martedì 30 settembre 2008

La Lazio polverizza la Fiorentina in 8 minuti (nonostante l’arbitro)


All’indomani della sconfitta con il Milan, nella quale la Lazio ha comunque evidenziato un’ora di ottimo gioco, ci si aspetta una grande prestazione contro la Fiorentina. C’è anche da onorare un anniversario molto importante: il 24 settembre 1958 la Lazio vince la Coppa Italia, primo trofeo della sua gloriosa storia, grazie a un gol di testa di Maurilio Prini. Nella bella cerimonia che precede la partita – con tutti gli scintillanti trofei vinti dai biancocelesti in bella mostra – il presidente Lotito premia tre degli eroi di quella Lazio: Bob Lovati, Maurilio Prini e Franco Janich. Un bell’inizio. Ma lo spettacolo – a tratti davvero abbagliante – che ha illuminato l’Olimpico mercoledì sera supera ogni attesa e fa intravvedere scenari insospettabili prima d’ora. Delio Rossi mette in campo una squadra quasi perfetta, che fatica soltanto nei primi 20 minuti nel prendere le misure agli avversari. A centrocampo spicca la presenza di Mauri mezzo interno sinistro, accanto a Brocchi e Ledesma, vista l’indisponibilità di Matuzalem. L’attacco con Foggia, Pandev e Zárate, che si scambiano continuamente i ruoli, è l’incubo costante della difesa viola. All’11’ Pandev (che si afferma sempre più leader e fuoriclasse di livello internazionale) inventa un assist da manuale per l’argentino, che purtroppo fallisce il bersaglio, alzando il pallone di un soffio sulla traversa. La Fiorentina è progressivamente schiacciata nella propria metà campo: al 17’ Pandev stoppa di destro e di sinistro impegna seriamente Frey. Lazio sempre più pericolosa: Zárate è inesauribile, Foggia apre continui spazi nell’area avversaria, bravissimo nel tornare in fase di copertura assieme a Pandev. La direzione arbitrale appare subito molto dubbia. Per non dire ostile, quando alla mezzora il signor De Marco nega un rigore evidente alla Lazio: Dainelli aggancia vistosamente da dietro il piede destro di Zárate che va al suolo. De Marco commette un errore grossolano e ingiustificabile, che falsa completamente il risultato della prima frazione di gioco. In campo ormai c’è una sola squadra, la Lazio. Carrizo ridicolizza Gilardino con un bel dribbling in area, mentre l’Olimpico trattiene il fiato e applaude il portiere argentino. Lichtsteiner si conferma una degli acquisti più importanti del mercato estivo: quando scende come un treno, scambiando alla perfezione con Brocchi, annienta il velleitario Vargas, e in fase difensiva annulla completamente un campione come Mutu. Al 33’ ancora Zárate protagonista: sul vertice sinistro dell’area rientra liberandosi di un difensore viola e scarica un destro potente, ma Frey gli si oppone a pugni chiusi. A Zárate, questa sera, il dio del gol dice di no. Quando si va negli spogliatoi, i tifosi laziali sono preoccupati: da un lato la gioia per una Lazio splendida e straripante, mai vista finora; dall’altra l’indignazione nei confronti dell’arbitro De Marco e della sua disastrosa direzione che potrebbe condizionare irrimediabilmente l’esito della gara. Un coro unanime si leva dagli spalti: “Buffone, buffone”. Costerà mille euro alla Lazio per responsabilità oggettiva. Al rientro in campo, lo spartito è completamente biancoceleste: Pandev salta Melo al limite e serve Zárate, che da centro area cerca l’angolino basso, ma Frey ancora una volta si supera in angolo. Al 6’ il primo gol: Zárate cerca il bersaglio di testa ma trova la traversa, sulla linea di porta c’è Mauri che in rovesciata la mette dentro, a coronamento di una prestazione gigantesca. Al 10’ è Pandev a raccogliere un assist geniale di Zárate e a battere con un sinistro imprendibile l’estremo difensore viola. Trascorrono altri 4 minuti e anche Sebastiano Siviglia torna al gol, schiacciando di testa il perfetto suggerimento di Foggia. In 8 minuti la Lazio ha messo al tappeto la Fiorentina, una delle candidate allo scudetto secondo molti addetti ai lavori. La Lazio gestire la restante mezzora con una grinta inesauribile: Maurito Zárate - pur da migliore in campo - non riesce a trovare la rete neanche a due minuti dalla fine quando in contropiede entra in area e scarica in porta, ma ancora una volta Frey gli si oppone. Inutili i cambi di Prandelli, vistosamente deluso dalla prestazione della proprio squadra. Anche Rossi sgancia in campo tutte le sostituzioni inserendo Manfredini per Foggia, Makinwa per Pandev e Rozehnal per Cribari. Una Lazio a dir poco abbagliante, con un gioco veloce, perfetto, inesauribile: se manterrà questo spirito potrà davvero giocarsela alla pari con chiunque e dare tante soddisfazioni ai suoi tifosi. Vivendo ogni traguardo alla giornata.
Alessandro Staiti

IL TABELLINO:
LAZIO-FIORENTINA 3-0 (pt 2-0)
LAZIO: Carrizo; Lichtsteiner, Siviglia, Cribari (40'st Rozehnal), Radu; Brocchi, Ledesma, Mauri; Foggia (23'st Manfredini), Pandev (31'st Makinwa), Zarate. (Muslera, De Silvestri, Kolarov, Meghni). All. Rossi.
FIORENTINA: Frey; Zauri (1'st Comotto), Gamberini, Dainelli, Vargas; Almiron, Felipe Melo, Montolivo; Kuzmanovic (28'st Donadel); Mutu (33'st Pazzini), Gilardino. (Storari, Da Costa, Pasqual, Osvaldo). All. Prandelli
MARCATORI: 6' Mauri, 10' Pandev, 14' st Siviglia.
ARBITRO: De Marco di Chiavari
NOTE: Serata fresca, terreno in buone condizioni. Spettatori: 32mila circa. Ammoniti: Zauri (L), Pandev (L), Felipe Melo (F). Angoli: 7-6. Recupero: 1'pt e 1'st.

Nessun commento: