martedì 30 ottobre 2007

Lazio, un periodo difficile in vista del Derby

Dopo aver espugnato Livorno (bel tiro di Pandev, appena deviato dallo scarpino di Rezaei, che spiazza Amelia) e aver perso anche Mauri – che si infortuna cercando una girata al volo in area - la Lazio cade a Brema. È la prima sconfitta in Champions League: la squadra si sveglia tardi e il gol di Manfredini a otto minuti dal termine è purtroppo inutile: il Werder Bremen è passato in vantaggio con Sanogo nel primo tempo e ha raddoppiato nel secondo con Hugo Almeida, anche se il gol è viziato da un fuorigioco iniziale. Alla Lazio manca poi l’espulsione di Pasanen per una brutta gomitata volontaria a Behrami, “colpevole” di non aver buttato fuori il pallone con un giocatore del Werder a terra: ma il (modesto) arbitro portoghese aveva fatto ampi cenni di continuare. Con mezza squadra infortunata e i sostituti in condizioni precarie non ci si può aspettare di più, ma anche gli episodi hanno un loro peso specifico. Ora la Lazio è costretta a battere Werder e Olympiacos in casa se non vuole essere eliminata. Del resto la squadra non ha – per esplicita ammissione di Delio Rossi – un organico competitivo per giocare ogni tre giorni. Peccato, considerati i risultati degli ultimi anni, poteva essere l'anno del coronamento di tanti sforzi. Poi l’Udinese in casa: una brutta figura per i biancocelesti, che scendono in campo con la testa altrove, chissà forse al derby. Quando il portiere 43enne, l’encomiabile Marco Ballotta, salva la porta per ben 5 volte vuol dire che la squadra non ha funzionato. Non ce la fa la sesta volta, quando un’incornata del solito Asamoah al 33' del secondo tempo finisce in rete. Male in ogni reparto, anche se i biancocelesti sono stati ulteriormente svantaggiati da un paio di rigori non concessi. Anche in questo caso gli episodi avrebbero potuto dare una mano a una squadra stanca, invece è successo il contrario. La posizione in classifica si complica: la Lazio -insieme al Milan - è a 10 punti (solo 1 in meno dello scorso anno, però), a metà strada tra la zona retrocessione e la Uefa. E l’attende un calendario di fuoco: prima di tutto il derby “fuori casa” di mercoledì 31 ottobre, poi la gara in casa con la Fiorentina il prossimo 3 novembre (alle ore 18.00). Tre giorni dopo il match contro il Werder Bremen, sempre all'Olimpico. Infine, prima della sosta per gli impegni della Nazionale, l’11 novembre è la volta dell’Inter a Milano. Non ci si può lamentare, insomma.
In vista della stracittadina, la Lazio sembra sfavorita da ogni punto di vista: morale non certo alle stelle, per stessa ammissione del capitano Zauri, dopo la sconfitta con l’Udinese; Ledesma forse recuperato (miracolosamente) dopo l’intervento al menisco esterno di soli 20 giorni fa; una squadra che ultimamente non ha funzionato, al di là degli schemi; le assenze importanti di Mauri, Behrami, Siviglia. Senza contare il deferimento di Delio Rossi per la telefonata con il presidente Lotito dell’aprile 2006 che getta, ingiustamente, un’ombra pesante sull’intero ambiente biancoceleste. Delio Rossi – ne siamo certi – avrà occasione di chiarire a fondo questa vicenda, strana da ogni punto di vista, ma sulla quale non intendiamo soffermarci in questa sede, anche perché riteniamo lo stralcio dell’intercettazione, curiosamente reso pubblico, davvero poco significativo.
La Roma è invece alle stelle: con un organico prestigioso che può sopperire anche agli infortuni di Taddei e Aquilani, dopo qualche passo falso si è subito ripresa: in Champions battendo lo Sporting Lisbona e in campionato affermandosi sul Milan senza difficoltà. È vero, perde anche il capitano, quel Francesco Totti (a meno di clamorose smentite dell'ultima ora) che è una risorsa inesauribile per i colori giallorossi – e non solo a livello tecnico – ma ritrova un grande Vucinic, decisivo in ogni competizione appena riportato nel suo vero ruolo. Però il derby romano è una partita che sfugge a ogni pronostico. Non perché vinca sempre la sfavorita – le statistiche non lo confermano – ma perché è un match che si gioca con grandi motivazioni, capaci di far correre anche le gambe più stanche. Considerata la situazione in classifica e i differenti obiettivi delle due capitoline, addirittura agli antipodi, la Lazio è paradossalmente la squadra che ha più risultati utili: un pareggio e una vittoria sarebbero entrambi un successo. Non così per la Roma, oggi seconda in classifica, che potrebbe allontanarsi ulteriormente dalla capolista Inter. Spalletti, che è un tecnico molto in gamba oltre che una persona intelligente, non si fida. Sa che la Lazio è comunque una squadra "scorbutica". Sarà il campo a dire, come sempre, l’ultima parola.
Alessandro Staiti

1 commento:

ali lapointe ha detto...

Scrivo il commento quando è finito da poco il derby di Roma. Ha vinto, senza brillare, la Roma, mentre la Lazio ha giocato ben al di là delle sue possibilità attuali, o almeno delle sue ultime gare e questo è sicuramente un merito. La Roma ha avuto forse qualche occasione da goal in più, ma la Lazio è stata sicuramente più continua. L'esito è stato determinato dall'atteggiamento delle due squadre appena dopo il primo goal (Rocchi, per la Lazio). Infatti ci saremmo tutti aspettati una Roma arrembante alla ricerca del pareggio e una Lazio più raccolta nella sua metà campo, pronta a colpire in contropiede (la sua arma migliore). Invece, vuoi per merito dei giallorossi che non si lasciavano prendere dall'orgasmo alzando a dismisura la linea difensiva (come fecero, tragicamente, nel derby di un anno fa...) ma lasciavano intatte le distanze tra i reparti per avere a disposizione più campo per le ripartenze veloci, vuoi per demerito dei biancocelesti che difendevano un po' troppo alti, la Roma trovava due goal che le davano il vantaggio, poi risultato decisivo. Nel secondo tempo, con una Lazio sbilanciata in avanti, la Roma ha sfiorato più volte il terzo goal fino a trovarlo con Perrotta al quarto d'ora circa. Partita chiusa? Niente affatto: la Lazio si conquistava un calcio di punizione appena fuori dell'area di rigore e Ledesma (ma questo segna solo contro la Roma?) con un tiro magistrale riapriva i giochi. Gli ultimi venti minuti erano di pura sofferenza, ma il risultato non cambiava. Un risultato che farà bene per il morale della Roma che, ripeto, non ha giocato una grande partita, meno bene per la Lazio che, comunque, ha giocato meglio rispetto alle sue ultime uscite.