venerdì 5 dicembre 2008
Coppa Italia: impresa della Lazio che batte il Milan a San Siro
“Abbiamo ottenuto un risultato importante contro una squadra importante, contro i campioni del mondo. Tra l'altro, al contrario del Milan, proponendo una formazione con molti giovani. Siamo andati in svantaggio immeritatamente e la reazione dei ragazzi penso sia stata importante”. Come non essere d’accordo con Delio Rossi? Se il migliore in campo del Milan è stato Dida, qualcosa vorrà pur dire. La Lazio ritrova lo spirito, l’aggressività e compie l’impresa della qualificazione ai quarti di finale in Coppa Italia. Non tutto, per la verità fila liscio, ma la squadra si è ritrovata nel morale. E questo è molto importante. Nel gelo di S. Siro c’è anche un po’ di nebbia: la Lazio schiera diverse novità, soprattutto molti giovani. Muslera in posrta, De Silvestri torna titolare, accanto a Diakité (prova capitale la sua), Rozehnal (ottimo) e Kolarov (molto convincente). La novità a centrocampo è l’eccellente Lichtsteiner mezzo sinistro accanto a Dabo e Ledesma. Zárate è in panchina, in attacco Foggia, Pandev e Rocchi. Il Milan non prende alla leggera la gara, brucia ancora la sconfitta contro il Palermo in campionato e lo dimostra con la presenza in campo di gente come Seedorf, Kakà, Shevchenko e Ronaldinho. Nel primo tempo la Lazio è un po’ più aggressiva, ma piuttosto inconcludente dalla trequarti in su, come spesso accade negli ultimi tempi. A volte sembra che questa squadra dimentichi come si attacca. Poche le occasioni da entrambe le parti: al 18’ Muslera esce coraggiosamente sui piedi di Shevchenko lanciato in solitaria da Ronaldinho: corner. L’ucraino ci vorrebbe riprovare due minuti dopo, ma Diakité e Rozehnal fanno ottima guardia. Al 23’ risponde la Lazio con Lichtsteiner, eccellente anche nel ruolo di centrocampista, che si allunga centralmente con una bella progressione e sgancia un bel destro che sfiora il palo. Al 42’ dovrà lasciare il posto a Meghni per un intervento assassino di Senderos, che non viene neanche sanzionato dall’arbitro. Al 34’ ottima punizione da posizione decentrata di Kolarov, Dida si supera e la respinge. Un minuto ancora e si fa sentire la reazione del Milan con il solito Shevchenko, ma ancora una volta Diakité recupera bene sull’ucraino e lo costringe a un tiro di punta altissimo. Nel recupero ancora un paio di buoni tiri per parte: Flamini con un destro basso a mezzo metro dal palo di Muslera, mentre Pandev con un bel sinistro all’incrocio impegna severamente Dida che si supera in tuffo.
Al rientro ancora squadre corte, equilibrate, che faticano a trovare il guizzo, forse anche per il freddo, visto che il termometro è sceso sotto lo zero. Ci prova per primo Rocchi, che semina Senderos e appoggia per Pandev: sul suo sinistro rasoterra fa ancora una volta il miracolo Dida deviando in corner. Al 15’ Ronaldinho inventa per Shevchenko, che manda alto sulla traversa. Al 21’ il Milan rimane in 10: secondo giallo per Emerson, da poco ammonito, per un intervento nettamente in ritardo a centrocampo su Ledesma che si sganciava in avanti. La punizione di Kolarov è micidiale, e Dida si supera ancora in angolo. Al 26’ vergognosa gomitata volontaria di Ronaldinho che fa sanguinare il volto di Rozehnal: ancor più vergognosa l’assenza di qualsiasi provvedimento arbitrale (Ayroldi è di spalle, ma il fallaccio viene compiuto sulla linea del fallo a pochi metri dal quarto uomo) e il commento televisivo di Collovati e Nesti del tipo: bisogna comprendere questi grandi campioni, che a un certo punto non ce la fanno più a subire falli. Complimenti ai due professionisti che incitano alla violenza in campo. E pensare che per vedere la Rai si paga il canone. Si procede come se non fosse accaduto nulla e Foggia, solo in area, chiama Dida alla parata da posizione ravvicinata. Al 28’ Rossi decide di riportare Rocchi in panchina e sganciare l’asso nella manica, Zárate. Inutile dire che la sostituzione si fa sentire: il capitano non è ancora al meglio dopo l’infortunio, mentre l’argentino appena entra si rende subito pericoloso. Il Milan nel frattempo si è ridisposto in campo dopo l’espulsione di Emerson, una specie di 4-4-1 con Shevchenko più largo a destra e Ronaldinho punta centrale avanzata. Nel momento migliore dei biancocelesti, al 32’ l’ucraino sfrutta lo spazio, prende palla, finge il tiro di destro, rientra sul sinistro e dal limite dell’area trova l’angolo sul secondo palo di Muslera. Il giovane portiere biancoceleste parte con un lievissimo ritardo (gli vengono anche i crampi) perché ha la visuale coperta e nonostante si distenda il pallone entra inesorabile in rete. Sembra di vedere il solito copione in casa laziale: tanto gioco e nessuna finalizzazione. Invece la Lazio non molla e quasi allo scadere (42’) si procura un rigore. Favalli stende ingenuamente Pandev in area. Ayroldi non può che indicare il dischetto e Zárate freddamente fa rimanere sul posto Dida. È il pareggio che significa tempi supplementari, visto il nuovo regolamento della Coppa Italia: la partita è a turno secco. La Lazio colpisce a soli 2’ dall’inizio del primo tempo supplementare: Pandev ben servito in area mette a sedere Jankulovski e tira in porta: Dida respinge sui piedi di Zárate che ribatte in porta, ma sulla linea respinge Senderos, la palla finisce nuovamente sui piedi di Pandev che questa volta alza il pallone e conclude sotto la traversa con un ottimo colpo. Per il macedone è il giusto ritorno al gol, cercato in tutti i modi. Il primo tempo supplementare si chiude con le squadre lunghe e tanta confusione in campo. All’inizio del secondo tempo supplementare, però, la Lazio si dimostra esperta e matura nell’amministrare il vantaggio: possesso di palla nel centrocampo del Milan, sempre sicura dei propri mezzi. L’unica occasione è per Ronaldinho che su punizione sfiora il palo dopo una leggerissima deviazione con la mano sinistra da parte di Muslera che si distende in tuffo. Poco prima del fischio finale, ancora una bruttissima entrata – totalmente inutile – di Senderos su Zárate davanti agli occhi di Delio Rossi che, terminata la gara, lo insegue nel tunnel che porta agli spogliatoi gridando al calciatore svizzero di chiedere scusa all’argentino e ritardando così la presenza di fronte ai microfoni della Rai. È finita: la Lazio può correre sotto la curva e festeggiare assieme ai circa 4 mila tifosi biancocelesti che hanno coraggiosamente sfidato il gelo di San Siro pur di stare accanto ai proprio beniamini. Una vittoria importantissima per la squadra e Delio Rossi dopo le ultime deludenti prove in campionato. Una vittoria che rappresenta una buona base da cui ripartire per la correzione di alcuni errori e per lo schieramento in campo di forze giovani pronte per un posto da titolare. Delio Rossi ha dimostrato lucidità e coraggio in un momento difficile e dalla sua ha anche la risposta compatta della squadra. Avanti così. Sabato pomeriggio c’è l’Inter. Non si scherza.
Alessandro Staiti
IL TABELLINO:
MILAN-LAZIO 1-2 dts (1-1 al termine dei tempi regolamentari)
MILAN: Dida; Antonini (32' s.t. Jankulovski), Senderos, Kaladze, Favalli; Flamini, Emerson, Seedorf (25' s.t. Zambrotta); Kakà; Shevchenko (40' s.t. Cardacio), Ronaldinho. (Kalac, Maldini, Darmian, Strasser). All. Ancelotti.
LAZIO: Muslera; De Silvestri, Diakitè, Rozehnal, Kolarov; Dabo (40' s.t. Mauri), Ledesma, Lichtsteiner (42' p.t. Meghni); Foggia, Rocchi (28' s.t. Zarate), Pandev. (Carrizo, Brocchi, Belleri, Cribari). All. Rossi.
ARBITRO: Ayroldi.
MARCATORI: Shevchenko (M) al 32', Zarate (L) su rigore al 42' s.t.; Pandev (L) al 2' p.t.s.
NOTE: spettatori 10 mila circa.
ESPULSI: al 21' st Emerson (M) per doppia ammonizione.
AMMONITI: Rozehnal, Kaladze, Cardacio, Diakitè, Zarate.
RECUPERO: 3' p.t., 4' s.t.; 0' p.t.s., 0' s.t.s.
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