martedì 16 ottobre 2007

Come Claudio Garella?

Stagione 1977/1978, l'ex allenatore miracolo del Napoli Luis Vinicio sostituisce sulla panchina della Lazio il compianto Tommaso Maestrelli. Il mitico portiere dello scudetto '74, Felice Pulici, è andato a cercar fortuna in altri lidi, ormai in rottura la società. Vinicio mette al suo posto nella porta laziale un esordiente, una sua scoperta sul quale si gioca la reputazione. È Claudio Garella, alto, forte, biondo e bello come un attore. Di lui si dice che abbia un gran talento e un futuro certo. Invece si rivela un disastro. Garella alterna parate strabilianti a goffaggini inaudite, ingenuità incredibili e, soprattutto, non ha presa! La palla scivola tra i suoi guantoni come fosse cosparsa di grasso. Con lui in porta la Lazio prende valanghe di gol e viene eliminata dalla Coppa Uefa in una tremenda serata a Lens. Garella è allontanato dalla prima squadra, Vinicio ci rimette il posto, il numero 1 l'anno successivo si stampa sulla maglia di Cacciatori, esperto portiere ex Sampdoria e si volta pagina.

Il nostro biondone comincia a girovagare su e giù per l'Italia pallonara, finché un bel giorno la critica comincia ad accorgersi che in serie B nel Verona c'è un portiere fenomenale, che ha qualche difetto nella presa ma che in porta è una vera saracinesca e che in uscita, soprattutto, è un vero incubo per gli avversari. Questo mostro, grande, biondo e bello come un attore è Claudio Garella, che con quel Verona (guidato dal mister Osvaldo Bagnoli) si toglierà lo sfizio di vincere uno scudetto per poi passare al Napoli di Maradona (corsi e ricorsi…) col quale vincerà scudetti, coppe e quant'altro. Dopo Lazio-Milan 1-5 il parallelo Muslera/Garella diventa suggestivo. Coraggio Fernando, anche se forse ti sei giocato (e non per colpa tutta tua) la piazza di Roma, anche se ormai presso il popolo laziale hai raggiunto una popolarità simile a quella di Lanna per i romanisti, con le costanza e il carattere di cui sei dotato (e le tue dichiarazioni del dopo partita lo dimostrano) hai delle doti. Sicuramente prima o poi verranno fuori e, in qualche altro tempo o in qualche altro luogo, coglierai quei traguardi che, ne sono certo, meriti.

Mauro Floritta Martorana

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