venerdì 2 novembre 2007

Un bel derby romano. L’Inter sempre capolista.

Il derby capitolino torna in giallorosso. La Roma riesce a prendersi la rivincita sulla secca sconfitta dello scorso anno (3-0) ma non umilia la Lazio. Assenze importanti per ambedue le squadre, che pesano maggiormente per i biancocelesti: a parte Totti e Aquilani, la più importante per la Roma è l’indisponibilità di Taddei. In casa Lazio invece mezza squadra titolare è in infermeria: Siviglia, Behrami, Mauri, oltre che sostituti utili come Del Nero. Tuttavia Delio Rossi mette bene la squadra in campo, tanto che Rocchi all’11’ del primo tempo è già in gol: su ottimo passaggio smarcante di Pandev, stop di tacco e destro a infilare Doni in diagonale con Mexes che resta a guardare. La Roma si sveglia e Vucinic suona la carica: alla sua prima incursione, ormai dal solo in area, si fa ipnotizzare da Ballotta che gli si oppone con bravura e reattività. Alla seconda però non sbaglia: bella triangolazione con Mancini e poi dentro di piattone sinistro, complice una difesa biancoceleste a dir poco in bambola. Dopo un paio di pericoli da ambo le parti ad opera di Mancini e Pandev, arriva il raddoppio romanista: Mancini fulmina Ballotta dopo un veloce scambio con Mexes e la difesa laziale in superiorità numerica ma incapace di agire con prontezza. Nella ripresa Rossi schiera Meghni in sostituzione di Manfredini, riportando Mutarelli sulla linea mediana. Pandev si rende pericoloso con una buona incursione, ma è la Roma ad andare in gol per la terza volta con Perrotta. Ballotta gli impedisce dapprima di segnare di testa con un guizzo felino, ma poi viene superato: pallonetto del romanista a scavalcarlo e gol a porta vuota. A questo punto la Lazio potrebbe prendere altri 2 o 3 gol, perché spavaldamente continua a spingersi in avanti, e lasciare il contropiede ai giallorossi è a dir poco presuntuoso, perché le ripartenze della squadra di Spalletti sono fulminanti. È sempre Ballotta a salvare il risultato, superandosi in più di un’occasione. Al 24’ del secondo tempo la Lazio trova lo spunto per accorciare le distanze: Meghni innervosisce i difensori romanisti con i suoi dribbling e viene atterrato. La punizione è affidata a Ledesma, l’altro vero eroe laziale della serata assieme a Ballotta. L’argentino è rientrato a tempo di record da una fastidiosa operazione al menisco esterno e sta reggendo la partita alla grande: la sua punizione è un capolavoro di balistica che si va stampare con potenza sotto la traversa. Doni resta a guardare. Sono venti minuti di sofferenza per i giallorossi quelli finali: la Lazio ci prova a tutti i costi a riagguantare un pareggio, ma non ci riesce. Pesa il maggior tasso tecnico della Roma: i suoi difensori sono molto bravi nell’anticipare gli avversari, Juan è una meraviglia. La Roma si ritira anche al completo in area per difendere il risultato fino al fischio finale. Recriminano i biancocelesti un calcio di rigore, nel primo tempo, per l’atterramento di De Silvestri in area. Resta il dubbio. Inoltre Vucinic, già ammonito per essersi tolto la maglia in occasione del gol, rischia il secondo giallo e dunque l’espulsione quando si lascia cadere platealmente in area dopo un contatto con Ballotta, ma l’arbitro Rocchi sorvola. Infine, lo stesso arbitro – né il suo assistente di linea - che non ha mai favorito i biancocelesti soprattutto dopo le vicende di calciopoli, non vede il fuorigioco di rientro di Vucinic in occasione del gol del pareggio giallorosso. Episodi che giustamente sanzionati avrebbero potuto incidere sulla gara, così come la presa di Ballotta con i piedi in area ma con le mani oltre la linea sulla discesa dell’attaccante montenegrino. I calciatori di Roma e Lazio sono scesi con il lutto al braccio per il terribile episodio di cronaca che ha visto vittima una donna massacrata da un romeno a pochi chilometri dallo stadio Olimpico. Esemplare il comportamento dei tifosi, che questa volta hanno dimostrato correttezza e maturità, permettendo al derby di svolgersi nel miglior modo possibile. Meno fair play dal parte del capitano romanista, che anche quando vince ci tiene a provocare i laziali: “Sono contento. Gli scudetti si vincono con le piccole” ha dichiarato Totti a fine partita. “Ancora una volta non si è smentito per la sua poca intelligenza” la replica di Zauri. "Dico solo che ci vuole anche un po' di intelligenza e chi ce l'ha la deve adoperare", ha aggiunto Ballotta. Più equilibrate le parole di Spalletti: “La differenza l'hanno fatta solo i gol, la partita è stata equilibrata. In campo ci sono state due squadre che sanno dare confidenza alla palla.” – ha detto il tecnico di Certaldo a Sky – “Anche la Lazio ha giocato una buonissima partita: qualche colpo di qualità in più ce l'ha la mia squadra, ma non è detto che ciò ti comporti un vantaggio. Il loro primo gol rappresenta la sintesi del loro gioco. E poi il rombo di giocatori in mezzo al campo, tutti palleggiatori, ti crea sempre problemi”. Delio Rossi, ancora in silenzio stampa, ha lasciato a Zauri il posto in sala stampa: “La classifica è bugiarda, anche perché questa squadra non merita una posizione simile, e ne sono convinto. Ma sono sicuro che sapremo reagire in fretta. Dobbiamo farlo a tutti i costi già sabato prossimo con la Fiorentina, altrimenti sarà dura, visto che dopo c’è anche l’Inter. La Champions una distrazione che può fare male? Assolutamente no, è un sogno e vogliamo arrivare più avanti possibile”.
Per la Roma dunque secondo posto in classifica confermato e un calendario che si preannuncia piuttosto in discesa a partire da domenica a Empoli, sempre che la squadra di Spalletti non tradisca le aspettative. La Lazio invece attende sabato la Fiorentina in casa, e dovrà far punti per non cominciare a preoccuparsi della classifica.

L’Inter liquida il Genoa con un secco 4-1 anche se nel corso del primo tempo il Genoa dà parecchi pensieri ai nerazzurri. Cordoba sblocca il risultato all’8’, nella ripresa raddoppia Cambiasso e poi si assiste alla fiera dei gol mancati soprattutto in casa interista con Crespo e Cesar. Il Genoa raggiunge il 2-1 con una bella combinazione Figueroa - Konko che l'ex Crotone mette dentro di precisione. Ma è un attimo: entra Suazo e, complice De Rosa, gli permette di segnare il primo gol in campionato. Chiude Cruz su rigore.

Il Milan ritrova i gol e Gilardino, proprio come contro la Lazio, al Marassi nel match che la oppone alla Sampdoria. 5-0 è un risultato secco e pesante e i gol arrivano a raffica tutti nel secondo tempo. Doppietta di Gilardino, poi si aggiungono Kakà, Gourcouff e Seedorf.

Anche la Juve liquida l’Empoli con un risultato netto, che non lascia adito ad alcun dubbio: 3-0 e soprattutto tripletta di Trezeguet. E meno male che il bomber francese non è gradito nella sua nazionale! Una follia.

Il Livorno si impone contro la Reggina con un bel 3-1, prima vittoria in campionato, che costa la panchina a Ficcadenti, sostituito da Renzo Ulivieri. Reti di Pulzetti, autorete di Valdez e infine Rossini. Amoruso sigla il momentaneo pareggio per i calabresi.

A Firenze sfortunato il Napoli che perde per 1-0 contro una Fiorentina arrembante e sempre più in crescita: i viola ritrovano il miglior Bobo Vieri, ma Sosa si vede annullare un gol regolare dopo averne mancato un paio che gridano vendetta.

Il Palermo con il solito Amauri riacciuffa in casa il pari contro un Parma (1-1) che domina la partita. Gli emiliani meritavano molto di più dopo essere passati in vantaggio al 3’ con Morrone.

Floro Flores e Inler garantiscono 2 ottime reti all’Udinese che bloccano nuovamente il Torino. Ventola riesce ad accorciare le distanze, ma il pareggio non arriva. Termina 2-1 e Sereni deve fari i miracoli per salvare la rete dagli attacchi di Floro Flores e Di Natale.

Siena – Catania termina sull’1-1 ma Maccarone sbaglia ancora una volta un rigore. Mandorlini ha le ore contate, confermato fino a domenica, anche se a sbagliare sono i suoi calciatori davanti alla porta. Le reti di De Ceglie e di Vargas, che gela i toscani nella ripresa.

Alessandro Staiti

1 commento:

ali lapointe ha detto...

Il commento sul derby di Roma l'ho lasciato sul post precedente. Vorrei aggiungere, di nuovo, qualcosa sulle dichiarazioni post-partita. Torno a ripetere che se io dico, ironicamente, che una squadra è "piccola", non offendo nessuno. Tanto più se si guarda la classifica... Se io dico che l'autore della dichiarazione precedente ha poca intelligenza, questa è un'offesa. Bene ha fatto il Capitano a non dare seguito alla faccenda, dimostrando, se ce ne fosse il bisogno, di essere superiore al capitano di giornata, anche sul piano umano, oltre che incommensurabilmente superiore su quello calcistico.