
L’analisi del Presidente Claudio Lotito ai microfoni della Domenica Sportiva ben fotografa il posticipo di domenica sera: “Non siamo arrivati a San Siro con euforia eccessiva. La squadra e la società sono rimaste con i piedi per terra, nelle nostre dichiarazioni c’è sempre stata grande umiltà. Il calcio è fatto di episodi, al di là della qualità, ci sono stati due episodi che ci hanno penalizzato, due acrobazie balistiche che non sempre riescono, mi riferisco al secondo e al quarto gol. La squadra ha cercato di battersi alla pari, ha espresso gioco, non ha concretizzato qualche occasione, abbiamo avuto la palla del 2-2 ma non siamo riusciti a ottenerlo, poi c’è stato il terzo gol molto bello di Pato, poi ancora la prodezza di Kakà. Stasera dopo il 4-1 ho di nuovo sentito qualche coro contro la Società. Io comunque non ho nulla da rimproverare alla squadra, queste sono partite che nascono in una maniera, mi riferisco al primo gol di Seedorf favorito da un rimpallo, poi la prodezza balistica di Zambrotta, ancora il bel gol di Pato e quindi l’altra prodezza di Kakà”. Ha ragione il Presidente: con quel Milan c’era poco da fare. Nonostante la Lazio fosse arrivata a San Siro carica e determinata, le fiammate – più che il gioco di squadra – dei campioni rossoneri sono state letali. Nonostante le critiche – piuttosto esagerate – Carrizo ha salvato la porta biancoceleste in altre tre occasioni. Si capisce subito che la Lazio avrà vita dura, dopo soli 8 minuti: Seedorf approfitta di un triangolo fortuito sul corpo di Ledesma e la mette dentro. Ma è pur vero che appena a 25 secondi dall’inizio, complice un errore difensivo di Kaladze, Mauri si trova da solo davanti ad Abbiati, ma viene ostacolato con molta esperienza da Zambrotta che si disinteressa del pallone e lo ferma con un braccio. A termini di regolamento sarebbe rigore, ma evidentemente Rizzoli non la pensa così. Nonostante lo svantaggio, la Lazio non si perde d’animo e ingaggia una lotta a viso aperto, senza costruire barricate e approfittare di qualche varco per ripartire veloce in contropiede. Attacca con coraggio e a volte un po’ di incoscienza, perché il Milan non è di quelle squadre che ti perdonano al minimo sbaglio. Così al 26’ è sempre lui, Mauro Zárate a battere Abbiati sul primo palo, sfuggendo in velocità ai difensori rossoneri, imbeccato da un magistrale suggerimento di Pandev. La Lazio ci crede, è tornata sul pari. A ridimensionarne le speranze però ci pensa Zambrotta che sul rilancio di Abbiati, dai 31 metri scarica una bordata incredibile che passa tra due calciatori laziali e trova Carrizo leggermente in ritardo, probabilmente coperto nella visuale. La Lazio del primo tempo convince, dimostra di potersela giocare, il risultato di svantaggio del resto è stato determinato da due episodi, come spesso accade nel calcio. Al ritorno in campo però, dopo soli 4 minuti, Pato fulmina Carrizo con un perfetto colpo di testa su cross misurato di Jankulovski. La Lazio accusa pesantemente il colpo. È già troppo tardi quando al 18’ Foggia sostituisce un evanescente Mauri (al quale Rizzoli nega un altro rigore, su una spinta di Zambrotta quando il calciatore aveva già stoppato di petto un buon cross). Il Milan è sceso in campo con il coltello tra i denti fin dal primo minuto, è superiore in ogni contrasto. Al 15’ Kakà inventa un’altra delle sue raffinate prodezze con una bordata dai 30 metri. Sul 4-1 la partita è virtualmente conclusa. Un risultato che premia eccessivamente il Milan e penalizza troppo la Lazio, il cui principale rimprovero è quello di essere scesa sul campo di San Siro con troppo timore riverenziale e un pizzico di giovanile incoscienza. Questa Lazio è una squadra che sa attaccare, alla grande, ma deve sicuramente trovare la quadra tra il centrocampo e la difesa, che spesso si fa sorprendere, come se alcuni meccanismi debbano essere ancora ben oliati. Una battuta d’arresto che non spegne però l’entusiasmo intorno alla squadra, che non ne diminuisce il valore e soprattutto non ne mortifica gli obiettivi. La gara di mercoledì sera all’Olimpico contro la Fiorentina ne chiarirà la portata.
Alessandro Staiti
IL TABELLINO:
MILAN-LAZIO 4-1 (pt 3-1)
MILAN: Abbiati; Zambrotta, Kaladze, Maldini, Jankulovski; Ambrosini, Gattuso (Emerson dal 34' st), Seedorf (Flamini dal 19' st); Kakà; Pato (Ronaldinho dal 26' st), Borriello. (Dida, Bonera, Favalli, Shevchenko). All. Ancelotti
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Kolarov; Brocchi (De Silvestri dal 34' st), C. Ledesma, Matuzalem (Meghni dal 23' st); Mauri (Foggia dal 18' st); Pandev, Zarate. (Muslera, Cribari, C. Manfredini, Makinwa). All. D. Rossi
MARCATORI: Seedorf (M) all'8', Zarate (L) al 26', Zambrotta (M) al 35' pt; Pato (M) al 4', Kakà (M) al 15' st
ARBITRO: Rizzoli di Bologna (assistenti S. Ayroldi-Lanciano)
NOTE - Spettatori 57.362 per un incasso di 979.373,50 euro. Ammoniti Zambrotta per comportamento non regolamentare, Kaladze, Brocchi, Jankulovski per gioco scorretto. Angoli 7-6. Recuperi 1' pt, 2' st
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