Il 7-1 dello scorso aprile è ormai soltanto un brutto ricordo. La Roma non riesce a spuntarla sul campo del Manchester United, e perde di misura (1 – 0) nonostante un buon gioco e qualche svista arbitrale che l’ha privata di un rigore. Roma che spreca, questa la sua maggiore mancanza, e incassa un eurogol da Rooney a 20’ dal termine: il suo destro si infila all’incrocio sul secondo palo. Curci, che sostituisce l’influenzato Doni, non può nulla. Anche perché, inspiegabilmente, Mexes concede un paio di metri al bomber inglese, capace di vedere la porta da qualsiasi angolazione. La Roma scende in campo senza paura, ma è pur vero che il Manchester non è lo schiacciasassi dello scorso anno. Totti, Perrotta ed Esposito sbagliano gol troppo facili. A peggiorare la situazione un serio infortunio muscolare per Aquilani che ne avrà per un paio di mesi. Tra campionato e coppa bilancio sfortunato. Serve concentrazione e determinazione, perché la squadra c’è e in campo si fa valere. Ora, come ha detto Spalletti, la gara contro il Parma diventa più importante di quella contro il Manchester.
L’Inter di Mancini si sbarazza del PSV Eindhoven (2-0) con una bella doppietta di Ibrahimovic̀ (al 15’ su rigore e al 31’), ma termina la gara con 2 espulsioni: prima Chivu (esagerato il primo giallo) e poi Suazo per una dubbia gomitata a Salcido a fine partita. Il PSV si complica la vita quando Krompkamp trascina a terra in area il gigante svedese nerazzurro: rigore netto quanto inutile, perché Addo era lì accanto pronto a chiudere. Pochi minuti dopo il vantaggio Crespo, su splendido suggerimento di Solari, manca di pochi centimetri - in scivolata - la conclusione a rete. Verso la mezzora il raddoppio che chiude il match: gol incredibile di Ibra che conclude a rete con un tiro (forse un cross per Crespo al centro area riuscito male?) imparabile per il portiere degli olandesi. Lo stesso Gomes para a Suazo, entrato al 16’ del secondo tempo al posto di Crespo, un destro potentissimo.
Milan: i risultati non arrivano più neanche in Champions. A Glasgow il Celtic si aggiudica la gara per 2-1 in una nottata segnata in campo dalla pioggia, dalla conduzione insufficiente dell’arbitro tedesco Merk e dalla sceneggiata (vergognosa) di Dida. Il primo gol di Mc Manus, che carambola su Gourcuff prima di terminare in rete, è viziato da un fallo di mano dello stesso attaccante scozzese che stoppa così l’angolo calciato da Hartley. Il rigore del pareggio milanista, realizzato da Kakà, è altrettanto dubbio: Ambrosini si lascia cadere in ritardo sull’abbraccio di Naylor in area. Poi il Milan viene superato grazie a una respinta difettosa di Dida sulla conclusione di Caldwell, ripresa con successo da Mc Donald. È il 46’ del secondo tempo quando un tifoso del Celtic riesce a entrare sul campo: passa accanto a Dida e lo sfiora con la mano tra la guancia e il volto. Dida dapprima lo rincorre, poi decide di accasciarsi al suolo. Un comportamento inspiegabile, che verrà censurato dal club rossonero. Esemplare la punizione per il tifoso inglese: il Celtic lo ha interdetto a vita dal frequentare lo stadio. Proprio come accade dalle nostre parti, no?
La vera sorpresa Champions, però, è la Lazio di Delio Rossi. La partita non è di quelle che passano inosservate: i biancocelesti affrontano una delle squadre più forti e blasonate del mondo, il Real Madrid. Non a caso all’Olimpico accorrono ben 55mila sostenitori laziali, un colpo d’occhio colorato di bandierine davvero eccezionale. La sfida è quella tra il Golia spagnolo e il Davide italiano. Il Real è uno dei club più ricchi del pianeta, gli ingaggi dei suoi campioni sono circa dieci volte superiori a quelli di Rocchi e compagni, il valore tecnico in campo è tra i più alti e sicuramente superiore, nonostante l’assestamento delle merengues dopo il cambio di panchina tra Capello e Schuster e l’arrivo di nuovi giovani interpreti. La Lazio è quella risorta dalle ceneri del quasi fallimento, quella riportata agli onori internazionali dal presidente Lotito, da un maestro di calcio come Delio Rossi e da un gruppo coeso, con alcune individualità di sicuro talento, che quando si impegna a fondo dimostra di potersela battere con tutti. I bianchi di Spagna vanno in vantaggio dopo soli 8’ con un gol fortunoso: sugli sviluppi di una punizione calciata da Snejider sul vertice sinistro dell’area, la palla carambola fortunosamente sul parastinco di Van Nistelrooy e si infila alle spalle Ballotta. La Lazio non merita lo svantaggio e riprende a pressare: peccato per l’imprecisione che permetterebbe agli uomini di Rossi di fare bottino di gol. Il primo, clamoroso errore è di Mauri, che un minuto prima dello svantaggio, viene pescato da Ledesma da solo davanti a Casillas ma si limita a passargli il pallone. Poi ci pensa Rocchi, messo in campo con una caviglia malconcia e infiltrata, che si divora il pareggio al 12’ mandando al lato da distanza molto ravvicinata. Al 30’Pandev calcia in cielo, è solo davanti al portiere. Ma è questione di due minuti: al 32’ il fuoriclasse macedone si fa perdonare con un vero gol d’autore. Zauri crossa, Stendardo fa sponda di testa per Pandev che con uno splendido tiro al volo infila la rete di Casillas. L’Olimpico è in delirio. La Lazio non cade nel tranello del Real, che vorrebbe far calare il ritmo e giocarsela sulla migliore qualità nel possesso palla. Alcune imprecisioni – anche molto banali – però fanno fallire il piano degli spagnoli e permettono alla Lazio di imporre il proprio gioco. In particolare sorprende Behrami, schierato da terzino sinistro, che non sbaglia una chiusura e annulla Robben sulla sua fascia. Mudingayi è un vero e proprio baluardo, non manca un contrasto, una vera diga assieme a Ledesma che, partito con qualche imprecisione di troppo, poi si dimostra fondamentale per l’equilibrio della Lazio a centrocampo. Nel secondo tempo una Lazio arrembante e inaspettatamente padrona del campo, ma ovviamente un po’ inesperta, si fa beffare da una ripartenza micidiale innescata da un clamoroso errore di Mauri che perde palla. È un gioco per Van Nistelrooy al 16’ mettere a sedere Ballotta e superarlo con un calibrato colpo da sotto. Ma la Lazio non ci sta: riprende a macina gioco e al 30’ è ancora la stella macedone a raccogliere un gran suggerimento di Mudingayi e a beffare Casillas dopo aver trasformato Heinze in spettatore. Potrebbe anche passare ancora in vantaggio con Makinwa, che sostituisce Rocchi al 21', ma il suo tiro un po' debole finisce tranquillamente tra i guantoni del portiere. Una grande Lazio, capace di rimontare per ben 2 volte sul Real Madrid. Alla fine, come spesso accade in questi ultimi tempi, il rimpianto per le occasioni sprecate, che avrebbero potuto far vincere il match alla squadra capitolina. Allora sì sarebbe stato un vero successo. Perché il 2-2 di questa gara sta stretto solo ai biancocelesti. La stessa determinazione dovrà guidare gli uomini di Rossi nello scontro in campionato contro il Milan: le due squadre stazionano a soli 7 punti, è assolutamente necessaria una vittoria. Per entrambe.
Alessandro Staiti
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