

“Pes 2009 unites”, significa un impegno intrapreso congiuntamente da Digital Bros e S.S. Lazio per abbattere le barriere discriminatorie, che indeboliscono i valori dello sport, e unire voci diverse grazie ad un’unica passione.

Coppa Italia: impresa della Lazio che batte il Milan a San Siro


Abbiamo ottenuto un risultato importante contro una squadra importante, contro i campioni del mondo. Tra l'altro, al contrario del Milan, proponendo una formazione con molti giovani. Siamo andati in svantaggio immeritatamente e la reazione dei ragazzi penso sia stata importante”. Come non essere d’accordo con Delio Rossi? Se il migliore in campo del Milan è stato Dida, qualcosa vorrà pur dire. La Lazio ritrova lo spirito, l’aggressività e compie l’impresa della qualificazione ai quarti di finale in Coppa Italia. Non tutto, per la verità fila liscio, ma la squadra si è ritrovata nel morale. E questo è molto importante. Nel gelo di S. Siro c’è anche un po’ di nebbia: la Lazio schiera diverse novità, soprattutto molti giovani. Muslera in posrta, De Silvestri torna titolare, accanto a Diakité (prova capitale la sua), Rozehnal (ottimo) e Kolarov (molto convincente). La novità a centrocampo è l’eccellente Lichtsteiner mezzo sinistro accanto a Dabo e Ledesma. Zárate è in panchina, in attacco Foggia, Pandev e Rocchi. Il Milan non prende alla leggera la gara, brucia ancora la sconfitta contro il Palermo in campionato e lo dimostra con la presenza in campo di gente come Seedorf, Kakà, Shevchenko e Ronaldinho. Nel primo tempo la Lazio è un po’ più aggressiva, ma piuttosto inconcludente dalla trequarti in su, come spesso accade negli ultimi tempi. A volte sembra che questa squadra dimentichi come si attacca. Poche le occasioni da entrambe le parti: al 18’ Muslera esce coraggiosamente sui piedi di Shevchenko lanciato in solitaria da Ronaldinho: corner. L’ucraino ci vorrebbe riprovare due minuti dopo, ma Diakité e Rozehnal fanno ottima guardia. Al 23’ risponde la Lazio con Lichtsteiner, eccellente anche nel ruolo di centrocampista, che si allunga centralmente con una bella progressione e sgancia un bel destro che sfiora il palo. Al 42’ dovrà lasciare il posto a Meghni per un intervento assassino di Senderos, che non viene neanche sanzionato dall’arbitro. Al 34’ ottima punizione da posizione decentrata di Kolarov, Dida si supera e la respinge. Un minuto ancora e si fa sentire la reazione del Milan con il solito Shevchenko, ma ancora una volta Diakité recupera bene sull’ucraino e lo costringe a un tiro di punta altissimo. Nel recupero ancora un paio di buoni tiri per parte: Flamini con un destro basso a mezzo metro dal palo di Muslera, mentre Pandev con un bel sinistro all’incrocio impegna severamente Dida che si supera in tuffo.
Al rientro ancora squadre corte, equilibrate, che faticano a trovare il guizzo, forse anche per il freddo, visto che il termometro è sceso sotto lo zero. Ci prova per primo Rocchi, che semina Senderos e appoggia per Pandev: sul suo sinistro rasoterra fa ancora una volta il miracolo Dida deviando in corner. Al 15’ Ronaldinho inventa per Shevchenko, che manda alto sulla traversa. Al 21’ il Milan rimane in 10: secondo giallo per Emerson, da poco ammonito, per un intervento nettamente in ritardo a centrocampo su Ledesma che si sganciava in avanti. La punizione di Kolarov è micidiale, e Dida si supera ancora in angolo. Al 26’ vergognosa gomitata volontaria di Ronaldinho che fa sanguinare il volto di Rozehnal: ancor più vergognosa l’assenza di qualsiasi provvedimento arbitrale (Ayroldi è di spalle, ma il fallaccio viene compiuto sulla linea del fallo a pochi metri dal quarto uomo) e il commento televisivo di Collovati e Nesti del tipo: bisogna comprendere questi grandi campioni, che a un certo punto non ce la fanno più a subire falli. Complimenti ai due professionisti che incitano alla violenza in campo. E pensare che per vedere la Rai si paga il canone. Si procede come se non fosse accaduto nulla e Foggia, solo in area, chiama Dida alla parata da posizione ravvicinata. Al 28’ Rossi decide di riportare Rocchi in panchina e sganciare l’asso nella manica, Zárate. Inutile dire che la sostituzione si fa sentire: il capitano non è ancora al meglio dopo l’infortunio, mentre l’argentino appena entra si rende subito pericoloso. Il Milan nel frattempo si è ridisposto in campo dopo l’espulsione di Emerson, una specie di 4-4-1 con Shevchenko più largo a destra e Ronaldinho punta centrale avanzata. Nel momento migliore dei biancocelesti, al 32’ l’ucraino sfrutta lo spazio, prende palla, finge il tiro di destro, rientra sul sinistro e dal limite dell’area trova l’angolo sul secondo palo di Muslera. Il giovane portiere biancoceleste parte con un lievissimo ritardo (gli vengono anche i crampi) perché ha la visuale coperta e nonostante si distenda il pallone entra inesorabile in rete. Sembra di vedere il solito copione in casa laziale: tanto gioco e nessuna finalizzazione. Invece la Lazio non molla e quasi allo scadere (42’) si procura un rigore. Favalli stende ingenuamente Pandev in area. Ayroldi non può che indicare il dischetto e Zárate freddamente fa rimanere sul posto Dida. È il pareggio che significa tempi supplementari, visto il nuovo regolamento della Coppa Italia: la partita è a turno secco. La Lazio colpisce a soli 2’ dall’inizio del primo tempo supplementare: Pandev ben servito in area mette a sedere Jankulovski e tira in porta: Dida respinge sui piedi di Zárate che ribatte in porta, ma sulla linea respinge Senderos, la palla finisce nuovamente sui piedi di Pandev che questa volta alza il pallone e conclude sotto la traversa con un ottimo colpo. Per il macedone è il giusto ritorno al gol, cercato in tutti i modi. Il primo tempo supplementare si chiude con le squadre lunghe e tanta confusione in campo. All’inizio del secondo tempo supplementare, però, la Lazio si dimostra esperta e matura nell’amministrare il vantaggio: possesso di palla nel centrocampo del Milan, sempre sicura dei propri mezzi. L’unica occasione è per Ronaldinho che su punizione sfiora il palo dopo una leggerissima deviazione con la mano sinistra da parte di Muslera che si distende in tuffo. Poco prima del fischio finale, ancora una bruttissima entrata – totalmente inutile – di Senderos su Zárate davanti agli occhi di Delio Rossi che, terminata la gara, lo insegue nel tunnel che porta agli spogliatoi gridando al calciatore svizzero di chiedere scusa all’argentino e ritardando così la presenza di fronte ai microfoni della Rai. È finita: la Lazio può correre sotto la curva e festeggiare assieme ai circa 4 mila tifosi biancocelesti che hanno coraggiosamente sfidato il gelo di San Siro pur di stare accanto ai proprio beniamini. Una vittoria importantissima per la squadra e Delio Rossi dopo le ultime deludenti prove in campionato. Una vittoria che rappresenta una buona base da cui ripartire per la correzione di alcuni errori e per lo schieramento in campo di forze giovani pronte per un posto da titolare. Delio Rossi ha dimostrato lucidità e coraggio in un momento difficile e dalla sua ha anche la risposta compatta della squadra. Avanti così. Sabato pomeriggio c’è l’Inter. Non si scherza.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
MILAN-LAZIO 1-2 dts (1-1 al termine dei tempi regolamentari)
MILAN: Dida; Antonini (32' s.t. Jankulovski), Senderos, Kaladze, Favalli; Flamini, Emerson, Seedorf (25' s.t. Zambrotta); Kakà; Shevchenko (40' s.t. Cardacio), Ronaldinho. (Kalac, Maldini, Darmian, Strasser). All. Ancelotti.
LAZIO: Muslera; De Silvestri, Diakitè, Rozehnal, Kolarov; Dabo (40' s.t. Mauri), Ledesma, Lichtsteiner (42' p.t. Meghni); Foggia, Rocchi (28' s.t. Zarate), Pandev. (Carrizo, Brocchi, Belleri, Cribari). All. Rossi.
ARBITRO: Ayroldi.
MARCATORI: Shevchenko (M) al 32', Zarate (L) su rigore al 42' s.t.; Pandev (L) al 2' p.t.s.
NOTE: spettatori 10 mila circa.
ESPULSI: al 21' st Emerson (M) per doppia ammonizione.
AMMONITI: Rozehnal, Kaladze, Cardacio, Diakitè, Zarate.
RECUPERO: 3' p.t., 4' s.t.; 0' p.t.s., 0' s.t.s.

mercoledì 3 dicembre 2008

Atalanta-Lazio 2-0

A Bergamo la squadra è stata ordinata, ma abbiamo preso il gol nel nostro momento migliore, poi ci siamo persi e abbiamo perso l’autostima e non siamo più riusciti a ribaltare il risultato. Ora bisogna reagire perché questa non è una squadra allo sbando. Bisogna avere un atteggiamento costruttivo e non distruttivo, questo bisogna fare. Non capisco ad esempio perché per squadre che si trovano nelle nostre stesse condizioni si parla di squadre rivelazione, mentre per noi si parla di sbando. Purtroppo ci portiamo ancora dietro il macigno del derby”. Se dovessimo desumere da queste dichiarazioni di Delio Rossi – che a causa dell’influenza non ha parlato nel dopo partita a Bergamo ma lo fa alla vigilia di Milan-Lazio per gli ottavi di finale della Tim Cup – avremmo l’istantanea di una squadra che sa il fatto suo. E che per un episodio sfortunato perde l’autostima ed esce sconfitta da una gara ben condotta.
Ci permettiamo di dissentire con forza non solo da questa descrizione della partita contro l’Atalanta, ma dall’analisi in generale. Dopo 14 giornate di campionato è lecito trarre alcune conclusioni. Fin dalla prima giornata a Cagliari – nonostante il risultato – la squadra ha convinto a metà: un primo tempo molto discutibile, in cui va anche sotto di un gol, una squadra trasformata, aggressiva, con Zárate protagonista. Da allora la Lazio ha alternato sempre un primo tempo di scarsa personalità a un secondo tempo esplosivo, considerate anche le dovute sostituzioni – ma fino a un certo punto. Fino al punto in cui Rocchi non è stato disponibile per la squadra dopo l’infortunio. Da quel momento in poi il famigerato tridente è diventato uno dei più sciagurati leit-motiv che ha generato confusione nel tecnico e nei calciatori. Fin quando Delio Rossi ha avuto la scelta quasi obbligata di schierare Foggia – Zárate - Pandev con Mauri interno di sinistra la squadra ha sempre fatto risultato, più o meno convincendo. Certo, molti dei punti che attualmente si ritrova in classifica sono da ascrivere senza dubbio al talento indiscusso dell’astro nascente di Zárate, inutile nasconderlo. Che schierato al centro del cosiddetto tridente leggero ha sempre stupito e segnato. Da quando è andato in onda il tridente pesante e Zárate è stato spostato dal centro ha comunque fornito assist geniali ai compagni, ha comunque stupito ma – troppo lontano dalla porta e incalzato dall’ingenerosa critica di essere “egoista” – ha smesso di segnare. Con una rapida scorsa, è facile ricordare che la Lazio ha interpretato al meglio e durante tutto l’arco della gara, una sola partita: Lazio-Fiorentina. Avversari polverizzati, annullati in campo da un’interpretazione tecnico-tattica praticamente perfetta. E contro una squadra considerata diretta concorrente, se non un gradino più su. Poi è iniziato un calo di rendimento deludente. Quindi è arrivato il derby, interpretato nel primo tempo in modo tatticamente timido e con un atteggiamento di adattamento all’avversario davvero incomprensibile. Poi le dichiarazioni del capitano, Tommaso Rocchi, che si è sentito ingiustamente escluso dalla squadra contro il Genoa e che ha portato a galla qualche problema di spogliatoio. Da allora la Lazio ha solo fatto peggio. Rocchi a Bergamo parte titolare, ma ci piacerebbe sapere chi fosse quella controfigura in campo, perché non l’abbiamo riconosciuto. La Lazio ha fatto intravvedere finora lampi di gioco da grande squadra: non può improvvisamente aver dimenticato come si gioca a calcio e con quale spirito si affronta una partita. Le scelte del tecnico, però, possono aver ingenerato più di un malumore e soprattutto confusione nei calciatori. Perché sembra che lo stesso Rossi non sia convinto del famigerato tridente e i continui esperimenti a centrocampo per sostenerlo lo dimostrano. Incomprensibile però la scelta di Manfredini a Bergamo per contrastare il pur bravo Ferreira Pinto, manco fosse Ronaldinho... Tra l’altro, si fa presto a dire tridente: non basta schierare tre attaccanti in campo per parlare di tridente, quando poi due attaccanti su tre giocano quasi da centrocampisti.
Ma al di là di aspetti tecnici e tattici che non ci competono, è io gioco macchinoso e inconcludente che non convince, e che soprattutto non porta più punti. La Lazio sembra avvitarsi in una spirale autodistruttiva di cui vagamente si scorgono i contorni.
A Bergamo la Lazio conduce il primo quarto d’ora della gara tonica e aggressiva, l’Atalanta è attendista, si limita a contrastare. Possiamo anche dire che la Lazio abbia tenuto in pugno il primo tempo, ma senza concludere granché, se si escludono le squisite e geniali conclusioni di Zárate che il bravissimo Coppola riesce a neutralizzare. L’argentino è l’unico a creare occasioni e a rendersi davvero pericoloso. Questa volta però nel secondo tempo fa anche peggio. Dopo circa 10 minuti Rozehnal a centrocampo (?) perde palla: ne approfitta Floccari su cui esce provvidenzialmente Carrizo: Purtroppo la sua respinta arriva sui piedi dell’accorrente Valdes che –a porta vuota – la mette dentro. Reazione biancoceleste vicina allo zero. Rossi manda in campo Foggia per Manfredini, ma la musica è sempre la stessa. La difesa biancoceleste – che si muove senza alcuno schema – improvvisa un fuorigioco alto. Lo sbaglia e ne approfitta Floccari che, da solo davanti a Carrizo, lo supera con facilità. La confusione regna sovrana: in campo anche Makinwa, la cui presenza non viene quasi registrata. L’ultima occasione per la Lazio è nei minuti di recupero: ottimo assist di Rocchi che se n’è andato in profondità allargandosi sulla destra per Zárate al centro dell’area. L’argentino al volo colpisce la palla come meglio non si potrebbe, ma Coppola devia in angolo con la mano sinistra lontana dal corpo, un po’ miracolo, un po’ fortuna. La partita è chiusa. Il tabellino di marcia della Lazio si fa ora preoccupante. Per sua fortuna la posizione in classifica non muta di molto perché Napoli e Udinese escono anch’esse sconfitte. Ma ciò non permette di analizzare alla leggera una crisi ormai evidente di gioco e di personalità. Qualcuno dovrà porvi rimedio.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
ATALANTA-LAZIO 2-0 (pt 0-0)
ATALANTA: Coppola; Garics,Talamonti, Manfredini T., Bellini; Ferreira Pinto, Guarente, Padoin; Valdes (17's.t. De Ascentis ); Doni (45's.t. Rivalta); Floccari. (Consigli, Pellegrino, Marconi, Defendi, Vieri).
All. Del Neri
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Cribari, Rozenhal, Radu; Brocchi (23's.t. Dabo), Ledesma, Manfredini C. (17's.t. Foggia); Mauri (39's.t. Makinwa); Zarate, Rocchi. (Muslera, De Silvestri, Diakhite, Meghni).
All. D. Rossi
ARBITRO: Bergonzi di Genova
MARCATORI: 9s.t. Valdes, 23 s.t. Floccari
NOTE: Giornata piovosa, terreno scivoloso ma praticabile
SPETTATORI: 10.000 circa
AMMONITI: Radu (L.), Guarente (A.), Rozenhal (L.).
Angoli: 2-6
RECUPERO: 0' p.t.; 3' s.t.

martedì 25 novembre 2008

I capolavori di Mauro Matias Zarate



Ringraziamo Gabriele Spaziani autore dello splendido video che è possibile vedere su Cittaceleste.it di Stefano Benedetti.

Lazio-Genoa: un pari pieno di errori arbitrali


Il dopo derby lascia qualche strascico per l’occasione perduta e la vigilia di Lazio-Genoa inizia con le avvisaglie del nervosismo di Tommaso Rocchi, sabato escluso dalla squadra dei titolari in allenamento. Tridente sì, tridente no. Rossi criticato dai tifosi per le sue scelte e per il suo carattere. Tutti ingredienti sbagliati per una crescita. La posizione in classifica è allettante - a un passo dalla zona Champions, i biancocelesti stanno complessivamente facendo molto bene. Quasi non si comprendono i motivi dello scontento. Quasi: perché questa squadra ha lasciato intravvedere, in più di un’occasione, grandi e insospettate potenzialità. E ora ci si aspettano sempre prestazioni continue e di spessore. Invece la squadra va in campo e, quasi in ogni partita, getta via il primo tempo, per dimostrare grinta e personalità nel secondo. Una curiosa alternanza di fasi che gli stessi calciatori faticano a spiegarsi, mentre Rossi è incline a non notare tanta differenza tra le due frazioni di gioco, perlomeno non in tutte le gare. C’è anche di mezzo la mentalità: una partenza a razzo non implementata quando era auspicabile – se non necessario - il salto di qualità: mancanza di personalità? Un normale percorso di crescita in una squadra rinnovata per 6/11 durante l’estate? Scelte tecniche e tattiche non sempre indovinate? Forse un po’ di tutto, in proporzioni variabili. Eppure sembra che l’Aquila non riesca a librarsi in volo con l’innata naturalezza. Anche la prova contro il Genoa (giocata dalla Lazio con il lutto al braccio per ricordare la scomparsa del grande giornalista laziale Sandro Curzi) lascia un po’ di amaro in bocca. La sconfitta del derby avrebbe dovuto innescare una rabbiosa voglia di riscatto: e invece la Lazio entra in campo ancora inefficace, ancora inconcludente. Merito anche del Genoa, senza dubbio. Gasperini è abile nel contrastare le mosse di Rossi, costruisce attorno a Pandev una serie di gabbie mobili con interpreti sempre diversi. Il macedone quasi non tocca palla. Deludono prestazioni così bloccate se a offrirle è un calciatore di gran classe come Pandev. Zárate si vede a sprazzi, poco servito: il centrocampo con il buon Dabo al posto dello squalificato Ledesma soffre gli avversari rossoblu e con difficoltà riesce a imbeccare Foggia (uno dei più vispi), Maurito o Pandev. Intorno alla mezzora Meghni sveglia la gara: parte dalla propria metà campo, si beve centrocampisti e difensori, ma il suo tiro si conclude sul fondo. Poco dopo è Kolarov, con una punizione magistrale e potentissima da 35 metri, a spaventare Rubinho: sulla sua respinta ci prova Pandev con un tiro debole e centrale che il portiere rossoblu blocca con facilità. Al 40’ increscioso e gigantesco errore dell’assistente De Santis che annulla per un fuorigioco impossibile il gol di Milito. Abbacinante la svista. Nell’occasione la difesa della Lazio non si trovava in area e l’accorrente Cribari (molto buona però la sua prova al rientro come titolare) è molto in ritardo. Due minuti dopo ancora Kolarov: da fermo, a centrocampo, esplode una della sue legnate che sfiora il gol. Al rientro Rocchi rileva Pandev. Come al solito la Lazio ha tutt’altro piglio: dopo appena 3 minuti Zárate sfiora la traversa, seguito a breve da Foggia, sugli sviluppi di un corner. Al 7’ altro grande errore arbitrale: Sculli cade in area seguito dall’accorrente Lichtsteiner che non lo tocca, come mostrano diverse inquadrature alla moviola, ma Mazzoleni (evidentemente per farsi perdonare il gol annullato ingiustamente – curiosa la sua lunga chiacchierata poco prima della ripresa con un calciatore del Genoa con mano davanti alla bocca, non certo prevista dal regolamento) decide per il rigore. A sorpresa Milito tira alto sopra la traversa. Al 13’ Foggia spara una gran botta sotto l’incrocio, Rubinho fa il miracolo deviando in corner. Sugli sviluppi del calcio d’angolo c’è un mani rossoblu in area che Mazzoleni, evidentemente, giudica involontario, poi ci prova Rocchi, ma tira sul portiere. Lazio sempre più vicina al gol, Genoa in 10 dietro alla linea del pallone, con il solo Milito in avanti. Al 21’ Rocchi si divora il gol del vantaggio: il suo tiro è debole, con Rubinho fuori dai pali, salva Papastathopuolos con il petto. Gol mangiato, gol subito, la dura legge del calcio: tre minuti dopo Milito la mette dentro, lasciato colpevolmente libero di calciare dalla difesa biancoceleste. Rossi in difficoltà inserisce anche Inzaghi per Meghni. Il centrocampo si sguarnisce notevolmente. Al 34’ Carrizo salva il possibile raddoppio da parte di Milito e un minuto dopo Dabo, con una gran botta dai 25 metri, induce Rubinho all’errore: il portiere brasiliano para, poi si lascia sfuggire la palla in rete. La gara è virtualmente conclusa: solo un sussulto magistrale di Zárate al 48' su punizione, il suo tiro sfiora il secondo palo. Un punto guadagnato per la Lazio, per come si erano messe le cose in campo. Due punti persi per una squadra che sta esprimendo meno di quanto potrebbe ogni volta che deve spiccare il salto.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-GENOA 1-1 (pt 0-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Cribari, Rozehnal; Kolarov, Brocchi, Dabo, Meghni (28' st S. Inzaghi); Pandev (1' st Rocchi), Zarate, Foggia. (86 Muslera, 29 De Silvestri, 87 Diakite, 68 Manfredini, 11 Mauri). All.: D. Rossi.
GENOA: Rubinho; Papastathopoulos, Ferrari, Biava; Criscito, Vanden Borre, Thiago Motta, Juric (21' st Gasbarroni); Sculli (11' st Mesto), Milito, Palladino (39' st Potenza). (73 Scarpi, 26 Bocchetti, 3 Potenza). All.: Gasperini.
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo
MARCATORI: nel st 24' Milito, 35' Dabo
ANGOLI: 10-2 per la Lazio.
RECUPERO: 1' e 4'.
AMMONITI: Criscito, Rozehnal, Motta e Papastathopoulos per gioco falloso.
SPETTATORI: 27.000.
NOTE: All'8' del st Milito ha sbagliato un calcio di rigore.

giovedì 20 novembre 2008

La Lazio perde il derby per disattenzione...

Il problema non è tanto e non solo aver perso il derby, che come dice Delio Rossi “è un campionato nel campionato”. Il problema è soprattutto come è stato perso: un coro unanime da parte del mondo biancoceleste. Troppe le seduzioni: Lazio tra le prime in classifica, Roma penultima. Lazio lanciata con tre vittorie consecutive e Zárate in resta, Roma in grande difficoltà con una striscia di cinque gare senza successo. Prima i grandi dibattiti, per lo più stucchevoli: tridente sì, tridente no. Centrocampo pesante per supportarlo. Ovvietà, forse. Eppure, nell’entusiasmo generale, qualche laziale sapeva che questo derby nascondeva più di un’insidia tra le tante seduzioni. Tra tutte – Roma in cerca disperata di rilancio, Lazio che può dare maggior lustro al proprio cammino in campionato, una in particolare, il derby non si può perdere, e così via citando – una in particolare: riuscirà la Lazio a non fallire l’appuntamento con il salto di qualità? I precedenti non sono confortanti: da prima in classifica ha fallito con il Milan (ci può stare) e con il Bologna (ma in quell’occasione la Lazio – chissà perché – non scende in campo). Qualcuno sentiva che qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto.
La sera l’Olimpico è quello delle grandi occasioni: 60 mila spettatori, ma il tifo giallorosso è molto attenuato: i tempi sono difficili... la Curva Nord è gremita, ma non colorata come ci si aspettava. Le due tifoserie, però, si uniscono nel ricordo di Gabriele Sandri, di cui è appena ricorso l’anniversario della morte, Ci sono anche messaggi per Simone, il 13enne travolto da un albero la settimana scorsa e fan della Roma. Spalletti e Rossi mandano in campo 2 schieramenti quasi speculari. La Roma con Baptista alle spalle di Vucinic e Totti, la Lazio con Zárate e Pandev dietro a Rocchi. In qualche modo sempre di tridente si tratta. Rossi in più ci mette Mauri mezzo interno sinistro di centrocampo. Lazio spregiudicata a prima vista, ma solo a prima vista: in realtà gli uomini di Rossi conducono un primo tempo lento nelle ripartenze, spesso impensieriti da alcune timide manovre giallorosse. Insomma, altro che arrembaggio. Sembra che la Lazio sia contratta e timorosa, senza alcun evidentissimo motivo. La Roma è ancora una squadra ferita, lontana dal gioco e dalla velocità dello scorso anno. Ma nei primi 45 minuti si contano solo una grandissima parata di Carrizo su colpo di testa di Vucinic in tuffo (al 19’), poi Mexes si vede negare l’acrobazia da Siviglia. I calci piazzati: un problema noto alla diesa biancoceleste. La Lazio risponde, con Lichtsteiner che pesca la testa di Zárate sul secondo palo, la zuccata finisce di pochissimo sul fondo. È l’argentino la vera anima della Lazio, Pandev sembra piuttosto appannato, Rocchi al 37’ – su un gran suggerimento di Zárate – ci prova in girata. Un bel gesto che però non trova la porta.
Nella ripresa Rossi lascia Mauri negli spogliatoi, sostituito da Meghni. Un cambio che – come in altre occasioni – lascia perplessi, ma non per la qualità del giocatore francese. La Roma passa dopo 5 minuti appena: corner corto battuto in fretta – uno dei trucchi preferiti dalla Roma – Totti crossa per la testa di Baptista che indirizza la palla alle spalle di Carrizo, incolpevole. Mentre la difesa della Lazio si guardava ancora intorno... Inconcepibili disattenzioni! La Lazio reagisce, ma è sfortunata: incomprensione tra Doni e Mexes, Zárate intercetta di testa, ma il portiere giallorosso fa il miracolo. Ci prova anche Pandev, al 20’, ma la sua botta sfiora il palo. La Lazio soffre, soprattutto a centrocampo: Ledesma si fa espellere al 21’ (atterramento di Baptista) lasciando i compagni in dieci. Paradossalmente, con un uomo in meno, la Lazio si sveglia e fino alla fine della partita mette in grande sofferenza la Roma. Rossi arretra leggermente Pandev e mantiene il tridente, ma ora è un’altra storia. Rocchi al 25’ sfiora l’incrocio dei pali alla sinistra di Doni, due minuti dopo Pandev si divora il gol del pareggio cn un sinistro che tira addosso a Doni da distanza piuttosto ravvicinata. Nella Roma Totti lascia il posto a Menez che al 33’, ben servito da Vucinic in contropiede, si fa intercettare dall’attento Carrizo. Al 39’ è la volta di Simone Inzaghi che rileva Rocchi e subito ci prova di testa, pochi minuti dopo viene ristabilita la parità numerica in campo con l’espulsione di Perrotta. La partita termina con un colpo di testa di Lichtsteiner fuori dallo specchio della porta. La Lazio è stata superiore nel gioco alla Roma. Forse troppo timorosa nel primo tempo, imprecisa in più di un’occasione, e anche un po’ sfortunata in alcuni frangenti. Ha dimostrato però gran carattere quando si è trovata in difficoltà. Quello che le serve per gareggiare a viso aperto in questo campionato con grandi potenzialità ancora completamente da svelare. Anche se si è capito ormai da un pezzo che la stella di Zárate la illumina sempre. Anche in questo derby è stato l’unico a far ammattire la difesa avversaria.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO
ROMA-LAZIO 1-0 (pt 0-0)
ROMA: Doni; Panucci (dal 33' s.t. Cassetti), Mexes, Juan, Tonetto; Perrotta, De Rossi, Brighi; Baptista; Totti (dal 31' s.t. Menez), Vucinic (dal 44' s.t. Taddei). (Arthur, Cicinho, Riise, Montella). All. Spalletti
LAZIO: Carrizo; Lichsteiner, Siviglia, Rozehnal, Radu; Brocchi (dal 36' s.t. Dabo), Ledesma, Mauri (dal 15' s.t. Meghni); Pandev, Rocchi (dal 39' s.t. Inzaghi), Zarate. (Muslera, Cribari, Kolarov, Foggia). All. Rossi
ARBITRO: Rocchi
MARCATORE: Baptista al 5' s.t.
ESPULSI: Ledesma (L) al 21' s.t. e Perrotta (R) al 42' s.t. per doppia ammonizione.
AMMONITI: Tonetto (R), Radu (L) e Lichsteiner (L) per gioco scorretto.
ANGOLI: 9 (R) 4 (L).
RECUPERI: pt 1', st 4'
SPETTATORI: 60.000 circa.

giovedì 13 novembre 2008

Zárate e Rocchi sbloccano la partita contro il Siena


Che fatica contro il Siena. Come spesso accade, la Lazio nel primo tempo non riesce a impostare la partita e, soprattutto grazie alla bravura di Giampaolo e dei suoi ragazzi - su tutti gli ottimi Zuniga, Vergassola, Ghezzal - soffre le offensive bianconere. Curioso lo schieramento dei padroni di casa, va detto, senza una prima punta a guidare l’attacco e con un centrocampo molto compassato: la compresenza di Dabo, Ledesma, Mauri e Meghni non garantisce il giusto raccordo con Foggia (Pandev è assente per squalifica) e Zárate e la Lazio non tira una sola volta in porta. Il Siena si rende subito pericoloso con Ghezzal che prima sfiora di sinistro il secondo palo di Carrizo poi lo impegna in una vera prodezza con la mano di riporto con un’eccellente girata. Dal corner che ne scaturisce la vera occasione da gol, mancata da Maccarone che di testa non riesce a inquadrare la rete. Nella ripresa Delio Rossi rimedia ai propri errori inserendo Rocchi al posto di Meghni (la sua prova giudicata dai più immeritatamente insufficiente, in realtà è l’unico ad attrarre su di sé l’attenzione dei toscani con i suoi movimenti a centrocampo), e la partita dei biancocelesti assume tutt’altro altro ritmo e atteggiamento. Al 7’ Rozehnal manca la porta con un tiraccio da dimenticare, ma ci pensa Maurito Zárate sei minuti dopo a sbloccare la partita: Rocchi viene atterrato da Rossettini al limite dell’area, Zárate si assume la responsabilità del calcio di punizione e ne esce un capolavoro che Curci rimane a osservare inerme mentre si infila sotto all’incrocio dei pali. Una vera magia: il portiere neanche si muove, perché la palla prende un effetto talmente ingannevole da sembrare fuori dai pali. Memorabile. La Lazio si sblocca, il Siena accusa il colpo, anche se Maccarone prova a impensierire la difesa di Rossi con la sua velocità: Siviglia e Rozehnal però non sbagliano mai. Giampaolo le prova tutte, fino a inserire quattro punte, ma questo facilita le scorribande di Foggia e Zárate. Al 40’ l’argentino si invola sulla destra, con un assist pennellato in scivolata serve una palla d’oro a Rocchi che, da vero centravanti, mette dentro anticipando Curci. All’ultimo dei tre minuti di recupero Zárate, al termine di una veloce discesa sulla destra, che gli avversari inutilmente cercano di contrastare, costringe Curci alla respinta. Ribatte Lichtsteiner, ma Curci respinge ancora. La palla torna sui piedi dello svizzero che, con un grande gesto di generosità, serve a Rocchi (poteva tranquillamente segnare il suo primo gol con la Lazio) che realizza così la sua doppietta. Il risultato è pesante e parzialmente immeritato per il Siena, che nel primo tempo ha messo seriamente in difficoltà gli uomini di Rossi. La Lazio torna ai vertici della classifica e si prepara ad affrontare la lunga e difficile preparazione del derby contro la Roma.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-SIENA 3-0 (p.t. 0-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Kolarov; Dabo (dal 26'st Brocchi), Ledesma, Mauri; Meghni (dal 1'st Rocchi), Foggia (dal 38'st De Silvestri), Zarate. (A disp.: Muslera, Diakitè, Radu, Inzaghi). All.: Rossi.
SIENA: Curci; Zuniga, Rossettini, Portanova, Del Grosso; Vergassola, Codrea (dal 40'st Calaiò), Galloppa (dal 18'st Frick); Kharja (dal 18'st Jarolim); Ghezzal, Maccarone. (A disp.: Manitta, Moti, Rossi, Coppola). All.: Giampaolo.
ARBITRO: Brighi di Cesena.
MARCATORI: Zarate al 13'st, Rocchi al 40' e al 48'st
AMMONITI: Rossettini (S), Siviglia (L).
NOTE: pomeriggio sereno, terreno in buone condizioni, spettatori 40mila circa.
ANGOLI: 6-5 per la Lazio.
RECUPERO: 1', 3'.

mercoledì 5 novembre 2008

Foggia espugna il fortino di Zenga


Quanta fatica contro il Catania di Walter Zenga. Lo riconosce Delio Rossi a fine gara: “È stata una partita complicata soprattutto per lentezza gioco espresso dalla mia squadra all’inizio del primo tempo e anche nella ripresa. Siamo stati bravi a non perdere la calma e a usare l’intelligenza per trovare gli accorgimenti del caso: dopo è cambiato qualcosa e siamo venuti a capo della situazione”. Il tecnico romagnolo schiera Zárate, Rocchi e Pandev fin dal primo minuto, con Mauri mezzo interno sinistro accanto a Ledesma e Brocchi. Nonostante l’assetto offensivo, però, la Lazio sembra sottotono: la manovra non è brillante, forse anche perché quello di Rossi non è un classico 4-3-3: gli attaccanti tornano spesso indietro in copertura, arrivando poi sotto porta deboli. Come accade al 9’ a Zárate, il suo tiro dal limite è fiacco. Ci riprova 4 minuti dopo dai 30 metri, in posizione centrale, ma non controlla bene. Al 23’ Pandev batte un corner a spiovere sul secondo palo, Mauri è ben anticipato da Stovini. Zárate cresce in intensità e precisione: al 39’ si accentra e sgancia un buon tiro dai 20 metri. Tiro centrale, il bravo Bizzarri blocca con sicurezza. Nella ripresa Rossi capisce che Rocchi non è al meglio, a sorpresa lo sostituisce dal primo minuto con Meghni, portando Pandev a punta centrale. Il risultato è dubbio, perché Pandev non è al meglio e quando Zárate lo imbecca al 5’ si fa anticipare dall’ottimo Silvestre. Accade lo stesso al 12’ quando il macedone manda fuori di poco sul secondo palo. Le squadre si allungano, Lichtsteiner (uno dei migliori in campo come sempre) scende sulla fascia destra e crossa al centro per Zárate, ma Stovini è attento nell’anticipo. Al 29’ ancora contropiede di Zárate che si beve Carboni, ma il suo destro è contratto da Biagianti. Finalmente al 25’ Rossi inserisce Foggia per Pandev, che nel frattempo si è fatto ammonire: salterà la prossima contro il Siena. Il ritmo sale. Il Catania, che fino ad ora ha contrastato con successo ogni azione biancoceleste (che delusione, però: non è mai ripartita in contropiede, se si escludono un paio di timidi tentativi nel primo tempo), è sfiancato dai continui attacchi laziali. Lo stesso Foggia al 37’ scarica un bel destro dal limite, che però viene smorzato da Silvestre e quindi raccolto da Bizzarri. La svolta, tuttavia, arriva un minuto dopo con l’inserimento dello scatenato Inzaghi: Simone sbaraglia le chiusure difensive dei siciliani, attira su di sé un paio di avversari e così l’instancabile Zárate inventa un cross perfetto da destra, Foggia ora è libero in area: controllo di sinistro e sempre col piede mancino trova l’angolino basso nella rete di Bizzarri. Il fortino di Zenga (visibilmente adirato) è stato espugnato. Il Catania accusa il colpo e al 43’ sta per ssere nuovamente punito da Zárate che scarica un destro potente, ma Bizzarri ancora una volta si dimostra ottimo portiere. Il presidente Lotito a fine gara è visibilmente soddisfatto e ringrazia i tifosi: “È bello rivedere il pubblico sostenere unito la squadra. È stato davvero il dodicesimo uomo in campo. Oggi abbiamo meritato i tre punti anche se il successo è arrivato con molta difficoltà. Il Catania mi ha deluso, si è chiuso in dieci uomini in area a fare catenaccio, l’inserimento di Foggia ci ha aiutato perché non era semplice riuscire a concretizzare. Il tridente con il Chievo aveva dato i suoi risultati ma con il Catania i fatti hanno dimostrato che la soluzione migliore è stata un'altra. Ma io non entro nei fatti tecnici. Le squadra che ci affrontano conoscono il nostro potenziale e marcano stretti i nostri giocatori più importanti. Per fortuna la Lazio ha fatto come cantano i tifosi, cioè non ha mollato mai. La classifica? Nessuno ti regala niente. Sarà così anche contro il Siena”.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-CATANIA 1-0 (p.t. 0-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Radu; Brocchi (25' st Foggia), Ledesma, Mauri; Pandev (38' s,t Inzaghi); Zarate, Rocchi (1' s.t Meghni). (Muslera, Kolarov, Diakitè, Dabo). All.: Rossi
CATANIA: Bizzarri; Sardo, Silvestre, Stovini, Sabato; Izco (42' s.t Martinez), Ledesma, Carboni, Biagianti (40' s.t Baiocco), Mascara; Plasmati (24' Morimoto). (Kosicky, Paolucci, Silvestri, Terlizzi). All.: Zenga
MARCATORE: Foggia (L) 40' s.t.
ARBITRO: Gava
NOTE - Cielo sereno, terreno in buone condizioni.
SPETTATORI: 40.000 circa.
AMMONITI: Zarate, Sabato, Radu e Stovini per gioco falloso; Pandev per fallo di reazione.
ANGOLI: 6-1 per la Lazio.
RECUPERO: 1' e 3'.

venerdì 31 ottobre 2008

Rocambolesca vittoria della Lazio al Bentegodi


La Lazio vince in trasferta contro il Chievo e interrompe il trend negativo che l’ha vista conquistare un solo punto nelle ultime tre partite. Al Bentegodi i padroni di casa tengono alto il ritmo fin dall’inizio, nonostante il campo appesantito dal mal tempo, la Lazio invece non risponde. Rossi – con una decisione piuttosto curiosa – schiera un 4-4-2 con 4 esterni bassi: De Silvestri e Radu in difesa, Lichtsteiner (che prova la sua!) e Kolarov a centrocampo, con Zárate e Pandev in attacco. A completare il reparto difensivo Siviglia e Rozehnal, Dabo accanto a Ledesma davanti alla difesa. Formazione bizzarra, tra l’altro la Lazio ha dimostrato in più di un’occasione di non fare bene con il 4-4-2, come nell’esordio a Cagliari subito corretto nella ripresa. Così accade anche a Verona, e onestamente non si comprendono i motivi di tali scelte tattiche. Piuttosto autolesioniste, perché si vede immediatamente che la Lazio è spaesata. Tant’è che a fine partita lo stesso tecnico biancoceleste dichiara: “Nel primo tempo noi facevamo forse un po’ di fatica, accorciavamo male e abbiamo anche rischiato ma poi abbiamo sbagliato anche gol abbastanza facili”. C’è da chiedersi, a questo punto, quale oscuro motivo lo abbia obbligato a stravolgere la squadra. Il Chievo è padrone del campo e al 7’ Pellissier, lasciato colpevolmente solo dalla difesa della Lazio (è grottesco, ma sembra uno schema ormai ben acquisito), manda di testa alla destra della porta di Carrizo (immobile). Ma il centravanti gialloblu ci mette soltanto 4 minuti a imboccare la rete con un potente sinistro da fuori area su assist di Bentivoglio. De Silvestri colpevole nell’occasione. La Lazio reagisce. O meglio, Zárate inventa il gol per Pandev al 14’: con una delle sue incredibili e velocissime serpentine lascia sul posto Malagò, si porta sul fondo a sinistra e offre su un piatto d’argento la palla per il piattone di Pandev, che non si fa pregare due volte. L’argentino è un vero fuoriclasse, uno di quei calciatori che infiammano le tifoserie, già beniamino incontrastato dei supporter biancocelesti. È lui a creare le uniche apprensioni per la difesa del Chievo: dopo la mezz’ora il ritmo cala e Kolarov manda a lato dal limite dell’area dopo un’invitante sponda di Pandev. Nella ripresa Rossi si avvede dei propri errori e schiera Rocchi al posto di Kolarov: è tridente, la vera forza esplosiva di questa Lazio. Rocchi è in forma e già al 10’ potrebbe siglare il gol del vantaggio: su una verticalizzazione perfetta di Ledesma tenta il pallonetto da sinistra cercando di beffare Sorrentino, ma la palla sfiora il palo e finisce fuori. Risponde Bogdani in contropiede, ma la sua conclusione – propiziata dalla sponda di Pellissier – è deviata in corner con una gran parata da Carrizo. La Lazio sale in cattedra, ma non riesce a finalizzare. Al 19’ Rocchi di testa manda a lato di pochissimo l’angolo battuto da Zárate. Sette minuti dopo Pandev si libera davanti al portiere, ma il suo sinistro sbatte su Sorrentino – uno specialista sulle uscite basse – che blocca con bravura. A un quarto d’ora dalla fine altra decisione grottesca dell’allenatore biancoceleste: fuori Zárate per Makinwa, che in campo combina poco o nulla. Un’altra scelta autolesionista: la Lazio ha disperato bisogno dei tre punti, perché togliere l’unico calciatore capace di creare pericolo e – soprattutto – di inventare gol d’autore? “Zárate arrabbiato per la sostituzione? Aveva fatto benissimo, ma l’ho visto stanco ed ho preferito mettere un giocatore più fresco”, così spiegherà poi Rossi. Ma l’argentino non sembrava affatto stanco... La legge del contrappasso però aiuta i biancocelesti: l’autogol subito ingiustamente all’Olimpico contro il Napoli viene restituito da Mantovani che, solo in area, devia nella propria porta in scivolata un cross di Radu dalla sinistra a soli 8 minuti dal termine. La Lazio torna a casa con 3 punti meritati per quanto mostrato in campo nel secondo tempo. E con i favori della dea bendata.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO
CHIEVO-LAZIO 1-2 (pt 1-1)
CHIEVO: Sorrentino, Malagò, Mandelli, Yepes, Mantovani, Luciano (42' s.t. Esposito), Patrascu, Bentivoglio, Marcolini (19' s.t. D'anna), Pellissier, Bogdani (28' s.t. Kerlon). In panchina: Squizzi, Cesar, Frey, Iunco. Allenatore: Iachini.
LAZIO: Carrizo, De Silvestri, Siviglia, Rozehnal, Radu, Lichtsteiner, Dabo (36' s.t. Brocchi), Ledesma, Kolarov (1' s.t. Rocchi), Zárate (29' s.t. Makinwa), Pandev. In panchina: Muslera, Diakité, Inzaghi, Mendicino. Allenatore: Rossi.
ARBITRO: Bergonzi di Genova.
MARCATORI: 11' p.t. Pellissier, 15' p.t. Pandev; 37' s.t. aut. Mantovani.
NOTE: serata piovosa, non fredda; terreno scivoloso.
ANGOLI: 6-4 per la Lazio.
AMMONITI: Bogdani, Luciano, Patrascu, Radu, De Silvestri.
RECUPERO: 2'; 4'.

lunedì 27 ottobre 2008

Una Lazio sfortunata (e imprecisa) cede l’Olimpico al Napoli


Seconda sconfitta consecutiva per i biancocelesti di Delio Rossi, la prima in casa. Dopo la brutta prova di Bologna, la Lazio scende in campo agguerrita e per una buona mezz’ora è padrona assoluta del campo. Il primo tempo è avvincente, con Zárate e Pandev protagonisti, purtroppo sfortunati: il primo manda alto sulla traversa sfruttando un rimpallo su una discesa veloce di Pandev, poi si fa anticipare da Iezzo su una perfetta pennellata di Ledesma. Risponde il Napoli, che pressato dalla Lazio, non riesce a spingersi agilmente in avanti: al 22’ Lavezzi conclude di poco alla sinistra della porta di Carrizo. Una decina di minuti dopo Zárate supera sulla desta Iezzo, ma perde il contrasto con Blasi. Al 36’ è Mauri a divorarsi il gol, su un eccellente servizio di Pandev che fa sgusciare la palla tra due avversare: il suo tiro ravvicinato viene respinto con i piedi dall’estremo difensore napoletano. Sulla fine del primo tempo però è il Napoli a rendersi pericoloso in due occasioni: al 44’ una punizione di Gargano si stampa sull’incrocio dei pali, e poco dopo Lavezzi conclude sul filo del palo destro di Carrizo. Al ritorno in campo la Lazio è ancora convincente: buona una percussione di Manfredini che Iezzo disinnesca abilmente, poi al 5’ Zárate si trova palla al piede davanti al portiere napoletano, ma Santacroce, disinteressandosi del pallone, va sul bomber argentino e lo colpisce con una spallata. Rigore netto, non per l’arbitro Banti, già protagonista in negativo non solo in altre partite con i biancocelesti, ma anche nel primo tempo, quando concede un solo minuto di recupero dopo innumerevoli perdite di tempo del Napoli e una direzione molto favorevole nei confronti degli ospiti. Al 12’ Carrizo fa il miracolo su Denis, lanciato a rete da Lavezzi, con un’uscita provvidenziale. La Lazio si lascia un po’ andare e al 16’ viene punita anche dalla malasorte. Lavezzi, che con le sue incursioni è sempre micidiale, dalla linea di fondo sulla sinistra crossa al centro, il tiro viene intercettato sfortunatamente da Siviglia che provoca l’autorete. Delio Rossi le tenta tutte: entra Foggia per Manfredini, ma ormai la Lazio è giù di morale. Al 25′ ci prova Zarate su punizione, primo tiro sulla barriera (con un mani involontario di Denis), al secondo tentativo si oppone Navarro, che nel frattempo ha sostituito Iezzo dolorante alla schiena. A un quarto d’ora dalla fine è la volta di Simone Inzaghi, che stranamente rileva Brocchi: Rossi prova la carta del salvataggio in extremis. Al 41’ la Lazio sfiora il pareggio con Pandev, che si vede deviare un bel tiro sulla traversa da Navarro: sulla ribattuta ci prova proprio Inzaghi, ma il suo tiro va oltre la traversa. Nei cinque i minuti di recupero però e proprio Lavezzi a sfiorare il raddoppio con un bel tiro destinato in rete, che Siviglia devia con grande tempestività. Lazio sfortunata e imprecisa, condizionata purtroppo anche dalla conduzione arbitrale. E tra soli tre giorni è la volta del Chievo a Verona: Rossi non potrà contare su Mauri e Foggia, squalificati per 2 turni "per avere, al termine della gara, uscendo dal terreno di giuoco, rivolto all'Arbitro e ad un Assistente espressioni ingiuriose". Banti colpisce ancora.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-NAPOLI 0-1 (Primo tempo 0-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner (dal 42' st De Silvestri), Siviglia, Rozehnal, Radu, Brocchi (dal 35' st S. Inzaghi), Ledesma, Manfredini (dal 17' st Foggia), Mauri; Pandev, Zarate. (A disp.: Muslera, Diakite, Kolarov, Dabo).
All.: D. Rossi.
NAPOLI: Iezzo (dal 21' st Navarro); Santacroce, Rinaudo, Aronica, Maggio, Blasi, Gargano, Hamsik, Mannini (dal 20' st Contini), Denis (dal 35' st Zalayeta), Lavezzi. (Grava, Montervino, Pazienza, Pià).
All.: Reja.
ARBITRO: Banti di Livorno.
MARCATORE: aut. Siviglia (L) al 16' st
AMMONITI:
Blasi (N), Mauri (L), Lichtsteiner (L), Rozehnal (L), Foggia (L), Ledesma (L)
NOTE:
Angoli: 4-3 per il Napoli.
Recupero: 1' e 5'

Anche la Lazio per aiutare la So.Spe di Suor Paola


Ci saranno anche Delio Rossi e una nutrita rappresentativa della Lazio alla manifestazione “Pioggia di stelle sulla So.Spe.” che si terrà il 27 Ottobre 2008 alle ore 21.00, al Gran Teatro di Roma in viale Tor di Quinto. Tema centrale dello spettacolo - organizzato per raccogliere fondi a favore dell'Associazione So.Spe. Solidarietà e Speranza di Suor Paola - sarà ricordare il grande cantante Lucio Battisti, tifoso biancoceleste, in occasione del decimo anniversario della sua morte. Alla manifestazione, presentata da Paolo Bonolis, parteciperanno i cantanti Povia, Luca Barbarossa, Paolo Vallesi, La Differenza, Emma Rei, Luisa Corna e i Velvet Boulevard, che canteranno una loro canzone ed una canzone di Lucio Battisti, e il comico Maurizio Battista. Ospite d’onore il grande poeta Mogol con cui Battisti ha condiviso tanti momenti. Interverranno inoltre moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport. "Ci saranno le canzoni di Battisti – ha spiegato Suor Paola ai microfoni di RadioSeiad allietare la serata a cui parteciperanno i giocatori della Lazio, che saranno lì anche per raccogliere personalmente le prenotazioni per la maglia speciale del derby, quella che ogni tifoso potrà personalizzare con il proprio nome. Partecipiamo in tanti perché in questo periodo sono sempre di più a chiederci una mano".

Biglietti: si possono acquistare Venerdi 24, Sabato 25 e Lunedì 27 presso il botteghino del Granteatro dalle ore 12.00 alle ore 19.00.

Info: chiamare la So.Spe. al numero 06.66.16.10.44.

domenica 19 ottobre 2008

Brutto stop della Lazio a Bologna


La Lazio esce sconfitta dal Dall’Ara. Brutta battuta di arresto di fronte ai 5mila tifosi biancocelesti giunti a Bolgna per sostenere la squadra di Delio Rossi.

Brutto stop della Lazio al Dall’Ara di Bologna. I biancocelesti scendono in campo molli e senza verve (o forse non scendono proprio in campo), e al 5’ si ritrovano già sotto di un gol. Volpi su punizione beffa la barriera e supera Carrizo. Ingenuo il fallo di mano di Siviglia che causa la punizione, ma non si può tacere il precedente fuori gioco di Di Vaio che non viene sanzionato dall’assistente dell’arbitro. Curioso destino: anche nella gara tra Bologna e Lazio - che nella stagione 2004-05 portò la società biancoceleste ad essere implicata ingiustamente in Calciopoli - Tagliavento “regalò” al Bologna il calcio di punizione del vantaggio siglato da Giunti. Ma la reazione biancoceleste, in quella partita, fu veemente, portando Oddo e Rocchi a ribaltare il risultato. Questa volta va diversamente. Nonostante l’avvertimento, la Lazio non entra in partita. Così dopo appena 6 minuti arriva il raddoppio dei rossoblu: sul corner battuto da Volpi, Siviglia e Cribari si guardano inermi e Di Vaio ne approfitta con un preciso colpo di testa che piega le mani a Carrizo. La direzione di gara di Tagliavento non è impeccabile, più disponibile nei confronti dei padroni di casa e troppo da protagonista. Ma non è questo il motivo del risultato: il Bologna è determinato e aggressivo, con un mucchio di centrocampisti a supporto del solo Di Vaio in attacco. Chiude bene gli spazi ai biancocelesti. I rossoblù arrivano sempre primi sulla palla. L’inserimento di Dabo si rivela un errore, il calciatore è lento e nervoso e non aiuta Brocchi, fuori posizione alla sinistra di Ledesma. Curiosamente il continuo cambiamento di posizione dei tre attaccanti – che tanti problemi aveva creato alle difese avversarie - questa domenica non va in onda: Zárate largo a sinistra non è incisivo come da centrale. Foggia, che si è sempre espresso meglio a sinistra, gioca a destra. Rossi, insomma, ci mette del suo. Al 26’ l’ennesimo errore difensivo porta alla doppietta Di Vaio, che realizza un gol di gran classe: l’ex laziale raccoglie un preciso lancio di Marchini, si fa beffe di Siviglia e Cribari, controlla di destro e con il sinistro infila per la terza volta Carrizo con un tiro imprendibile. La Lazio cerca la riscossa con Kolarov: il suo destro impegna Antonioli che respinge di pugno, poi Foggia sfiora il primo palo, ma la Lazio è in difficoltà. Al 33’ Rossi cerca di porre rimedio inserendo Mauri al posto di Dabo, che nel frattempo si è anche fatto ammonire. Un bel colpo di testa di Cribari, parato in angolo da Antonioli, chiude il primo tempo. Nella ripresa Zárate lascia il campo a Rocchi che dopo 6 minuti raccoglie una bella verticalizzazione di Ledesma e si trova da solo davanti al portiere. Il tiro è centrale, Antonioli respinge, ma Rocchi rimedia raccogliendo il rimpallo e spedendo in rete. La Lazio accenna a riprendersi e per una decina di minuti spinge il Bologna nella propria metà campo, ma non riesce mai ad essere veramente incisiva. Pandev probabilmente risente della sfortunata trasferta con la propria nazionale, e non è mai davvero pericoloso. Al 34’ viene sostituito da Simone Inzaghi, ma ormai è troppo tardi. Anche una punizione di Ledesma viene vanificata da Mauri che, di testa, spedisce alto sulla traversa. La Lazio fallisce un importante appuntamento per mantenere il primato in classifica, il Bologna rialza la testa e con una gara di grande carattere, determinazione e corretto assetto tattico salva la panchina di Arrigoni, fortemente discussa in settimana. Bella prova anche per Mudingayi, che dà tutto in campo contro la sua ex squadra, disputando una partita di livello.
Nel dopo partita solo Delio Rossi risponde ai microfoni:
- Cosa non ha funzionato oggi?
Dopo dieci minuti eravamo sotto di due gol. Poi ci siamo ripresi ma ormai la frittata era fatta. Oggi non abbiamo interpretato bene la gara dall’inizio e quindi dobbiamo solo recitare il mea culpa. Faremo bene se daremo sempre il massimo, non ci possiamo permettere di giocare sotto ritmo e di attaccare la spina così tardi. La sosta non ci ha fatto bene. Dobbiamo resettare e ripartire. Siamo una squadra che deve dare il massimo per ottenere forse il minimo. Non eravamo fenomeni prima, non siamo brocchi adesso. Analizzare i primi 20 minuti di oggi significa parlare di un’altra squadra rispetto a quella che abbiamo visto a inizio campionato. Non mi aspettavo una partita così. Sono a capo di questo gruppo, se questa è stata la prestazione vuol dire che non ho tenuto alta l’attenzione”.
- Zárate non segna più? Cos’è successo?
Non è successo niente. Zárate è esploso in maniera esponenziale. È un giocatore importante e tornerà ad essere quello che è. Ho sostituito lui come avrei potuto sostituire un altro”.
- Il ritorno di Rocchi, una nota positiva di questa brutta giornata?
Tommaso è un giocatore importante, uno che va in doppia cifra, ad ogni campionato. Rocchi per noi è molto importante, ha bisogno di giocare perché è stato fuori tanto tempo per l’infortunio. Ma ripeto, oggi quando abbiamo cominciato a giocare era troppo tardi”.
- C’è qualcosa da registrare in difesa?
Sulla punizione che porta al primo gol c’è la bravura di Volpi. Ma sul calcio d’angolo del secondo gol la responsabilità è della difesa”.
- Carrizo è in difficoltà, come è possibile dargli una mano?
Non la sensazione che Carrizo sia in difficoltà. La vita dei portieri è fatta di alti e bassi. Ma io non vedo il ragazzo in difficoltà”.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
BOLOGNA-LAZIO 3-1 (pt 3-0)
BOLOGNA: Antonioli, Zenoni, Terzi, Moras, Bombardini, Mudingayi, Volpi, Lavecchia (17′ st Mingazzini), Marchini (28′ st Lanna), Valiani (45′ st Castellini), Di Vaio. In panchina: 15 Colombo, 16 Carrus, 20 Adailton, 11 Bernacci. All.: Arrigoni.
LAZIO:Carrizo, Lichtsteiner, Siviglia, Cribari, Kolarov, Dabo (34′ pt Mauri), Ledesma, Brocchi, Foggia, Pandev (34′ st Inzaghi), Zarate (1′ st Rocchi). In panchina: 86 Muslera, 29 De Silvestri, 22 Rozenhal, 32 Radu. All.: Rossi.
Arbitro: Tagliavento di Terni
Reti: nel pt 5′ Volpi, 11′ e 26′ Di Vaio; nel st 6′ Rocchi.
Angoli: 7-4 per il Bologna
Recupero: 2′ e 6′.
Ammoniti: Siviglia, Bombardini, Dabo, Marchini, Brocchi e Ledesma per gioco scorretto; Zenoni per comportamento non regolamentare; Mudingayi per proteste
Spettatori: 20.145

venerdì 17 ottobre 2008

Gentile: Lazio e fisco. Dallo Stato nessun favore


L’avvocato Gian Michele Gentile, ospite negli studi di RadioSei della trasmissione Non Mollare Mai, racconta la sua avventura a fianco del presidente Claudio Lotito. “Quando mi disse che voleva prendere la Lazio pensai “Ma che sei matto” – ricorda il legale biancoceleste – La rateizzazione? Fu una gran fatica, aggiungo solo che La Lazio potrebbe ottenerla anche con la normativa attuale: nessuno ci ha fatto favori”.

Avvocato Gentile, che faceva prima di diventare il factotum legale della Lazio?
Mi sono occupato di Diritto sportivo solo dal 19 luglio 2004 (giorno dell’avvento di Lotito a Formello, ndr), nessun contatto in questo ambito in precedenza. Conosco il presidente dalla fine degli anni Settanta per lavoro, poi abbiamo continuato a sentirci e il nostro è divenuto un rapporto d’amicizia tanto che sono il padrino del figlio di Claudio, Enrico”.

Cosa si ricorda di quella corsa in motorino verso il Tribunale di Tivoli?
Passai qua davanti, sulla Tiburtina, per arrivare in tribunale. La società era praticamente sull’orlo del fallimento, era già stata convocata in Camera di Consiglio. Ci fu una prima udienza nella quale ottenni un termine per depositare un documento che dimostrasse la disponibilità dell’Agenzia delle Entrate a rateizzare quanto dovuto all’Erario. In realtà chi aveva sollevato la questione, un avvocato di Milano, venne soddisfatto ma a quel punto il tribunale di Tivoli si mosse d’ufficio. Gli incartamenti andavano consegnati entro le 13, ci sbrigammo tanto che ricordo che il provvedimento dell’Agenzia delleEntrate doveva essere confermato dalla Commissione Consultiva istituita presso la Corte dei Conti. Ci fu una riunione alle 9 del mattino a piazza Mastai , il fax arrivò alle 12 e in sella al mio scooter (un Peugeot Elyseo 125, ndr) arrivai a Tivoli dove m’aspettavano molti tifosi biancocelesti”.

Cosa successe a Tivoli?
Dopo aver depositato l’atto in cancelleria dovevo andare direttamente dal presidente, i cui uffici si trovavano in altra sede. Feci quei 200 metri a piedi con i tifosi che mi seguivano, la gente che urlava dalla finestre. Mi telefonò Lotito a cui feci sentire la situazione e l’entusiasmo attorno a me”.

Quale fu la prima reazione quando Lotito le disse che voleva prendere la Lazio?
Gli dissi “Ma che sei matto”. Seguirono alcuni incontri con l’ex ad Masoni, e ogni volta la situazione dei conti peggiorava. Alla fine dopo qualche giorno di silenzio mi chiamò alle 11 del 19 luglio per dirmi: “Prendo la Lazio, ci vediamo da Gilardoni alle 15 a via Nicotera”.

E’ vero che Lotito chiese a Masoni di restare?
Lotito insieme con lui non fece alcuna operazione. Il presidente disse che chi restava si doveva rimboccare le maniche, in sostanza si trattava di fare un’opera meritoria per zero euro. Con Masoni e il presidente Longo ci fu grande collaborazione, anche con gli amministratori di Banca di Roma ci fu comunque un passaggio accompagnato da professionalità e responsabilità”.

Tornando all’attualità, come finirà il contenzioso con Mutarelli?
Aspettiamo la decisione prevista per il 23 ottobre. Il centrocampista per l’estromissione dalla rosa e l’esilio a Formello ha chiesto la risoluzione del contratto, noi abbiamo sostenuto come 10 giorni di assenza da Auronzo non rappresentassero un inadempimento per determinare la risoluzione”.

E con Stendardo a che punto siamo?
Stendardo era partito dalla richiesta di reintegrazione, alla quale poi ha rinunciato. Una volta caduta questa fattispecie, l’indennizzo collegato per noi non avevamotivo d’essere. Il collegio arbitrale poteva ridurre le clausole penali manifestamente esose ma non l’ha fatto e ha condannato la Lazio al risarcimento per 180.000 euro (20% dello stipendio annuale lordo). Ieri abbiamo chiesto l’esonero dalla clausola compromissoria per rivolgerci al giudice del lavoro a Milano e aspettiamo la deroga della Federcalcio, la cui commissione si riunisce domani”.

Avvocato, vinta la battaglia con la Consob, a Milano qual è la situazione?
Il 22 saremo a Milano per ascoltare l’ultimo testimone e la requisitoria del pm, in quella data depositeremo anche le motivazioni del Tar che ha annullato la delibera della Consob. Il 12 novembre saranno ascoltati i testimoni della difesa e quindi si andrà a sentenza. La presidente del Collegio, la giudice Manfrin vuole andare a sentenza prima del 2009 e il materiale esaminato sarà lo stesso della
Consob
”.

Che parere s’è fatto delle cosiddette cordate di San Marino e di Giorgio Chinaglia?
Da uomo della strada è quello vostro. La cordata di SanMarino non è mai esistita, mai venuta fuori, il cui rappresentante non rivela il nome del suo assistito da oltre 4 anni. Due processi in corso, siamo parte civile, per rispetto agli imputati preferisco non parlarne per avere espressioni accusatorie: per rispetto a loro meglio tacere”.

Rateizzazione col Fisco. Come ci arrivammo?
Non è stato fatto alcun regalo alla Lazio. C’erano pignoramento e ipoteca su tutti i beni della Lazio, c’era stata una domanda di condono della quale era stato pagato il primo acconto, per il secondo non c’erano soldi. Studiando valutammo di lasciare il condono e trovando la soluzione alternativa, ovvero una legge che già esisteva dal 2002 e che consentiva al Fisco di incassare quanto dovuto. Abbiamo ottenuto solo la dilazione del totale più gli interessi: l’Agenzia delle Entrate scelse un advisor che doveva stabilire quanto avrebbe preso il Fisco se la Lazio fosse fallita. Ebbene l’advisor stabilì che avevamo 20 milioni di euro di patrimonio, debiti con tutti creditori privilegiati che venivano tutti prima del fisco. Ad esempio, solo Mancini doveva avere 800.000 mila euro, con i libri in Tribunale al fisco sarebbero andati 3 milioni. L’intesa fu firmata da tutti i creditori con un grado di privilegio maggiore, bastava che uno dicesse no e la Lazio falliva. Non è vero che la legge utilizzata dalla Lazio è stata abrogata, anzi, è stata implementata nella riforma del Diritto fallimentare del 2006, e se ad oggi la Lazio fosse nelle medesime condizioni di allora, potrebbe utilizzare tale norma per ottenere la rateizzazione”.

La Lazio aiutata?
Siamo dovuti andare anche a Bruxelles per discutere di aiuti di stato… Per legge ogni accordo col fisco prevede l’azzeramento delle sanzioni, restano il debito d’imposta e gli interessi. Inoltre quest’ultimi nel nostro caso non sono fissi, sono interessi indicizzati”.

Cosa ci può dire del contenzioso con l’ex dg, Giuseppe De Mita?
Il contratto prevedeva un compenso di 400.000 euro, oltre all’auto di servizio, carte di credito e polizze mediche. In caso di recessione anticipata avrebbe avuto una penale da 2,5 milioni, pari a cinque anni di stipendio. Siamo ricorsi in appello perché non vogliamo pagare neanche il residuo del 60% da versare come stabilito in primo grado; l’udienza è fissata per gennaio”.

Gianluca La Penna
RadioSei

lunedì 6 ottobre 2008

Super Simone salva la Lazio


Dopo la partita di sabato pomeriggio contro il Lecce cresce la consapevolezza che la Lazio è davvero un’altra squadra. Questo gruppo ha carattere: magari si complica un po’ la vita con qualche leziosità (quando la classe si coniuga con la giovane età può accadere), ma quando si tratta di reagire si trasforma in un'armata. Talvolta con troppa frenesia, talvolta con qualche imprecisione. Ma combatte fino alla fine. E proprio alla fine arriva Super Simone, il fratello di Super Pippo, a rimettere in pari un risultato ingiusto e sfortunato. Il Lecce di Beretta è ben piazzato in campo, occupa gli spazi impedendo ai fantasisti biancocelesti di svariare come sanno. La Lazio però non approfitta della prima occasione che si presenta al 9’ con Mauri, perfettamente imbeccato da Pandev sottomisura: il suo tiro finisce alto. Risponde il Lecce con Castillo, ma Carrizo non si fa trovare impreparato. Al 14’ ci prova anche capitan Ledesma su punizione, ma Benussi è pronto. Poi a sorpresa il vantaggio dei salentini, con Tiribocchi che – da solo davanti a Carrizo – schiaccia di testa in gol. La partita s mette in salita per la Lazio, che scende in campo dopo la sosta con un altro atteggiamento. Il Lecce lentamente cala, la Lazio prende in mano il gioco e Kolarov, che ha rilevato da poco Radu, al 21’ sfiora il pareggio con una punizione che fa tremare la traversa. Tre minuti dopo ci riprova Foggia che, da solo davanti al portiere, carica troppo e spedisce inspiegabilmente alto sopra la linea della traversa. Al 33’ fallisce anche Pandev, piuttosto nervoso: chiude troppo il sinistro e manda fuori un pallone che solitamente spedisce in rete con precisione. Al 38’ il neo entrato Simone Inzaghi si procura una punizione da ottima posizione. Ledesma con un (quasi) perfetto calcio d’interno sfiora la rete con Benussi ormai battuto. Quando la partita sembra ormai persa ci mette lo zampino Super Simone: colpo di testa di Ledesma che rimbalza sulla schiena di Stendardo, Inzaghi raccoglie al volo di sinistro – come solo lui sa fare – e la mette dentro. Grande Simone: erano 4 anni che non andava in gol in campionato, e in una decina di minuti riesce a raddrizzare una partita che la Lazio delle scorse edizioni avrebbe sicuramente perso. Simone fa ritrovare alla Lazio quella figura di attaccante “rapinatore d’area” che ultimamente le è sempre mancata. Delio Rossi ha tratto sicuramente interessanti elementi di valutazione da questa partita, difficile e indisponente. Difficile perché molte squadre ormai cercheranno di fermare il gioco della Lazio chiudendosi a riccio, come predetto proprio dal mister prima della gara. Indisponente non solo per la svista arbitrale che non concede un sacrosanto rigore a Pandev nel corso del primo tempo, ma soprattutto per l’atteggiamento del Lecce, molto antisportivo quando oltre a chiudersi in 10 dietro la linea della palla, fa sfoggio di continue simulazioni da ostruzionismo che Pierpaoli colpevolmente lascia correre. Al punto da ritenere idoneo il recupero finale di soli 3 minuti, sufficiente appena per le 6 sostituzioni effettuate. Senza contare le perdite di tempo procurate dal Lecce (ammonito per questo anche Benussi), i continui falli per spezzare il gioco, le perdite di tempo evidenti anche solo per battere un fallo laterale. Però questo non è gioco del calcio. È solo noia e indisponenza. È ora di dare un migliore spettacolo ai tifosi. E a quelli biancocelesti va sicuramente un plauso: sono accorsi in oltre 30 mila a incoraggiare la Lazio fino all’ultimo secondo, nonostante lo svantaggio. Se Simone l’ha messa dentro un po’ di merito va anche allo splendido tifo. Ormai si è capito: la Lazio sarà la sorpresa di questo campionato.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-LECCE 1-1 (pt 0-1)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Radu (15' st Kolarov); Brocchi (38' st S. Inzaghi), Ledesma, Mauri (6' st Meghni); Foggia, Zarate, Pandev. (Muslera, Cribari, De Silvestri, Dabo). All. D. Rossi.
LECCE: Benussi; Polenghi, Stendardo, Fabiano, G. Esposito; Zanchetta, Giacomazzi, Ariatti; Caserta (25' st Boudianski); Castillo 6 (38' st Konan), Tiribocchi (28' st Cacia). (Rosati, Diamoutene, Antunes, Munari. All. Beretta.
MARCATORI: Tiribocchi al 25' pt, Inzaghi al 44 st.
ARBITRO: Pierpaoli di Firenze.
NOTE: spettatori 30 mila circa. Ammoniti Pandev, Giacomazzi, Siviglia, Tiribocchi, Benussi, Boudianski. Angoli 10-3. Recupero 2' pt, 3' st.