mercoledì 26 dicembre 2007

Gerd Müller... e Pippo Inzaghi

Chi ha più di 40 anni non può non ricordarselo. Piccolotto, brevilineo, con una massa di capelli neri in testa, bruttino anzichenò. Faceva raggelare i difensori d'Europa e di mezzo mondo. Non incantava nessuno, non era un giocatore di calcio. Lo chiamavano Bomber der Nation (il cannoniere nazionale) e, vista la sua statura modesta, Kleines dickes Müller (il piccolo grasso Müller, forzando la declinazione dell’aggettivo). Faceva solo gol. E ne faceva tanti, al centro dell'attacco del Bayern di Monaco e della Nazionale tedesca, ambedue dirette dall'impeccabile bacchetta di "Kaiser" Franz Beckenbauer tra la fine dei '60 e la metà dei '70. Il re del gol, l'indiscussa volpe dell'area di rigore era solo lui, Gerd Müller. Fece tanti gol, tantissimi; belli nessuno. Non aveva il dono dell'estetica. L'importante era che il pallone entrasse dentro la rete, in ogni modo. E lui era sempre lì, preferibilmente nei 2 metri dell'area piccola, a dare come per caso la puntata, la-scivolata, la tibiata decisiva. Così, tanto per fare la differenza tra la vittoria e non, niente altro. Di lui ho tre ricordi, piccoli lampi come le sue realizzazioni. Nelle folle corrida dei supplementari dell’Azteca nel '70contro l'Italia, illuse il popolo teutonico con un gol degno di un fantasma. Lui, così bassotto (tedesco ovviamente) che fa materializzare il suo piede tre quelli di Burgnich per anticipare con la punta il retropassaggio ad Albertosi col pallone che si infila sotto la pancia del nostro portierone. Poi un goal segnato in notturna, non ricordo contro quale avversaria, era una partita che guardavo distrattamente, una battuta al volo dentro l'area, il pallone che si impenna in modo surreale a una quota fuori dalla logica per poi ripiombare giù solo per forza di gravita per infilarsi sotto la traversa, con il portiere rimasto lì come un manichino. Poi, a fine carriera, quando altri eroi più immaginifici si stavano affacciando di prepotenza sulla ribalta calcistica mondiale, quasi per caso come sempre, nella finale mondiale all'Olimpico di Monaco (il suo stadio) un intercetto in scivolata, sempre vicino all'area piccola e la Germania Ovest è World Champion per la seconda volta. Provaci ancora Crujiff, sarai più fortunato. Smise di giocare di lì a poco, con discrezione quasi invisibile, come quando appariva nell'area piccola, portando con sé ben stretto in pugno quel titolo; la volpe dell'area ai rigore, quello che aveva segnato più gol di tutti nelle competizioni europee. Martedì 4 dicembre 2007 quel titolo è passato a un altro grandissimo realizzatore italiano, così diverso nell'aspetto esteriore ma così simile nel modo di segnare. Oggi sorge un altro mito, da ora è Mega Pippo Inzaghi la nuova volpe dell'area di rigore sulla vetta d'Europa.
Mauro Floritta Martorana

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