mercoledì 12 dicembre 2007

Se tifo... meglio che mi vaccino - 2

Riprendiamo da dove avevamo lasciato, dal transfert. Perché il nostro lato emozionale ne sente la necessità? La risposta è: perché è un meccanismo di sopravvivenza che ha le sue radici nella memoria cromosomica collettiva che detta comportamenti istintivi della nostra specie. Il primo grado di salvaguardia della nostra sopravvivenza è l'autodifesa. Prima della nostra persona, poi di ciò che serve alla nostra vita, quindi anche gli oggetti delle nostre scelte. L’uomo primitivo sceglieva un sentiero di caccia, una donna per riprodursi, doveva difenderli a costo della propria vita. Anche se non era la migliore scelta possibile, era la sua scelta: il suo io doveva sopravvivere con lui. Il secondo grado è la sopravvivenza collettiva. Il nostro antenato primitivo viveva in una comunità primitiva basata sulla sussistenza; le scelte collettive del gruppo facevano la differenza tra la vita e la morte. Non vi era spazio per una posizione individualista: o si condividevano le scelte del gruppo e si difendevano in maniera totale e acritica o si veniva emarginati e condannati a morire in solitudine. Tutto ciò per centinaia di migliaia di anni è stato alla base del successo della nostra specie. L'acculturazione autoimpostaci negli ultimi millenni non ha rimosso ciò che è impresso indelebilmente nella nostra memoria genetica. Fin qui tutto chiaro? Facciamo una scelta e la difendiamo in maniera totale e acritica in base al nostro io trasferito. Ci accostiamo spontaneamente a chi fa una scelta simile alla nostra per fare una comunità, e insieme la difendiamo in maniera totale e acritica da chi fa una scelta diversa, perché è il ricordo genetico della difesa delle nostre scelte di sopravvivenza da chi, altrettanto certo quanto noi di avere fatto le scelte più giuste possibili, voleva impadronirsi dei nostri averi. Una semplice questione di sopravvivenza. Ma c'è di più. Perché la scelta si fa così viscerale e totalizzante quando si tratta di sport di squadra fino al punto di usare la violenza per difenderla dall'invasione altrui? Qual è il denominatore comune della maggior parte degli sport di squadra, a parte colori sociali, bandiere, canzoni, ovvero ritualità tribale? Gli sport di squadra hanno per scopo principale l'inserimento di un piccolo oggetto rotondo in una cavità. Questo a cosa fa pensare se non alla strenua lotta degli spermatozoi per la fecondazione dell'ovulo ? Quindi, tirando le somme, fare il tifo per una squadra di calcio è, nella sua essenza, il risveglio del meccanismo di sopravvivenza più primitivo, la lotta per l'affermazione del proprio patrimonio genetico. È una scatola cinese: il gruppo rappresenta il mio io, la squadra rappresenta il gruppo, la squadra facendo gol - quindi fecondando l'ovulo - fa prevalere il patrimonio genetico del gruppo. Ovvero del mio, quindi io fecondo l'ovulo! Alla fine di tutta questa sudata vi prego, gentili lettori, pensate a queste mie riflessioni ogni volta che vi accingete a gioire per un successo della vostra squadra o a deprimervi per una sua disfatta. Pensando a bocce ferme: "Ma chi me lo fa fare?".
(2 - continua)
Mauro Floritta Martorana

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